Lucetta Scaraffia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Citazioni di Lucetta Scaraffia: Il Sussidiario, 13 febbraio 2009
Riga 4:
{{cronologico}}
*La giustificazione scientifica di questa scelta<ref>Nel 1968 il "rapporto di Harvard" ha cambiato la definizione di morte, basandosi non più sull'arresto cardiocircolatorio, ma sull'elettroencefalogramma piatto e quindi sulla [[morte cerebrale]]</ref> risiede in una peculiare definizione del sistema nervoso, oggi rimessa in discussione da nuove ricerche, che mettono in dubbio proprio il fatto che la morte del cervello provochi la disintegrazione del corpo. Come dimostrò nel 1992 il caso clamoroso di una donna entrata in coma irreversibile e dichiarata [[morte cerebrale|cerebralmente morta]] prima di accorgersi che era incinta; si decise allora di farle continuare la gravidanza, e questa proseguì regolarmente fino a un aborto spontaneo. Questo caso e poi altri analoghi conclusi con la nascita del bambino hanno messo in questione l'idea che in questa condizione si tratti di corpi già morti, cadaveri da cui espiantare organi. Sembra, quindi, avere avuto ragione Jonas quando sospettava che la nuova definizione di morte, più che da un reale avanzamento scientifico, fosse stata motivata dall'interesse, cioè dalla necessità di organi da [[trapianto|trapiantare]].<ref>Da ''«I segni della morte»'', ''l'Osservatore Romano'', 3 settembre 2008; riportato su ''[http://www.internetica.it/morte-cerebrale.htm InternEtica.it]''.</ref><ref>L'articolo pubblicato sull'''Osservatore Romano'', avendo messo in dubbio il rapporto di Harvard, suscitò grande scalpore. [[Ignazio Marino]], ad esempio, criticò il pezzo in un [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/09/03/un-atto-irresponsabile.html articolo di ''la Repubblica''] definendolo "un atto irresponsabile", mentre [[Sandro Magister]] in un [http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/09/08/morte-cerebrale-interviene-roberto-de-mattei/ articolo su ''Espresso.it''] e [[Stefano Lorenzetto]] in un [http://www.ilgiornale.it/news/quei-dubbi-sulla-morte-censurati-40-anni.html articolo su ''Il Giornale.it''] sostenerono la storica per aver portato all'attenzione pubblica il problema.</ref>
*{{NDR|Non c’è un sottofondo di pessimismo a oltranza? È così assurdo pensare che si possa utilizzare la tecnica a fin di bene?}} [[Jacques Ellul|Ellul]] non lo pensava. Per lui, semplicemente, era impossibile. Addirittura aveva vissuto in campagna per preservarsi dagli effetti del progresso. Le sue osservazioni sulla tecnica, certo, sono improntate al pessimismo. Ma la sua concezione del mondo è animata dall’ottimismodall'ottimismo cristiano. Era convinto che Dio agisce nella storia e che, quindi, interverrà per salvare l’uomo da se stesso. Si tende a scindere i suoi scritti filosofici e sociologi da quelli teologici. Ma per lui il rapporto con la tecnica è legato in modo indissolubile a quello con Dio. E, in particolare, alla funzione che Dio ha affidato all’uomoall'uomo nel mondo: quella di conoscere ma non distruggere, di dominare la realtà rispettandola, di aspirare al meglio preservando il senso del limite.<ref>Dall'intervista di Paolo Nessi, [https://www.ilsussidiario.net/news/cultura/2009/2/13/filosofia-ellul-contro-il-tecnicismo-inesorabile-la-fede-nella-provvidenza/12424/ ''Ellul: contro il tecnicismo inesorabile, la fede nella Provvidenza''], ''Il Sussidiarioilsussidiario.net'', 13 febbraio 2009.</ref>
*Mi verrebbe voglia di candidare {{NDR|al titolo di Dottore della Chiesa}} donne del Novecento che non sono neppure state dichiarate sante: come [[Adrienne von Speyr]], che ha accettato con semplicità e profonda umiltà il suo essere mistica e al tempo stesso medico, moglie, donna del suo tempo, e che ha scritto testi bellissimi oggi quasi dimenticati.<ref>Dall'intervista di Laura Badaracchi, ''[http://www.avvenire.it/Cultura/Pagine/ASCOLTARE-.aspx Scaraffia: la Chiesa dia più voce alle donne]'', ''Avvenire.it'', 1° novembre 2014.</ref>