Michel de Montaigne: differenze tra le versioni

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*Non potrò mai dire abbastanza quanto io ritenga la bellezza una qualità potente e vantaggiosa. Egli {{NDR|[[Socrate]]}} la chiamava una breve tirannia, e [[Platone]] il privilegio della natura. (XII; 2014)
*Se non sapete morire, non preoccupatevene, la natura vi istruirà sul momento, in modo completo e sufficiente: compirà a puntino questa operazione per voi, non datevene la briga. (XII; 2012, p. 1957)
*Noi turbiamo la vita con la preoccupazione della morte, e la morte con la preoccupazione della vita. L'una ci affligge, l'altra ci spaventa. Non è contro la morte che ci prepariamo, è cosa troppo momentanea. Un quarto d'ora di acquiescenza senza conseguenza, senza danno, non merita precetti particolari. A dire il vero ci prepariamo contro le preparazioni alla morte. (XIIIXII; 2012, p. 1957)
*Ed anche sul più alto [[trono]] della terra non siamo seduti che sul nostro [[Natiche|culo]]. (XIII; 2008, p. 1190)
*Chi teme di soffrire, soffre già perché teme. (XIII; 2014)
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*Lasciamo fare un po' alla natura: essa capisce i suoi affari meglio di noi. (XIII; 2014)
*Le leggi mantengono il loro credito non perché sono giuste, ma perché sono leggi. È il fondamento misterioso della loro autorità. Non ne hanno altri. E torna loro a vantaggio. Sono fatte spesso da gente sciocca. Più spesso da persone che, per odio dell'eguaglianza, mancano di equità. Ma sempre da uomini: autori vani e incerti. Non c'è nulla così gravemente e largamente né così frequentemente fallace come le leggi. Chiunque obbedisca loro perché sono giuste, non obbedisce loro giustamente come deve. (XIII; 2014)
*Noi turbiamo la vita con la preoccupazione della morte, e la morte con la preoccupazione della vita. L'una ci affligge, l'altra ci spaventa. Non è contro la morte che ci prepariamo, è cosa troppo momentanea. Un quarto d'ora di acquiescenza senza conseguenza, senza danno, non merita precetti particolari. A dire il vero ci prepariamo contro le preparazioni alla morte. (XIII; 2012, p. 1957)
*Che cosa hanno guadagnato i nostri legislatori a trascegliere centomila specie e fatti particolari e applicarvi centomila leggi? Questo numero non ha alcuna proporzione con l'infinita diversità delle azioni umane. (XIII; 2012, p. 1983)
*{{NDR|Le leggi}} [...] sarebbe meglio non averne affatto che averle in tal numero come le abbiamo noi. (XIII; 2012, p. 1983)