Giorgio Candeloro: differenze tra le versioni

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===Vol. V ''La costruzione dello Stato unitario 1860-1871''===
*La data del 1860 è da preferirsi a quella del 1870 come punto di arrivo del periodo propriamente risorgimentale e di inizio di quello dell'Italia unita perché, sebbene i fini fondamentali della lotta per l'indipendenza e l'unità possano dirsi pienamente raggiunti soltanto con le annessioni di Venezia e di Roma<ref>Nel 1866 (terza guerra d'indipendenza) e nel 1870 (breccia di Porta Pia).</ref>, queste annessioni non modificarono la conclusione politica del Risorgimento, cioè il sistema monarchico-moderato che aveva trionfato nell'autunno del '60, e perché nel 1860 si iniziò una continuità di vita statale, che dura ormai da più di in secolo e conserva ancora oggi in misura notevole l'impronta che le fu data nel decennio 1860-70. (cap. I, p. 9)
*Convinto che l'economia fosse una scienza fondata su leggi naturali, [[Francesco Ferrara (senatore)|Ferrara]] si ricollegò essenzialmente alla tradizione ottimistica della scuola francese del Say e del Bastiat. Egli respinse perciò ogni concezione antagonistica o dualistica dei fenomeni economici, a cominciare da quella di [[David Ricardo|Ricardo]], e cercò di delineare una visione unitaria della produzione e dello scambio risolvendo i fenomeni di produzione in quelli di scambio in un solo sistema di armonie di mercato. In sostanza giunse al concetto di equilibrio generale, pur senza dare di esso una formulazione matematica, come fecero poi i teorici dell'utilità marginale. (cap. I, p. 75)
*[...] Ferrara si poneva come innovatore rispetto alla tradizione di studi fino a quel momento prevalente in Italia, poiché subordinava decisamente alla scienza economica, fondata, secondo lui, su leggi universalmente valide, ogni ricerca statistico-induttiva ed ogni problema di politica economica. (cap. I, pp. 76-77)
*Gli [[Scapigliatura|scapigliati]], animati da un esasperato individualismo, assunsero atteggiamenti cinici e si sforzarono di rompere con la morale corrente anche nel loro modo di vivere. Influenzati dal Baudelaire e da alcuni romantici tedeschi essi contribuirono in una certa misura al generale processo di europeizzazione della cultura italiana. Sebbene ostilissimi al romanticismo vaporoso del Prati e dell'Aleardi, rimasero sostanzialmente dei romantici, vicini per i loro atteggiamenti ribelli ed individualistici allo spirito del romanticismo tedesco originario e di una parte del romanticismo francese; ma subirono anche l'influenza del positivismo e prepararono lo sviluppo successivo del realismo. (cap. I, p. 87)