Tommaso Garzoni: differenze tra le versioni

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*E questi [[magnano|stagnarini]] o peltrari sono dalla feccia infima del vulgo, come quelli che il più delle volte non han manco bottega propria da lavorarvi dentro, ma lavorano sotto un portico del commune, e van gridando per le contrade «Chi vuol stagnar padelle, paioli, caldare», e altre bagatelle, tirando a un bezzo e a un bolognino più che non fa un furfante a un tozzo di pane. (p. 741)
*Quest'[[oreficeria|arte degli orefici]], quando sia fatta schiettamente e senza alcuna sofisticheria, si mostra nell'esteriore apparenza tanto onorata e gloriosa che ragionevolmente convien lodarla e cederle quei titoli che son debiti a tutti quei mestieri c'han del famoso e dell'egregio, com'ella veramente agli occhi universali si discopre. È primieramente di gran piacere e diletto per l'ornamento che porge a tutti, fabricando collane, anelli, bottoni, pendenti, manigli, perle, rosette, catene, corone, armille e mill'altre politezze ch'ornano il corpo di tutti mirabilmente, ma molto più delle donne, in ciascuna cosa per lor natura degli uomini più vaghe e graziose. (p. 777)
*Ècci una certa professione c'ha dell'eroico in se stessa per esser tutta occupata nella distribuzione dell'armi, insegne, scudi o livree de' nobili, communemente detta la professione degli araldi. E mira solamente a dipingere cose ch'abbian dell'alto e del spiritoso, avendo per vergogna e per infamia portare nell'arme o bestia o vitello o pecora o agnello o capone o gallina o occa o alcuno di questi animali, i quali per servitù o per uso son necessari agl'uomini, tenendo all'opposito per cosa onorevole portar nell'insegne della lor nobilità bestie crudeli e fiere rapaci, con altre pitture che ritenghino in loro un certo non so che d'animo invitto e generoso. (p. 980)
*Questo è [[orologiaio|mestiero]] assai onorato e utile per la gran commodità che riceve l'uomo dalla notizia dell'ore e de' tempi per gli essercizi suoi; ed è stato illustrato da Gioan Carlo Rinaldi da Reggio – che fece nella torre dell'ore di Venezia tutti i magisteri d'esso orologio – e da infiniti Germani che oggidì portano il vanto in questa professione, venendo tutti gli orologi più belli e più giusti dalle parti loro; ove sopra tutti fu miracoloso quello che mandò Ferdinando imperatore (come scrive il Bugato) a Solimano, re de' Turchi, il quale avea tutti i moti delle sfere, con sì meraviglioso artificio e ingegno ridotti a segno, che l'opera e l'auttore in questa professione apparvero mostruosi al mondo. (p. 999)
*Onde il [[sellaio|sellaro]] (per parlar di lui, dapoi che altrove parlo degli altri) si scopre coi suoi ferri, nervi, cola, corde e verghe da battere il pelo, del quale empie le selle e le misura. Ove si notano le parti, e le maniere delle selle, cioè il fusto, le bracciature, l'arcione, la giova, le coppe, le bardelle, i pumazzuoli, la coperta. E così le cigne, le sovracigne, gli staffili, il pettorale, la groppiera, il sottocoda, i pendenti, le brache; e parimenti la capezza, la briglia con le parti e maniere sue, cioè le retine, e il lor bottone, la testiera, il sottogola, con le maniere delle selle e delle briglie: alla romana, alla ginetta, alla francese, all'inglese, alla tedesca, alla turchesca, e d'altre. (p. 1009)