Tommaso Garzoni: differenze tra le versioni

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*Il [[10 (numero)|decenario]] è un numero che è l'assolutissima idea d'ogni perfezione. (p. 266)
*Sono, adunque, i numeri pieni di forza e di misteri insieme. [...] Ma sopra tutti alcuni attribuiscono più al [[Numeri pari e dispari|numero impare che al pare]], come [[Origene]] sopra il settimo capitolo del ''Genesi'', Francesco Giorgio ne' ''Problemi'' (al tomo primo, sezione seconda, e questione ottogesima quinta), [[Galeno]] e [[Ippocrate]] ne' libri ''De' giorni decretori'', ove dicono i numeri impari esser a ogni cosa più veementi: il che si dimostra nelle febri con l'osservazione de' giorni e l'istesso si vede nella essibizione delle pillole che danno dispari. (p. 266)
*E [[Virgilio]] dice che «Numero Deus impare gaudet; e [[Platone]], nel ''Timeo'', e [[Macrobius|Macrobio]], nel primo ''De somnio Scipionis'', dicono il numero impare esser maschio ( e però più efficace) e il pare femina. (p. 266)
*E nell'arte della [[magnano|stagnaria]] si batte lo stagno come si fa l'oro. E si fanno fogli sottili, simili a quelli della carta, che si dimandano oro overo argento stagnuolo, e con una indoratura si ongono. E contraffassi il colore d'oro nelli lignami o nelle cose che si voglion mostrar dorate, con pochissima spesa. (p. 741)
*E questi [[magnano|stagnarini]] o peltrari sono dalla feccia infima del vulgo, come quelli che il più delle volte non han manco bottega propria da lavorarvi dentro, ma lavorano sotto un portico del commune, e van gridando per le contrade «Chi vuol stagnar padelle, paioli, caldare», e altre bagatelle, tirando a un bezzo e a un bolognino più che non fa un furfante a un tozzo di pane. (p. 741)