Norman Manea: differenze tra le versioni

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*Eliade è stato un ingegno enciclopedico, eclettico. Ma si è rifugiato nell'ambiguità per non rispondere delle sue scelte. Ha scritto troppo. Pochi suoi libri resteranno, nessuno è arte.
*La Romania ha una lunga tradizione di sottomissione, opportunismo, compromessi. È un paese che manca di carattere.
 
{{Int|Da [https://www.avvenire.it/agora/pagine/manea ''Le memorie di Norman Manea: «Curiamo la patologia del dolore»'']|Intervista di Daniela Pizzagalli, ''Avvenire.it'', 19 settembre 2017}}
*Le politiche isteriche e contraddittorie hanno provocato danni incredibili, come la Brexit, uno choc che ancora non abbiamo assorbito. E pensare che con tanta fiducia avevo goduto dell'ingresso in Europa delle nazioni dell'Est, in particolare della Romania. Non so se sia stato un bene per l'Europa, questo allargamento a Paesi non abituati alle regole democratiche, ma per la Romania è stato l'avveramento di un sogno. Noi ci siamo sempre sentiti i latini dell’Est, sia come lingua che come cultura, la nostra capitale morale era Parigi.
*Oggi in America è scomparso il dibattito intellettuale sulla scena pubblica. Chiunque può sostenere tutto e il contrario di tutto, circolano le ''fake news'' più sfacciate anche se smentite platealmente.
*{{NDR|Su [[Donald Trump]]}} Il suo esperimento narcisista della sfida al buon senso esprime una scissione culturale profonda e burlesca, derivata dallo scadimento dell'istruzione e dall'arroganza del denaro della società mercantile.
*L'islam vive nel passato, mentre l'ebraismo e il cristianesimo si sono evoluti, adeguati ai tempi. Apprezzo molto [[papa Francesco]], è un vero riformatore, perché pur restando all'interno della Chiesa promuove la libertà di pensiero. Ma se i cristiani non sono più quelli delle crociate, rinnegando i metodi violenti, nell'islam prevale un’intensa patologia del rancore in grado di coalizzare frustrazioni e utopia.
 
{{Int|Da [https://www.insulaeuropea.eu/2017/11/01/emilia-david-intervista-norman-manea/ ''Emilia David intervista Norman Manea'']|Intervista di David Emilia, ''Insulaeuropa.eu'', 1 novembre 2017}}
*Il regime comunista creò la censura. Esisteva anche prima della guerra, ma aveva altre caratteristiche. Il tipo di censura di cui parliamo, invece, fu introdotta dal partito unico. La prima generazione di censori era composta da imbecilli totali. Venivano selezionati secondo l'origine sociale, dunque, non avevano idea di cosa facevano, seguivano rigidamente le istruzioni del partito. Poi venne il cosiddetto "periodo dell'apertura" e "del disgelo" negli anni Sessanta. Fu un'apertura importante, venne fuori una nuova generazione, furono tradotte opere importanti della letteratura moderna, furono recuperate opere fondamentali di autori romeni proibiti per motivi ideologici o perché appartenevano alla corrente surrealista e così via. Fu un periodo, credo, molto fertile a livello culturale. [...] Dopodiché la censura si fece sempre più severa. Il "più amato figlio del popolo" divenne sempre più sgradevole, ma era acclamato ovunque, tutti raccontavano barzellette su di lui.
*La Romania è diversa. Lì tutto si basa su relazioni personali, la verità, come si dice in rumeno "non è sul tavolo, ma sotto il tavolo", ovvero è negoziabile di nascosto, e da lì viene adattata, mitigata, amplificata.
*Se vai in strada e cominci a gridare "Abbasso Ceaușescu, abbasso questo o quest'altro" ti arrestano, ti mettono in carcere e hai finito. Ma se trovi delle battute per esprimerti è diverso, e in generale nei sistemi totalitari la produzione di battute e barzellette è ai massimi livelli e tra le più intelligenti.
*L'esilio è uno spossessamento e una dislocazione. Se questi due elementi riguardano, nel caso dello scrittore, la lingua, allora sono dirette verso il suo stesso centro vitale. Anche un dentista, un ingegnere o persino un avvocato possono soffrire a seguito di un esilio. Ma nessuno viene colpito nel suo essere in maniera così profonda come lo scrittore, al quale è stata tolta la lingua. Togliergli la lingua vuol dire togliergli tutto.
 
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