Robert Louis Stevenson: differenze tra le versioni

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====Giulia Celenza====
Un veritiero e compiuto resoconto degli stranissimi casi ch'io son per narrare è cosa che la gente brama da tempo e che stimolerà di sicuro la pubblica curiosità. La sorte volle che io fossi intimamente connesso colle vicende dei Duries della penultima generazione; e non esiste altra persona al mondo, capace quanto me di chiarire certi fatti, o altrettanto desiderosa di riferirli fedelmente. Ebbi motivo di conoscere bene Sua signoria; ho in mia mano una memoria autentica di vari incidenti segreti della vita; fui pressoché solo ad accompagnarlo nella sua ultima traversata; presi parte a quell'invernale peregrinazione sulle sue tracce, la quale ha dato origine a tante dicerie; e mi trovai presente alla morte di lui. Quanto al defunto Lord Durrisdeer, l'ho servito e amato per circa vent'anni, stimandolo ognor più, via via che imparavo a conoscerlo meglio. D'altronde, non mi par lecito portar meco nella tomba la mia conoscenza dei fatti: debbo rivelare la verità in omaggio alla memoria di sua eccellenza e, quando avrò soddisfatto quest'obbligo, la mia vecchiaia trascorrerà più tranquilla, e la mia testa canuta riposerà meglio sul capezzale.<ref>Robert Louis Stevenson, ''Il Master di Ballantrae'', traduzione di Giulia Celenza, Garzanti, Milano, 1978.</ref>
 
====Oriana Previtali====
A lungo il mondo ha cercato di sapere tutta la verità di questa intricata vicenda e sono sicuro che il pubblico la accoglierà favorevolmente. Volle il caso che io fossi intimamente connesso con gli ultimi anni e con la storia della famiglia e non c'è un solo essere vivente che sia quanto me in grado di far luce su certi fatti, o altrettanto desideroso di riferirli fedelmente. Io ho conosciuto il Signore di Ballantrae; ho in mano un autentico memoriale di molti passi segreti della sua carriera; lo accompagnai, quasi solo, nella sua ultima traversata; un altro memoriale stesi in occasione di quel viaggio nel cuor dell'inverno, di cui tante fole sono andate in giro, e fui presente alla sua morte. Quanto al defunto Lord Durrisdeer, l'ho servito e l'ho amato per quasi vent'anni; e più lo conoscevo, più lo stimavo. Tutto compreso, non mi sembra opportuno che tante prove spariscano; sono debitore della verità alla memoria di Milord; e credo che i miei vecchi anni scorreranno più placidi e i miei capelli bianchi poseranno più tranquilli sul guanciale, quando il debito sarà stato pagato.
 
===Citazioni===
*Quando le cose vengono ripetute a ogni piè sospinto, finiscono sempre con l'essere prese per vere. (I; 2011)
*Ho osservato che coloro i quali hanno avuto la peggio in combattimento cercano sempre ansiosamente di persuadersi di essere stati traditi. (I; 1989)
*Ogni cosa la si può spiegare in due modi: con uno la si fa diventare gigantesca, con l'altro minuscola. (IX; 2011)
*Chiunque [[parlare|parli]] abbastanza a lungo troverà chi gli crede. (I; 1989)
*Non sempre l'uomo è quel vigliacco e neppure quel buon cristiano che crede di essere. (Il Signore di Ballantrae; IX; 1989)
*Quando si approfitta del proprio vantaggio senza pietà, allora si fa la [[guerra]]. (Signor Bally; IX; 1989)
*[...] per ogni cosa ci sono due parole: una [[parola]] che ingrandisce e una che rimpiccolisce [...]. (Signor Bally; IX; 1989)
*:Ogni cosa la si può spiegare in due modi: con uno la si fa diventare gigantesca, con l'altro minuscola. (IX; 2011)
 
===[[Explicit]]===
Uno degli uomini lasciati con me era bravo a scolpire la pietra e prima che Sir William tornasse a prenderlo gli feci incidere su di un macigno questa iscrizione, con cui posso adeguatamente chiudere il mio racconto:
 
GIACOMO DURIE<br>
EREDE DI UN TITOLO SCOZZESE<br>MAESTRO DELLE ARTI E DELLE GRAZIE<br>AMMIRATO IN EUROPA ASIA E AMERICA<br>IN GUERRA E IN PACE<br>SOTTO LE TENDE DEI CACCIATORI SELVAGGI<br>E NELLE CITTADELLE DEI RE<br>DOPO AVER TANTO CONQUISTATO COMPIUTO<br>E SOFFERTO<br>GIACE QUI DIMENTICATO
 
ENRICO DURIE<br>SUO FRATELLO<br>DOPO UNA VITA DI IMMERITATE SVENTURE<br>CORAGGIOSAMENTE SOPPORTATE<br>MORÌ QUASI NEL MEDESIMO ISTANTE<br>E DORME NELLA STESSA TOMBA<br>COL SUO FRATERNO NEMICO<br>
 
LA PIETÀ DELLA SPOSA<br>E DI UN VECCHIO SERVITORE<br>QUESTA PIETRA POSE<br>AD ENTRAMBI<br>
 
{{NDR|Traduzione di Oriana Previtali}}
 
===Citazioni su ''Il Master di Ballantrae''===
*A un tratto avvertiamo d'esser sul punto d'esorbitare dall'àmbito umano per avventurarci su un terreno fuori dei limiti normali. Il rapporto tra i due fratelli ci è ormai impenetrabile, perché li vediamo obbedire a istinti, che ci restano segreti: il fratello innocente ha la cocciuta pertinacia di un cane, che cerca padrone; il Signore ha mutato coscienza e quasi aspetto da un qualche mostruoso felino, da un malefico gatto, incolpevole se non innocente. Significativo che, come un gatto, anche lui possegga sette vite. ([[Enzo Giachino]])
*Il ''Signore di Ballantrae'' è un esercizio ascetico negativo, completo fino all'estasi conclusiva. Ed è anche il rifacimento melodrammatico, la degradazione favolosa dell'iter illuminativo. Nelle sue pagine Stevenson ha celebrato con lucido furore la sua devozione alla letteratura come asocialità, provocazione, mistificazione. Nel breve e perfetto ambito del suo cinismo di letterato, ogni orrore e dolore, verità e menzogna, odio e morte diventano destino e struttura. ([[Giorgio Manganelli]])
*In una lettera, parecchio citata, a Henry James (curioso che i due protagonisti del Master, che è l'esatto opposto di tutti i romanzi del destinatario della lettera, si chiamino Henry e James) Stevenson scrisse: «Quanto al mio romanzo, si tratta di una tragedia». Ma le tragedie, ancorché non dichiarate, propongono una liberazione. ''Il Master di Ballantrae'' non propone nessuna liberazione finale. È un romanzo sulla paura e sul male che al lettore non lascia scampo. Da un punto di vista strettamente letterario, invece, è un romanzo avventuroso (talmente avventuroso, talmente spericolato nell'architettura della trama da far dubitare, a proposito della terza e ultima parte, il suo stesso autore), nel quale l'indagine psicologica corre sul filo delle lame che si incrociano, si contenta delle parole affannate e scabre che talvolta i protagonisti sembrano pronunciare come in sogno, risponde a una meccanica tanto istantanea quanto implacabile di semplici sguardi. ([[Giorgio Montefoschi]])
 
==''Il mio primo libro –'' L'isola del tesoro==
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*Robert Louis Stevenson, ''[https://books.google.it/books?id=Fol1BAAAQBAJ Il Principe Otto]'', traduzione di Enzo Giachino, Adelphi, Milano, 2014 (edizione digitale). ISBN 978-88-459-7190-7.
*Robert Louis Stevenson, ''Il ragazzo rapito'', traduzione di Alberto Mario Ciriello, Garzanti, 2003. ISBN 8811361737.
*Robert Louis Stevenson, ''Il signore di Ballantrae'', traduzione di Oriana Previtali, Rizzoli, 1989. ISBN 88-17-12199-1.
*Robert Louis Stevenson, ''L'isola del tesoro'', traduzione di Richard Ambrosini, Garzanti, 2000.
*Robert Louis Stevenson, ''L'isola del tesoro'', traduzione di Michele Mari, Rizzoli, 2011.