Howard Phillips Lovecraft: differenze tra le versioni

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*Si dice che a Ulthar, oltre il fiume Skai, non si possono uccidere i gatti, e mentre guardo la bestiola accoccolata a far le fusa davanti al caminetto, non ho nessun motivo per dubitarne. Enigmatico, il [[gatto]] è affine a quelle strane cose che l'uomo non può vedere. È lo spirito dell'antico Egitto, depositario dei racconti a noi giunti dalle città dimenticate delle terre di Meroe e Ophir. È parente dei signori della giungla, erede dell'Africa oscura e feroce. La [[Sfinge]] è sua cugina, e lui parla la sua lingua; ma il gatto è più vecchio della Sfinge, e ricorda ciò che lei ha dimenticato. (da ''I gatti di Ulthar'', 1920)
*Arrivato ai miei ultimi giorni, e spinto verso la follia dalle atroci bana­lità dell'esistenza che scavano come gocce d'[[acqua]] distillate dai tortu­ratori sul corpo della vittima, cercai la salvezza nel meraviglioso rifu­gio del sonno. Nei sogni trovai un poco della bellezza che avevo inva­no cercato nella vita e m'immersi in antichi giardini e boschi incanta­ti. Una volta che il vento era particolarmente dolce e profumato sentii il richiamo del sud e salpai languido, senza meta, sotto costellazioni ignote. (da ''Ex Oblivion'', 1921)
*''Non è morto ciò che può vivere in eterno, | E in strani eoni anche la morte può morire.'' {{NDR|[[poesie dai libri|poesia]]}} (da ''La Città senza Nome'', 1921)<ref>''"Tutti i romanzi e i racconti. Il sogno. Tutte le storie oniriche e fantastiche - Il Mito - I. Le Storie del Ciclo di Cthulhu", pag. 1114.</ref>
*Che gli dei misericordiosi, se esistono, ci proteggano nelle ore in cui né il potere della [[volontà]], né le droghe inventate dagli uomini posso­no tenerci lontani dall'abisso del sonno. La [[morte]] è compassionevole perché da essa non c'è ritorno, ma chi emerge, pallido e carico di ri­cordi, dai recessi della notte, non avrà più pace. Che imbecille sono stato a intraprendere con tanta incoscienza lo studio di misteri che l'[[uomo]] non dovrebbe affatto conoscere! (da ''Hypnos'', 1922)
*L'immaginazione è il più grande rifugio che esista. (da una lettera a F. B. Long del 9 giugno 1922)
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*“Ma sei assolutamente certo che la tua scoperta sarà per l'umanità un bene tale da compensare questi sacrifici?” Gli occhi di Clarendon lampeggiarono pericolosamente. “L'[[umanità]]! E che cos'è l'umanità? La [[scienza]]! Sciocchi! Sempre e solo individui! L'umanità va bene per i predicatori... per loro significa folle di ciechi creduloni. L'umanità va bene per i ricchi avidi: a loro parla di dollari e di ''cents''. L'umanità va bene per i politicanti: per loro significa un potere collettivo da usare per il proprio tornaconto. Che cos'è l'umanità? Niente! Grazie a Dio questa rozza illusione non è durata! Un uomo veramente adulto adopera la verità... la conoscenza... la scienza... la luce... strappare il velo e sconfiggere le ombre. La conoscenza, il Grande Moloch! C'è morte nei nostri riti. Dobbiamo uccidere, sezionare, distruggere... tutto per amore della scoperta... il culto della luce ineffabile. La dea Scienza lo esige. Sperimentiamo un veleno dubbio uccidendo. In quale altro modo potremmo farlo? Non si può pensare all'individuo... solo alla conoscenza... bisogna conoscerne l'effetto.” (da ''L'ultimo esperimento di Clarendon'', 1927)<ref>"Tutti i romanzi e i racconti. Il sogno. Tutte le storie oniriche e fantastiche - L'Incubo - I. I Racconti", pag. 371.</ref>
*Il fascino del macabro è generalmente poco diffuso perché esige dal lettore un certo grado di fantasia ed una notevole capacità di distacco dalla vita quotidiana. Sono pochi gli individui relativamente immuni dalla monotonia della vita di ogni giorno, almeno di quel tanto sufficiente a rispondere ai richiami provenienti dall’esterno, e i racconti di sensazione ed avvenimenti, o di comuni deformazioni sentimentali di tali sensazioni ed eventi, occuperanno sempre il primo posto nel gusto della maggioranza delle persone. E questo probabilmente è giusto, in quanto faccende ordinarie costituiscono la maggior parte dell’esperienza umana. Ma le sensazioni sono sempre con noi e, talvolta, un bizzarro tocco di fantasia invade anche gli angoli più riposti della mente più pragmatica; perciò nessuna razionalizzazione, riforma o analisi freudiana, può cancellare del tutto la paura dei sussurri vicino all’angolo del camino o nel bosco solitario. (da ''Supernatural Horror in Literature'', 1927)<ref>"Tutti i romanzi e i racconti. Il sogno. Tutte le storie oniriche e fantastiche - Il Mito - II. Miscellanea e Saggi", pag. 1843.</ref>
*L’ignoto, che è anche l’imprevedibile, divenne per i nostri primitivi antenati una terribile fonte di doni e calamità elargiti all’uomo per motivi nascosti ed imponderabili, e quindi appartenenti a sfere di esistenza di cui nulla sappiamo e che non ci riguardano. Il fenomeno del sognare, analogamente, servì a creare il senso del soprannaturale: per cui non c’è da stupirsi del fatto che la vita dell’uomo è impregnata di religione e di superstizione. Tale presenza dev’essere considerata permanente, come un fatto puramente scientifico, per quanto riguarda la mente subconscia e gli istinti interiori. Se infatti l’area dell’ignoto subisce una contrazione da migliaia di anni, un mistero infinito abbraccia ancora la maggior parte del cosmo esterno, mentre una notevole quantità di superstizioni ereditarie permea tutti gli oggetti e quei processi che un tempo erano misteriosi, per quanto, adesso, possano essere tranquillamente spiegati. Oltre a ciò, vi è una presenza degli istinti atavici nel nostro tessuto nervoso che li rende misteriosamente attivi, e questo anche se la mente cosciente viene ad essere liberata da tutte le fonti di stupore. Infatti noi ricordiamo il dolore e la minaccia della morte più vividamente del piacere e, poiché i nostri sentimenti nei confronti degli aspetti benefici dell’ignoto sono stati fin dal principio incanalati in riti religiosi convenzionali, è toccato al lato più oscuto e malefico del mistero cosmico di figurare in primo piano nelle tradizioni popolari soprannaturali. Questa tendenza è esaltata dal fatto che incertezza e pericolo sono da sempre stretti alleati, rendendo così quanto c’è di occulto e misterioso nel mondo quasi un sinonimo di malvagità e pericolo. Quando poi si aggiunge al senso di paura e di malvagità l’inevitabile fascino del prodigio e della curiosità, ecco nascere un insieme composito di acuta emozione e fantasia, la cui vitalità vivrà necessariamente tanto quanto la razza umana. I bambini avranno sempre paura del buio, e gli uomini dotati di menti sensibili tremeranno sempre al pensiero di strani mondi animati di vita misteriosa che vibrano negli abissi al di là delle stelle, o incombono sul nostro pianeta da dimensioni terribili che solo i morti ed i folli possono vedere. Date queste premesse, nessuno si stupirà dell’esistenza di una letteratura dell’Orrore Cosmico. È sempre esistita e sempre esisterà; e non c’è miglior prova della sua forza del citare l’impulso che di tanto in tanto trascina scrittori di tendenze diametralmente opposte ad esercitare saltuariamente la penna in qualche racconto dell’Orrore, come a voler liberare la mente da certe forme di fantasmi che altrimenti li tormenterebbero. (da ''Supernatural Horror in Literature'', 1927)<ref>''"Tutti i romanzi e i racconti. Il sogno. Tutte le storie oniriche e fantastiche - Il Mito - II. Miscellanea e Saggi", pag. 1844.</ref>
*Noi camminiamo nell'oscurità insieme a fantasmi e spettri che non conosciamo e il nostro piccolo mondo si immerge ciecamente in abissi senza fondo, verso mete che non possiamo neanche concepire. Il pensiero stesso è una fusione tra credenza e capacità di intendere. Noi ci illudiamo pensando di conoscere ogni cosa inerente il nostro mondo, ma non è così, e ci stupiremmo se sapessimo realmente ogni cosa o se potesse veramente esserci pace e sicurezza per tutti in questo vasto universo. (da ''Qualcosa dall'alto'', 1929)<ref>"Tutti i romanzi e i racconti. Il sogno. Tutte le storie oniriche e fantastiche - L'Incubo - II. Miscellanea", pag. 552.</ref>
*Né le geometrie non euclidee, né la fisica quantistica, bastano ad aprire certi cervelli, e quando si mischiano questi valori con il folklore e si tenta di scoprire uno strano retroterra di realtà multidimensionali dietro le allusioni demoniache delle storie gotiche e dietro i bisbigli timidi fatti presso l'angolo del focolare, difficilmente ci si può aspettare di essere del tutto liberi dai disordini mentali. (da ''I sogni nella casa stregata'', 1932)<ref>"Tutti i romanzi e i racconti. Il sogno. Tutte le storie oniriche e fantastiche - Il Mito - I. Le Storie del Ciclo di Cthulhu", pag. 1608.</ref>
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*In un [[universo]] senza [[scopo]], tutto è uguale e nulla vale la [[pena]] di un serio [[pensiero]]. Non ci resta che cogliere ciò che preferiamo e sorridere, rendendoci conto che dove non esistono autentiche direzioni l'una vale l'altra. Ed è meglio non cadere nell'assurdo eccitandosi o dandosi alla [[violenza]], alle aberrazioni e ai comportamenti antisociali a causa di qualche illusoria sciocchezza. Nulla è importante, ma forse è più confortevole mantenere la calma e non interferire con gli altri. (da ''Lettere dall'altrove'')
*La [[verità]] non esiste e la [[vita]] come la immaginiamo di solito è una rete arbitraria e artificiale di [[illusioni]] da cui ci lasciamo circondare. Sappiamo che esse sono il semplice risultato di accidenti o punti di vista, ma non abbiamo nulla da guadagnare ad abbatterle. E infatti, è straordinariamente insensato voler abbattere con un forcone da stalla un miraggio che non è mai esistito. Penso che all'[[uomo]] assennato convenga scegliere le fantasie che più gli aggradano e crogiolarvisi innocentemente, conscio del fatto che, siccome la [[realtà]] non esiste, non c'è niente da guadagnare e molto da perdere nel buttarle via. Ancora, non esistono fantasie preferibili ad altre, perché la misura del loro valore dipende dal rispettivo grado di adattamento alla [[mente]] che le contiene. (da ''Lettere dall'altrove'')
*Lo spettacolo dato dai cristiani e dagli idealisti atei che combattono una lotta mortale è davvero grottesco: viene da considerarlo come una batracomachia, o come la guerra tra i pigmei e le gru.</br>Il materialista è l'unico pensatore che fa uso della conoscenza e dell'esperienza che i secoli hanno procurato alla razza umana. È l'uomo che, mettendo da parte gli istinti e i desideri, che sa essere animali e primitivi, e le fantasie e le emozioni, che sa essere puramente soggettive e legate alle ben note illusioni del sogno e della follia, osserva il cosmo avendo ridotto al minimo i pregiudizi personali, come uno spettatore distaccato che perviene, con mente aperta, ad una visione di fronte alla quale non pretende di avere alcuna conoscenza precedente.</br>Egli affronta l'universo senza pregiudizi o dogmi, non vuole progettare il dover-essere, né diffondere nel mondo un'idea particolare, ma è dedito solamente all'osservazione, per quanto è possibile, e all'analisi di tutto ciò che può esistere. Egli vede l'infinità, l'eternità, la mancanza di scopi e l'agire automatico della creazione e, in essa, la totale, abissale insignificanza dell'uomo e del mondo.</br>Vede che il mondo è solo un granello di polvere la cui esistenza dura un attimo e che perciò tutti i problemi dell'uomo non contano nulla: inezie senza rapporto con l'infinito. Vede chiaramente la debolezza e la fallacia della giustizia e sente l'assurdità della dottrina dell'immortalità della persona, quando in verità la personalità e il pensiero sono propri soltanto della materia altamente organizzata. Riconosce l'impossibilità di cose come delle intellligenze vaghe e incorporee: «vertebrati gassosi», come li ha spiritualmente battezzati [[Ernst Haeckel|Haeckel]]. (da ''Idealismo e materialismo: una riflessione'')<ref>''"Tutti i romanzi e i racconti. Il sogno. Tutte le storie oniriche e fantastiche - Il Sogno - Saggi", pag. 1032-1033.</ref>
*Idealismo e materialismo! Illusione e verità! Scompariranno insieme nell'oscurità solo quando l'uomo avrà cessato di esistere, quando sotto gli ultimi tremuli raggi di un sole morente perirà l'ultimo vestigio di vita organica sul nostro granellino di sabbia cosmica.</br>E sui neri pianeti che ruotano diabolicamente attorno ad un sole nero, il nome dell'uomo sarà dimenticato. Neppure le stelle canteranno la sua fama, perforando l'etere con aghi crudeli di pallida luce. Ma chi non sarà così audace da formulare analogie, tanto da dire che degli uomini o delle cose dotate di facoltà umane si insuperbiscono su innumerevoli miriadi di pianeti che, non veduti, roteano attorno a delle stelle lontane? Le loro menti possono essere più grandi o più piccole delle nostre; probabilmente, alcuni mondi ospitano creature più ottuse, mentre altri danno asilo ad esseri che chiameremmo dèi per la loro saggezza. Ma sia che i loro abitanti siano più grandi o più piccoli di noi, nessuno può dubitare che, su ogni mondo in cui esiste il pensiero, esistono anche i sistemi dell'idealismo e del materialismo, eternamente e immutabilmente contrapposti. (da ''Idealismo e materialismo: una riflessione'')<ref>"Tutti i romanzi e i racconti. Il sogno. Tutte le storie oniriche e fantastiche - Il Sogno - Saggi", pag. 1036.</ref>
*Per i materialisti, la mente sembra chiaramente non una cosa ma una modalità di movimento o una forma di energia.</br>Ora, per quanto la somma dell'energia nell'universo (parlando senza riferimenti alle recenti scoperte della fisica e della chimica subatomica) sia virtualmente indistruttibile, vediamo con molta chiarezza che essa è eminentemente soggetta a trasformazioni da una forma all'altra. L'energia meccanica diventa, in condizioni appropriate, elettricità, e, in altre condizioni, l'elettricità si muta in luce e calore. Niente si perde, ma tutto si trasforma.</br>Ora, io considero il principio vitale come una forma di energia, e la mente è solo una delle molte manifestazioni complesse di quel principio. È un prodotto e un attributo di certe forme e processi della materia e, quando quella materia si disintegra, cessa di esistere, proprio come il calore molecolare cessa di esistere nella dispersione o disintegrazione delle molecole materiali che lo rendono possibile.</br>Niente si perde, non più di quanto l'energia elettrica si trasformi in energia luminosa: ma avviene una metamorfosi completa, e l'dentità di mente e vita si distrugge, mentre le unità di energia si disperdono in altre forme: soprattutto calore radiante e altre onde dell'etere. La mente non è più importante della fiamma di una candela. La fiamma è immortale, se vogliamo avere una visione poetica e riflettere sul fatto che le unità di energia non si perdono mai nell'universo, ma vanno semplicemente dissipate e incorporate in altre forme e fenomeni. (da ''Il materialista oggi'')<ref>''"Tutti i romanzi e i racconti. Il sogno. Tutte le storie oniriche e fantastiche - Il Sogno - Saggi", pag. 1037-1038.</ref>
*Il mondo, la vita e l'universo che conosciamo sono soltanto una nuvola passeggera; ieri non esisteva e domani la sua esistenza sarà dimenticata. Nulla importa: tutto ciò che accade, accade attraverso l'automatico e inflessibile interagire degli elettroni, atomi e molecole di infinito, secondo modelli che coesistono in una stessa entità di base. L'idea generale è quella di un caleidoscopio con le sue infinite modificazioni; non c'è scopo né obiettivo nella creazione, poiché tutto è un ciclo incessante e ripetitivo di transizioni dal nulla al nulla.</br>Ad ogni modo, tutto ciò non deve necessariamente inquietare. Le aspirazioni dello spirito umano, così appassionatamente chiamate in causa dai teisti, sono sufficientemente belle di per se stesse; e non c'è bisogno di distruggerle per cercarne le componenti fisiologiche (anche se è relativamente facile farlo), né di attribuire loro un significato cosmico che, per quanto sia poetico da immaginare, certamente non è logicamente deducibile dalla loro esistenza e dalle loro caratteristiche.</br>È dimostrazione di maggiore sensibilità accettare semplicemente l'universo così com'è, e farla finita. Tutto è illusione, vuoto e nulla, ma cosa importa? Le illusioni sono tutto ciò che abbiamo, e dunque fingiamo pure di aggrapparci a loro; esse presentano valori drammatici e confortanti di sensazioni di finalità a cose che in realtà sono senza valore e senza scopo: tutto ciò che si può fare logicamente è lasciar scorrere placidamente e cinicamente la nostra vita, secondo schemi tradizionali artificiali che l'ereditarietà e l'ambiente ci hanno trasmesso. Rimanendo fedeli a queste cose, si avranno maggiori soddisfazioni della vita. (da ''Il materialista oggi'')<ref>"Tutti i romanzi e i racconti. Il sogno. Tutte le storie oniriche e fantastiche - Il Sogno - Saggi", pag. 1038-1039.</ref>