Laurence Sterne: differenze tra le versioni

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*Per chi può difendere le proprie ragioni con l'eloquenza dell'equipaggio, e trionfare fragorosamente precorso da mezza dozzina di lacchè e da un paio di cuochi, [[Parigi]] è un'ottima piazza d'arme, ed ei potrà campeggiarla quanto è lunga e larga a sua posta. (XXX; 1813, [[s:Pagina:Viaggio sentimentale di Yorick (1813).djvu/102|p. 83]])
*Parmi che i precisi e invariabili distintivi del [[Nazione|nazionale]] carattere si ravvisino più in queste minuzie {{NDR|le metafore usate dai Francesi}}, che ne' gravissimi affari di stato, ne' quali i magnati di tutti i popoli hanno dicitura e andatura sì indistintamente uniforme, ch'io per potermi scegliere più l'uno che l'altro di que' signori non isborserei nove soldi. (XXXI; 1813, [[s:Pagina:Viaggio sentimentale di Yorick (1813).djvu/106|p. 87]])
*Siate pur benedette, o lievissime cortesie! voi spianate il sentiero alla vita; voi gareggiando con la Bellezza e le Grazie che fanno alla prima occhiata germinare in petto l’amorel'amore, voi disserrate ospitalmente la porta al timido forestiero.<ref>{{Cfr}} [[Michel de Montaigne]], ''Saggi'', lib. I, cap. XII: «È una scienza assai utile quella di sapersi comportare tra la gente. Come la grazia e la bellezza, favorisce i primi passi della socievolezza e della familiarità: e di conseguenza ci apre la porta a istruirci con gli esempi altrui; e a mettere in opera e in mostra il nostro esempio, se ha qualcosa d'istruttivo e di comunicabile.»</ref> (XXXII; 1813, [[s:Pagina:Viaggio sentimentale di Yorick (1813).djvu/107|p. 88]])
*Te! — Te, o tre volte dolce e graziosa Dea! — Te o [[Libertà|LIBERTÀ]]! invocano tutti con solenni e con domestiche supplicazioni, Te che hai sapore gradito, e l'avrai finché NATURA non rinneghi se stessa — né orpello mai di parole potrà contaminare il tuo candido manto, né forza d'alchimia tramuterà in ferro il tuo scettro — Teco, e se tu gli sorridi, mentr'ei mangia il suo pane, il pastore è più beato del suo monarca dalla corte del quale tu se' sbandita. (XL; 1813, [[s:Pagina:Viaggio sentimentale di Yorick (1813).djvu/147|p. 128]])
*[...] chi si tiene dappoco, è traditore di sé stesso: la natura è avara alle volte d'alcuna difesa all'uomo; ma l'uomo butta via le altre dieci ch'essa gli ha dato. (XLVIII; 1813, [[s:Pagina:Viaggio sentimentale di Yorick (1813).djvu/154|pp. 135]]-[[s:Pagina:Viaggio sentimentale di Yorick (1813).djvu/155|36]])