Tommaso Garzoni: differenze tra le versioni

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*Fra tutti i decori e ornamenti che mirabilmente aggrediscono questo elevato microcosmo dell'uomo, per naturale instinto bramoso di gloria e pieno d'infinito desio di grandezza lodevole, può senza dubbio alcuno reputarsi il primo e principale il glorioso possesso delle scienze e dell'arti, sí come dagli idioti avvilito e negletto, cosí dai saggi tenuto per vero abito dell'animo eroico, in se stesso grandissimo e singolare. (p. 65)
*Conobbesi la soavità de' costumi in [[Tiberio]] imperatore quando, essortato da molti a poner gravezze alle province, modestissimamente rispose che l'ufficio del buon pastore era tosare le pecore, e non le scorticare. (p. 110)
*Questo è mestiero assai onorato e utile per la gran commodità che riceve l'uomo dalla notizia dell'ore e de' tempi per gli essercizi suoi; ed è stato illustrato da Gioan Carlo Rinaldi da Reggio – che fece nella torre dell'ore di Venezia tutti i magisteri d'esso orologio – e da infiniti Germani che oggidì portano il vanto in questa professione, venendo tutti gli orologi più belli e più giusti dalle parti loro; ove sopra tutti fu miracoloso quello che mandò Ferdinando imperatore (come scrive il Bugato) a Solimano, re de' Turchi, il quale avea tutti i moti delle sfere, con sì meraviglioso artificio e ingegno ridotti a segno, che l'opera e l'auttore in questa professineprofessione apparvero mostruosi al mondo. (p. 999)
*Così i [[bottaio|bottari]]: invenzione trovata, secondo Laerzio, da un certo Pseusippo, di tal professione maestro, i quali son detti, secondo [[Plinio il Vecchio|Plinio]], ''doliarii'' latinamente, overo ''vietores'', secondo Budeo, dal verbo ''vieo'', che significa ligare, overo accerchiare, perché essi mettono i cerchi alle botti e le stringono con essi, acciò il vino non esca fuori. (p. 1202)
*Gli instromenti di [[bottaio|costoro]] sono il coltellazzo, il mazzuolo, la bietta, la dirittora, il cane, lo stoppino. E l'azioni sono il cerchiarle, acconciare il fondo, le doghe, le ligature, il mansano, il cochiume, lo spinaccio, la cannola, la spina. (p. 1202)