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==''Il fascismo e la razza''==
*Nel parlare del cosidetto ''[[Manifesto degli scienziati razzisti]]'' si compiono clamorosi errori, come quello di menzionare Pende<ref>Nicola Pende (1880 – 1970), politico e medico italiano.</ref> come «l'unica figura di primo piano» tra i firmatari, quasi si trattasse di una lista di «giovani assistenti» o figure modeste, mentre tra di esse vi era il presidente dell'Istat Franco Savorgnan e il patron della psichiatria italiana Arturo Donaggio. Ma la conseguenza più negativa dell'aver omesso un'analisi dell'atteggiamento del mondo culturale e universitario era la riduzione della vicenda del razzismo fascista a una questione meramente politica e persino soltanto di politica internazionale, e quindi l'aver accreditato la tesi secondo cui il fascismo non aveva mai avuto propensioni razziste, tantomeno antisemite, e che la scelta di promulgare una legislazione razziale era stata conseguenza del [[Patto d'Acciaio|patto d'acciaio]] con Hitler, e quindi soltanto una concessione all'alleato nazista. (Introduzione, pp. 13-14)
 
*[...] [[Corrado Gini|Gini]] rimase fedele al regime {{NDR|fascista}} sino alla fine e manifestò sempre idee fasciste radicali. Quando l'Italia si avvicinò alla Germania e fu stretto il patto d'acciaio, egli esaltò la grande prospettiva di un nuovo ordine mondiale nazifascista. Per quanto attiene la tematica razziale, Gini non firmò il ''Manifesto degli scienziati razzisti'' e non si segnalò nella campagna razziale. (cap. III, pp. 155-156)
 
*[...] se è forzato attribuire responsabilità a [[Papa Pio XII|Pio XII]] in merito alla Shoah, il discorso cambia se parliamo delle politiche razziali fasciste. In altri termini, se per Pio XII e buona parte del mondo cattolico era inaccettabile l'idea di una soppressione fisica del popolo ebraico e, più in generale, di una politica razziale condotta sul principio del sangue, una discriminazione non cruenta che lasciasse aperta la strada alla conversione e alla reintegrazione per chi volesse allontanarsi dall'ebraismo (e che, di fatto, costituisse un incentivo per ottenere un tale risultato) non era da rigettare. (Epilogo, pp. 430-431)
 
==Note==
<references />
 
==Bibliografia==