Robert Louis Stevenson: differenze tra le versioni

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*Ho osservato che coloro i quali hanno avuto la peggio in combattimento cercano sempre ansiosamente di persuadersi di essere stati traditi. (I; 1989)
*Chiunque [[parlare|parli]] abbastanza a lungo troverà chi gli crede. (I; 1989)
:Quando le cose vengono ripetute a ogni piè sospinto, finiscono sempre con l'essere prese per vere. (I; 2011)
*Non sempre l'uomo è quel vigliacco e neppure quel buon cristiano che crede di essere. (Il Signore di Ballantrae; IX; 1989)
*Quando si approfitta del proprio vantaggio senza pietà, allora si fa la [[guerra]]. (Signor Bally; IX; 1989)
*[...] per ogni cosa ci sono due parole: una [[parola]] che ingrandisce e una che rimpiccolisce [...]. (Signor Bally; IX; 1989)
:Ogni cosa la si può spiegare in due modi: con uno la si fa diventare gigantesca, con l'altro minuscola. (IX; 2011)
 
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===Citazioni su ''Il Master di Ballantrae''===
*A un certo punto (e il lettore dice: finalmente!) Henry reagisce e decide di affrontare James con la forza e con l'ingegno, ma è anche vero che da questo stesso punto Henry incomincia imitare James, a essere sempre più simile a lui fino ad essergli ''identico'': spietato, astuto, sprezzante, sulfureo. I due fratelli moriranno a poca distanza di tempo dopo la resa dei conti finale, ma James muore come se stesso, Henry muore come James, goccia di mercurio riassunta e annullata nel metallo liquido dell'altro. ([[Michele Mari]])
*A un tratto avvertiamo d'esser sul punto d'esorbitare dall'àmbito umano per avventurarci su un terreno fuori dei limiti normali. Il rapporto tra i due fratelli ci è ormai impenetrabile, perché li vediamo obbedire a istinti, che ci restano segreti: il fratello innocente ha la cocciuta pertinacia di un cane, che cerca padrone; il Signore ha mutato coscienza e quasi aspetto da un qualche mostruoso felino, da un malefico gatto, incolpevole se non innocente. Significativo che, come un gatto, anche lui possegga sette vite. ([[Enzo Giachino]])
*Il ''Signore di Ballantrae'' è un esercizio ascetico negativo, completo fino all'estasi conclusiva. Ed è anche il rifacimento melodrammatico, la degradazione favolosa dell'iter illuminativo. Nelle sue pagine Stevenson ha celebrato con lucido furore la sua devozione alla letteratura come asocialità, provocazione, mistificazione. Nel breve e perfetto ambito del suo cinismo di letterato, ogni orrore e dolore, verità e menzogna, odio e morte diventano destino e struttura. ([[Giorgio Manganelli]])