Robert Louis Stevenson: differenze tra le versioni

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*Il ''Signore di Ballantrae'' è un esercizio ascetico negativo, completo fino all'estasi conclusiva. Ed è anche il rifacimento melodrammatico, la degradazione favolosa dell'iter illuminativo. Nelle sue pagine Stevenson ha celebrato con lucido furore la sua devozione alla letteratura come asocialità, provocazione, mistificazione. Nel breve e perfetto ambito del suo cinismo di letterato, ogni orrore e dolore, verità e menzogna, odio e morte diventano destino e struttura. ([[Giorgio Manganelli]])
*In una lettera, parecchio citata, a Henry James (curioso che i due protagonisti del ''Master'', che è l'esatto opposto di tutti i romanzi del destinatario della lettera, si chiamino Henry e James) Stevenson scrisse: «Quanto al mio romanzo, si tratta di una tragedia». Ma le tragedie, ancorché non dichiarate, propongono una liberazione. ''Il Master di Ballantrae'' non propone nessuna liberazione finale. È un romanzo sulla paura e sul male che al lettore non lascia scampo. Da un punto di vista strettamente letterario, invece, è un romanzo avventuroso (talmente avventuroso, talmente spericolato nell'architettura della trama da far dubitare, a proposito della terza e ultima parte, il suo stesso autore), nel quale l'indagine psicologica corre sul filo delle lame che si incrociano, si contenta delle parole affannate e scabre che talvolta i protagonisti sembrano pronunciare come in sogno, risponde a una meccanica tanto istantanea quanto implacabile di semplici sguardi. ([[Giorgio Montefoschi]])
*L'emozione più intensa della mia vita letteraria, come di quella di parecchi altri, è stata ''The Master of Ballantrae'', puro e forte cristallo, ragazzo mio, lavoro di ineffabile e squisita arte. ([[Henry James]])
 
==''Il mio primo libro –'' L'isola del tesoro==
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==''Lettere''==
*La gente crede che sia la «materia» che conti. Pensano, ad esempio, che i prodigiosi, delicati pensieri e sentimenti in Shakespeare colpiscano di per se stessi, non si rendono conto del fatto che un diamante mal polito non è che una pietra, credono che le situazioni accattivanti o i buoni dialoghi nascano dall'osservazione della vita. Non riusciranno a capire che, invece, li si prepara con deliberato artificio e vi si arriva a furia di dolorose soppressioni.<ref>Da una lettera a Henry James dell'8 dicembre 1884, in Henry James e Robert Louis Stevenson, ''Amici Rivali. Lettere 1884-1894'', traduzione di Lucio Angelini, Archinto, Milano, 1987, p. 14.</ref>
*Luoghi incantevoli, sempre verdi; clima perfetto; perfette figure di uomini e donne, con fiori rossi tra i capelli. E null'altro da fare se non studiare oratoria ed etichetta, starsene seduti al sole e raccogliere i frutti mano a mano che cadono dall'albero. L'isola del Navigatore ([[Isole Samoa|Samoa]]) è questo luogo; un puro balsamo per chi si sente esausto, stremato.<ref>Da una lettera alla signora Sitwell, giugno 1875; citato in John Richard Hammond, ''op. cit.'', p. XVIII.</ref>
*Non crediamo nel domani. Il futuro per noi è {{Sic|''sempre''}} nero.<ref>Da una lettera a R.A.M. Stevenson, giugno 1894; citato in John Richard Hammond, ''op. cit.'', p. XXIV.</ref>