Robert M. Pirsig: differenze tra le versioni

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*Con una motocicletta non è per motivi romantici o perfezionistici che si rispetta la precisione. L'enorme forza del calore e la pressione esplosiva dentro questo motore possono essere controllate unicamente grazie all'estrema precisione di questi strumenti. A ogni esplosione la [[Biella (meccanica)|biella]] cala sull'albero a gomito con una pressione di molte centinaia di chili per centimetro quadrato. Se l'aderenza della biella all'albero a gomito è precisa, la forza dell'esplosione verrà trasferita senza scosse e il metallo sarà in grado di sopportarla. Ma se l'aderenza non è perfetta e c'è un gioco di pochi centesimi di millimetro la forza dell'eplosione avrà la violenza di un colpo di martello, e la biella e la superfecie del cuscinetto verranno presto appiattite, con un rumore sulle prime molto simile a quello delle [[punteria|punterie]] lasche. (pp. 101-102)
*Ecco perché adesso sto facendo un controllo. Se c'è ''veramente'' gioco nel piede della [[Biella (meccanica)|biella]] e cerco di tirare fino alle montagne senza una revisione, il rumore diventerà sempre più forte, finché la biella non si staccherà, batterà contro l'albero a gomito e distrugerà il motore. A volte le bielle rotte perforano addirittura il carter e l'olio cola tutto sulla strada. (p. 102)
*La quarta [[punteria]] ha troppo gioco, come avevo sperato. La registro, controllo la messa in fase e vedo che è a posto: le puntine non sono bruciate, per cui le lascio stare, avvito i coperchi delle valvole, rimetto le [[candela di accensione|candele]] e metto in moto. Il rumore delle punterie è scomparso, ma questo non vuol dire, finché l'olio è ancora freddo. [...] Faccio un paio di isolati e non sento nessun battito di punterie. Il motore incomincia a fare un bel rumore, penso che sia a posto. Comunque non tirerò delle conclusioni azzardate finché non avremo fatto almeno venti chilometri. (p. 105)
*Il vero scopo del [[metodo scientifico]] è quello di accertare che la natura non ti abbia indotto a credere di sapere quello che non sai. (p. 111)
*È nelle [[candela di accensione|candele]] che l'impianto elettrico causa ''direttamente'' l'accensione del motore, e se non si fa una verifica in quel punto non si potrà mai sapere se il guasto è di origine elettrica o no. (p. 112)
*Per una verifica precisa il meccacino toglie le [[candela di accensione|candele]] e le appoggia al motore in modo da stabilire un contatto elettrico, preme la leva dell'avviamento e guarda la candela in attesa di una scintilla azzurra. Se la scintilla non scocca, ci sono due possibilità: ''a'') c'è un guasto elettrico; oppure ''b'') il suo esperimento è mal fatto. Un meccanico esperto lo ripeterà ancora un paio di volte, verificherà i contatti e cercherà in tutti i modi di far scoccare la scintilla. Se non ci riesce, arriverà alla conclusione che ''a'' è corretto, cioè c'è un guasto elettrico, e l'esperimento è concluso: egli ha verificato la sua ipotesi. (pp. 112-113)
*La vera Università non ha un'ubicazione specifica. Non ha possedimenti, non paga stipendi e non riceve contributi materiali. La vera Università è una condizione mentale. È quella grande eredità del pensiero tradizionale che ci è tramandata attraverso i secoli e che non esiste in nessun luogo specifico; viene rinnovata attraverso i secoli da un corpo di adepti tradizionalmente insigniti del titolo di professori, ma nemmeno questo titolo fa parte della vera Università. Essa è il corpo della ragione stessa che si perpetua.<br/>Oltre a questa condizione mentale, la "ragione", c'è un'entita legale che disgraziatamente porta lo stesso nome ma è tutt'altra cosa. Si tratta di una società che non ha scopi di lucro, di un ente statale con un indirizzo specifico che ha dei possedimenti, paga stipendi, riceve contributi materiali e di conseguenza può subire pressioni dall'esterno. Ma questa Università, l'ente legale, non può insegnare, non produce sapere e non vaglia idee. È solo un edificio, la sede della chiesa, il luogo in cui sono state create le condizioni favorevoli a che la chiesa potesse esistere. (p. 149-150)
*La qualità... sappiamo cos'è eppure non lo sappiamo. Questo è contraddittorio. <br /> Alcune cose sono meglio di altre cioè hanno più qualità. Ma quando provi a dire in che cosa consiste la qualità astraendo dalle cose che la posseggono, paff, le parole ti sfuggono di mano. <br /> Ma se nessuno sa cos'è, ai fini pratici non esiste per niente. Invece esiste eccome. <br /> Su cos'altro sono basati i voti, se no? Perché mai la gente pagherebbe una fortuna per certe cose, e ne getterebbe altre nella spazzatura? <br /> Ovviamente alcune sono meglio di altre... ma in cosa consiste il «meglio»?... (p. 183)