Michail Gorbačëv: differenze tra le versioni

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*Cosa rimane dello spirito della ''[[Carta di Parigi]]''? Sembra essere svanito nell'oscurità durante gli anni Novanta. Per anni politici, ministri e capi di Stato non hanno fatto menzione di questo documento. Cosa ne è stato dell'impegno chiave che esso sanciva, quello cioè di «sviluppare meccanismi per la prevenzione e la soluzione di conflitti fra gli Stati partecipanti»? In seguito, non è stato fatto nessun passo sostanziale in questa direzione. (p. 25)
*Trent'anni fa nessuno mise in dubbio che si dovesse considerare la fine della guerra fredda come una vittoria comune. Tutto nacque tramite il dialogo e i negoziati sui problemi più complicati in materia di sicurezza e disarmo, e attraverso il perfezionamento delle relazioni bilaterali. In assenza di tutto questo la guerra fredda e la corsa agli armamenti avrebbero potuto trascinarsi per diversi decenni ancora. E chi può dire a cosa avrebbero portato?<br>Anziché riconoscere tutto questo, l'occidente si dichiarò vincitore. Fu il crollo dell'Unione Sovietica, che i leader americani attribuirono a una politica dal pugno di ferro, a segnare la fine della guerra fredda.<br>Questi ultimi conclusero che fosse ora necessario rafforzare ulteriormente il loro potere militare, imporre la propria volontà e creare un mondo unipolare, un impero americano. Le conseguenze sono evidenti in Medio Oriente e in Nord Africa, così come in Jugoslavia e Ucraina. In Europa, insomma, proprio nel continente che ha vissuto due guerre mondiali! È imperdonabile. (p. 26)
*Le armi nucleari sono come un fucile appeso sullo sfondo di uno spettacolo teatrale: non abbiamo scritto noi l'opera, non la stiamo mettendo in scena, e non siamo quindi a conoscenza delle intenzioni dell'autore, dunque chiunque, e in qualsiasi momento, potrebbe prendere e portare via il fucile dalla scenografia per utilizzarlo. (p. 28)
*Mi preoccupa profondamente il fatto che le Nazioni Unite possano perdere il loro ruolo come strumento principale per risolvere problemi di sicurezza internazionale, sebbene siano state create proprio per questo motivo. (p. 43)
*Quando il presidente americano decise di usare la forza contro l'Iraq – con il pretesto che il Paese possedesse armi di distruzione di massa –, non solo ignorò i fatti, ma si contrappose anche all'opinione della maggior parte dei Paesi del mondo, tra cui alcuni loro alleati. Ma soprattutto, agì senza l'approvazione delle Nazioni Unite: una chiara violazione del diritto internazionale. (p. 46)
*I principali Paesi industrializzati e le loro multinazionali si sono serviti dei processi della globalizzazione per portare avanti i propri interessi. I grandi Paesi in via di sviluppo, come la Cina e l'India, sono stati in grado di adattarsi con successo a tali processi, ma in molte altre nazioni in via di sviluppo è di gran lunga maggiore il numero di chi è rimasto svantaggiato, rispetto a quello di chi invece ne ha tratto beneficio. Per questo motivo, molti considerano la globalizzazione una nuova forma di colonialismo. (pp. 51-52)
*A partire dalla crisi finanziaria del 2007-2008, il numero di miliardari è raddoppiato a livello globale, e oggi sono oltre duemila. Solo nel 2018, il loro reddito è aumentato di novecento miliardi di dollari: un aumento di due miliardi e mezzo al giorno! La ricchezza complessiva delle ventisei persone più ricche al mondo – 1,4 trilioni di dollari – corrisponde al reddito di 3,8 miliardi degli abianti più poveri del mondo. 738 milioni di persone vivono in condizioni di estrema povertà con un reddito inferiore a cinque dollari e mezzo al giorno. (pp. 53-54)
 
==Citazioni su Michail Gorbačëv==