Michail Gorbačëv: differenze tra le versioni

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*[[Heydər Əliyev|Aliyev]] era senza dubbio un politico notevole: astuto, determinato e calcolatore. Guardando alla sua attività in Azerbaigian, rimasi subito impressionato dalla forte lotta da lui ingaggiata contro la corruzione e l'economia parallela. Era stato molto attivo nel suo paese e aveva attuato riforme nel settore dell'agricoltura. Però, scavando più a fondo, arrivai gradualmente a capire che, dietro ai cambiamenti che stavano avvenendo laggiù, c'erano motivi alquanto ambigui. È opinione diffusa, in politica, che le ragioni nascoste siano irrilevanti nella valutazione dei risultati oggettivi. Non è vero. So per esperienza che certe ragioni, in particolare quelle non legittime, incidono invariabilmente sui risultati. Il clan originario che si era esteso a macchia d'olio in Azerbaigian, invadendo tutte le strutture direttive della repubblica, cacciato da Aliyev per corruzione e inefficienza, era stato soppiantato da un altro clan, il cosiddetto «gruppo di Nachičevan». Come in passato, il nepotismo era dilagante. Avendo così creato un potente bacino di appoggio basato sulla logica del clan, Aliyev regnava sovrano. La profusione di sedute, assemblee, manifestazioni, conferenze stampa, incontri con il popolo e altre iniziative democratiche era una mera facciata, la leadership alla guida del paese non era cambiata. (p. 239)
*{{NDR|Su ''[[Pentimento (film 1984)|Pentimento]]''}} Fu girato sotto la protezione di Eduard Ševardnadze e mostrato durante una proiezione privata alla casa del Cinema a un gruppo ristretto di spettatori e, quindi, in altre sale riservate. Il film era una vera bomba: aveva un profondo significato non solo artistico, ma anche politico. (p. 313)
 
==''La posta in gioco''==
===Incipit===
Questo libro, dal titolo ''La posta in gioco'', tratta niente di meno che del futuro del mondo globale. Un po' presuntuoso, forse. Ma dopo tutto, chi può dire dove andrà a finire l'umanità?<br>Le previsioni fatte cento o anche solo venti anni fa oggi non susciterebbero altro che sorrisini di perplessità. In questo libro, però, non voglio fare nessun pronostico. Al contrario, voglio riflettere sul nostro comportamento, su ciò per cui stiamo lottando e che dovremmo evitare, se speriamo di salvaguardare il nostro mondo per le generazioni future.
 
===Citazioni===
*La generazione di politici a cui appartengo si costituì nel dopoguerra. Alcuni di noi avevano combattuto nella seconda guerra mondiale, altri avevano sperimentato questo terribile flagello quando ancora erano bambini o adolescenti. Questo conflitto mondiale aveva lasciato nelle nostre anime delle cicatrici così profonde da insegnarci a fare tesoro della pace. (p. 23)
*Cosa rimane dello spirito della ''[[Carta di Parigi]]''? Sembra essere svanito nell'oscurità durante gli anni Novanta. Per anni politici, ministri e capi di Stato non hanno fatto menzione di questo documento. Cosa ne è stato dell'impegno chiave che esso sanciva, quello cioè di «sviluppare meccanismi per la prevenzione e la soluzione di conflitti fra gli Stati partecipanti»? In seguito, non è stato fatto nessun passo sostanziale in questa direzione. (p. 25)
*Trent'anni fa nessuno mise in dubbio che si dovesse considerare la fine della guerra fredda come una vittoria comune. Tutto nacque tramite il dialogo e i negoziati sui problemi più complicati in materia di sicurezza e disarmo, e attraverso il perfezionamento delle relazioni bilaterali. In assenza di tutto questo la guerra fredda e la corsa agli armamenti avrebbero potuto trascinarsi per diversi decenni ancora. E chi può dire a cosa avrebbero portato?<br>Anziché riconoscere tutto questo, l'occidente si dichiarò vincitore. Fu il crollo dell'Unione Sovietica, che i leader americani attribuirono a una politica dal pugno di ferro, a segnare la fine della guerra fredda.<br>Questi ultimi conclusero che fosse ora necessario rafforzare ulteriormente il loro potere militare, imporre la propria volontà e creare un mondo unipolare, un impero americano. Le conseguenze sono evidenti in Medio Oriente e in Nord Africa, così come in Jugoslavia e Ucraina. In Europa, insomma, proprio nel continente che ha vissuto due guerre mondiali! È imperdonabile. (p. 26)
 
==Citazioni su Michail Gorbačëv==
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*Michail Gorbaciov, ''La casa comune europea'', traduzione a cura della APN Publishing House<!--nel libro c'è scritto così: non c'è il nome di un traduttore preciso-->, Mondadori, Milano, 1989. ISBN 88-04-33183-6
*Michail Gorbačëv, ''Ogni cosa a suo tempo. {{small|Storia della mia vita}}'', taduzione di Nadia Cigognini e Francesca Gori, Marsilio, 2013, ISBN 978-88-317-1518
*Michail Gorbačëv, ''La posta in gioco. {{small|Manifesto per la pace e la libertà}}'', traduzione di Monica Manzella, Baldini+Castoldi, ISBN 978-88-9388-304-7
 
==Voci correlate==