Demetrio Volcic: differenze tra le versioni

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*[[Enver Hoxha]] ha sempre coltivato la tesi che più un paese è lontano, più si dimostrerà amico. (p. 233)
*{{NDR|Sulla [[Repubblica Popolare Socialista d'Albania]]}} La vita è una lotta continua. Sulle pareti delle case, con la vernice rossa si invocava: «lotta contro i burocrati; lotta contro la dolce vita; lotta contro le credenze religiose; lotta contro gli imperialisti e i revisionisti; lotta contro Tito». Per lottare tanto bisognava avere testa fredda e corpo gagliardo. Al mattino giovani e vecchi facevano ginnastica all'aperto. Questa passione era una novità importata dalla Cina.<br>È l'unica immagine che conservo dell'Albania, ormai sbiadita nei ricordi. (p. 234)
*{{NDR|SullaSul [[Regno di Romania]]}} A suo tempo la Romania fu un paese allegro, spensierato, pronto a molti compromessi. Tutte le capitali dell'Est con orgoglio si autodefinivano delle piccole Parigi, ma solo Bucarest lo fu davvero. I viaggiatori del tempo passato raccontano di donne stupende finiti nei letti miliardari. Una certa Lupescu, che già con il solo nome aveva turbato i nostri sogni di adolescenti, persino in quello del re. Le donne romene sarebbero state più matte e ben più imprevidibili del solito genere russo o polacco: donne da gioielli, duelli e cento rose al giorno, e già circondate da un alone di harem orientale. Giravano per i salotti i ruffiani di grido e in strada sfilavano con destrezza i portafogli gli zingari che non toccavano i poveri. (p. 238)
*Ormai gli standardi di bellezza li stabiliva quella megera di Elena Ceausescu, presuntuosa quanto vanitosa, che da maestrina divenne membro dell'Accademia delle scienze e arbitro di tutto lo scibile, ivi compreso il marito. (p. 239)
*Ai tempi del socialismo «scientifico», inventato da Ceausescu e descritto in decine di libri, tradotti a sue spese in tutte le lingue, un regalo terribile e soprattutto pesante per chi lo riceveva, il dittatore aveva la mania di Mussolini, il desiderio di cambiare la razza. I contadini romeni, calati nelle città per favorire l'industrializzazione del paese, mettevano pancia intorno alla trentina e preferivano muoversi poco. Avrebbero dovuto trasformarsi in membri di una falange, maschia, slanciata e magari bionda. (p. 240)