Tommaso Garzoni: differenze tra le versioni

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*Fra tutti i decori e ornamenti che mirabilmente aggrediscono questo elevato microcosmo dell'uomo, per naturale instinto bramoso di gloria e pieno d'infinito desio di grandezza lodevole, può senza dubbio alcuno reputarsi il primo e principale il glorioso possesso delle scienze e dell'arti, sí come dagli idioti avvilito e negletto, cosí dai saggi tenuto per vero abito dell'animo eroico, in se stesso grandissimo e singolare. (p. 65)
*Conobbesi la soavità de' costumi in [[Tiberio]] imperatore quando, essortato da molti a poner gravezze alle province, modestissimamente rispose che l'ufficio del buon pastore era tosare le pecore, e non le scorticare. (p. 110)
*E nell'arte della stagnaria si batte lo stagno come si fa l'oro. E si fanno fogli sottili, simili a quelli della carta, che si dimandano oro overo argento stagnuolo, e con una indoratura si ongono. E contraffassi il colore d'oro nelli lignami o nelle cose che si voglion mostrar dorate, con pochissima spesa. (p. 741)
*E questi stagnarini o peltrari sono dalla feccia infima del vulgo, come quelli che il più delle volte non han manco bottega propria da lavorarvi dentro, ma lavorano sotto un portico del commune, e van gridando per le contrade «Chi vuol stagnar padelle, paioli, caldare», e altre bagatelle, tirando a un bezzo e a un bolognino più che non fa un furfante a un tozzo di pane. (p. 741)
*Quest'[[oreficeria|arte degli orefici]], quando sia fatta schiettamente e senza alcuna sofisticheria, si mostra nell'esteriore apparenza tanto onorata e gloriosa che ragionevolmente convien lodarla e cederle quei titoli che son debiti a tutti quei mestieri c'han del famoso e dell'egregio, com'ella veramente agli occhi universali si discopre. È primieramente di gran piacere e diletto per l'ornamento che porge a tutti, fabricando collane, anelli, bottoni, pendenti, manigli, perle, rosette, catene, corone, armille e mill'altre politezze ch'ornano il corpo di tutti mirabilmente, ma molto più delle donne, in ciascuna cosa per lor natura degli uomini più vaghe e graziose. (p. 777)