Todor Živkov: differenze tra le versioni

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*Cosa molto rara in un dirigente comunista, sapeva ridere di se stesso, al punto da collezionare le barzellette politiche non sempre lusinghiere per lui.
*Denunciò il titoismo, l'eresia cinese, la controrivoluzione ungherese, l'insubordinazione rumena, l'indisciplina dei polacchi, l'eurocomunismo, le velleità riformiste cecoslovacche... Per questo ha meritato il titolo di "eroe dell'Unione sovietica". Grazie alla sua obbedienza a Mosca, l'aggettivo "bulgaro" è servito, a lungo, nel linguaggio politico europeo, ad indicare chi praticava una sudditanza cieca, incondizionata.
*Di baci ai capi sovietici Zivkov ne dette molti nei trentacinque anni al potere. Fu il solo tra i capi dei paesi comunisti satellitiasatelliti a non trovarsi mai seriamente in contrasto, fino all'arrivo di Gorbaciov, con il centro dell'impero.
*«Non sono mai stato un dittatore», amava ripetere negli ultimi anni della vita. Ma il suo regime aveva e usava tutti gli strumenti di una dittatura. In particolare la Drzavna Sigurnost, la polizia segreta i cui uomini assassinarono tra l'altro, a Londra, nel 1978, con un ombrello avvelenato, lo scrittore Georgi Markov. E pochi anni dopo le indagini sull'attentato a Giovanni Paolo II condussero e si smarrirono sulla «pista bulgara».
*Sulle capacità intellettuali e sulla personalità di Zivkov c'erano opinioni discordanti. Alcuni gli riconosceva un raro senso dell'umorismo e ne apprezzavano la scaltrezza e l'arguzia del contadino. Altri erano più severi. Giudicavano scarsa la sua cultura politica e la capacità di valutare le situazioni.