Jawaharlal Nehru: differenze tra le versioni

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*È sorto il pericolo di una nuova guerra, e questo pericolo, con la presenza delle armi nucleari, ci fa paura. Tutti i dirigenti di governo dicono che la pace è un bisogno universale. Certamente, l'[[Unione Sovietica]] ha fatto per la pace più di tutti gli altri paesi. È stata l'Unione Sovietica a proporre il disarmo generale e completo sotto il controllo internazionale, per liquidare per sempre le minacce di guerra. (discorso durante un colloquio con [[Nikita Sergeevič Chruščëv]] a Mosca, 8 settembre 1961)<ref>Citato in ''[https://archivio.unita.news/assets/main/1961/09/09/page_001.pdf Krusciov a Nehru: vogliamo trattare su basi realistiche con gli occidentali]'', ''L'Unità'', 9 settembre 1961.</ref>
*L'India non comprometterà mai il proprio onore e non abbandonerà mai la propria indipendenza, quali che possano essere le conseguenze di questo atteggiamento. (da un discorso pronunciato l'11 novembre 1962)<ref>Citato in [https://archivio.unita.news/assets/main/1962/11/12/page_008.pdf ''Discorso allarmistico di Nehru''], ''L'Unità'', 12 novembre 1962.</ref>
 
===Attribuite===
*{{NDR|Sull'[[Impero anglo-indiano]]}} Una delle principali caratteristiche di quella dominazione è che i peggiori mali inflittici presentano esteriormente l'apparenza di benefici piovuti dal Cielo: essi erano necessari e noi siamo molto grati all'Inghilterra che ce li ha portati. Ma non dobbiamo dimenticare che il primo obiettivo era quello di rafforzare l'imperialismo britannico sul nostro suolo, e questo implicava uno stretto controllo amministrativo e la conquista di nuovi mercati per i prodotti dell'industria inglese.<ref name="colonie">Citato in [[Bernardo Valli]], [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/12/16/colonie-la-cattiva-coscienza-dell-occidente.html?ref=search ''Colonie. La cattiva coscienza dell'Occidente''], ''la Repubblica'', 16 dicembre 2005.</ref>
 
{{Int|1=Dal discorso [http://www.guidaindia.com/index.php?view=article&catid=72%3Aapprofondimenti&id=1289%3Anehru-appuntamento-col-destino&format=pdf&option=com_content ''Appuntamento col destino'']|2=14 agosto 1947, riportato in ''Guida India'', n.d..|h=4}}
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*La parola [[distensione]] è diventata quasi un insulto, quasi un sinonimo di resa. Bene, che cosa c'è di male nella distensione ''purché'' non si ceda sui propri principi? La distensione non si basa sulla resa dei propri principi. In passato noi eravamo abituati a sentirci dire che bisognava comportarsi in maniera civile anche con i propri nemici; perciò, direi, dovremmo comportarci civilmente, e non dire volgarità... A parte ogni altra cosa, non si può riflettere con chiarezza in uno stato di costante sovraeccitazione, di odio, di ira; non si può riflettere con chiarezza quando si è sconvolti dalla passione. E se entrambe le parti avverse vivono in un'atmosfera come questa, né l'una né l'altra può riflettere con calma, e il risultato è pessimo.
*Il ''Gita'' dice, dobbiamo lavorare per ottenere dei risultati, ma non dobbiamo preoccuparci troppo dei risultati. Questo vuol dire, in sostanza, che si deve lavorare ma non si deve essere così attaccati ai risultati da doverne essere sconvolti. In altre parole, bisogna mantenere un certo distacco anche nel pieno dell'azione. (p. 166)
 
===Attribuite===
*{{NDR|Sull'[[Impero anglo-indiano]]}} Una delle principali caratteristiche di quella dominazione è che i peggiori mali inflittici presentano esteriormente l'apparenza di benefici piovuti dal Cielo: essi erano necessari e noi siamo molto grati all'Inghilterra che ce li ha portati. Ma non dobbiamo dimenticare che il primo obiettivo era quello di rafforzare l'imperialismo britannico sul nostro suolo, e questo implicava uno stretto controllo amministrativo e la conquista di nuovi mercati per i prodotti dell'industria inglese.<ref name="colonie">Citato in [[Bernardo Valli]], [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/12/16/colonie-la-cattiva-coscienza-dell-occidente.html?ref=search ''Colonie. La cattiva coscienza dell'Occidente''], ''la Repubblica'', 16 dicembre 2005.</ref>
 
==''Eighteen months in India''==