Venticinque: differenze tra le versioni

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Voci correlate
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Citazioni sul numero '''venticinque'''.
 
*Le edizioni [[Pulcinoelefante]] di Osnago, in provincia di Lecco, compiono 25 anni. Venticinque anni di poesia, di sogni e di immagini strappate alla tirannia del tempo autorizzano un primo bilancio, con i numeri del pulcino e con quelli dell’elefante. ([[Sebastiano Vassalli]])
*Un papa e un [[pesca (frutto)|persegar]] più de venticinqu' ani no i pol durar.<ref>«I papi e i peschi non possono durare più di venticinque anni.»</ref> ([[Proverbi veneti|proverbio veneto]])
*Solo nei ''[[I promessi sposi|Promessi sposi]]'' la dannazione degli scarsi lettori si qualifica nella discussa misura: «Pensino ora i miei venticinque lettori..» [...] Su questa scena si esibiscono i «venticinque» già visti in visione (con l'approssimazione di un circa) dal profeta [[Ezechiele]] (8,16) e riproposti (in cifra piena) dall'incandescente oratoria del ''Memoriale ai milanesi'' di [[Carlo Borromeo]]: «Ezechiele vide quei venticinque uomini, che avevano voltato le spalle al tempio e la faccia ad oriente e adoravano il sole. Non vi pare, o figlioli, che in un certo modo a guisa di questi siano tutti coloro che, voltate le spalle a Dio, si daranno a godere il mondo...?» [...] Ch'era un modo, in estremo, per strizzare l'occhio e dar di gomito al [[Daniello Bartoli|Bartoli]] della ''Geografia trasportata al morale''. Il gesuita aveva tenuto il conto delle ore che in un anno un «pazzo» investe in sonno, giochi, cicalecci, commedie, novelle, romanzi, poesie, ozi, e «fatiche peggiori dell'ozio». Fatta la somma, e calcolato il resto, aveva concluso: «D'ottomile settecento sessantase' ore che compongono un anno, inorridirà al non vedercene rimanere, delle spese utilmente (che sole può dir sue), voglialo Iddio, che venticinque». Venticinque ore sante. Venticinque lettori «pazzi». E ancora, dentro la favola del [[I promessi sposi|romanzo]]: le venticinque berlinghe di un debito con il curato; i venticinque scudi di una multa; i venticinque giorni di un contagio di peste; i venticinque anni di una monaca giunta al punto. ([[Salvatore Silvano Nigro]])