Giuseppe Garibaldi: differenze tra le versioni

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*Garibaldi ha reso agli italiani il più grande dei servigi che un uomo potesse rendergli: ha dato agli italiani fiducia in se stessi, ha provato all'Europa che gli italiani sapevano battersi e morire sui campi di battaglia per riconquistarsi una patria. ([[Camillo Benso, conte di Cavour]])
*Garibaldi, l'«eroe dei due mondi», dopo aver consegnato oltre la metà dell'Italia a quel «ricettatore» di [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II d'Italia]], che non vedeva nessun [[conflitto di interessi]] nel «subentrare» al suo alleato [[Francesco II delle Due Sicilie]] attraverso un plebiscito, si ritirò a sognare di Roma Capitale (imitando apertamente Crusoe) sull'isola deserta di Caprera, dove «il leone» «giaceva» con il suo asinello Pio IX, che presto avrebbe egli stesso contemplato l'Italia dall'isola del Vaticano. ([[Richard Newbury]])
*In quel paese {{NDR|la Sicilia, nel corso della spedizione dei Mille}}, dove la donna è più cara della vita, ed è più cara della libertà, le monache, aggiunse il Mario<ref>[[Alberto Mario]], autore de ''I Mille''.</ref>, non solo mandavano al Generale canditi in copia e cotognate, e buccellati, e bocche di dama, e castelli, e tempietti, e gli erigevano statue in zucchero, adorne di filigrana, di nastri ricamati e d'ogni altro lavorio della paziente e dolce industria claustrale; ma, quando ne vedevano la fisionomia soave e gloriosa, {{sic|susurravano}}: Come somiglia a nostro Signore! e le più ardimentose volevano baciargli le mani; e siccome egli le ritirava, allora esse si avvinghiavano alla sua camicia rossa ed arrivavano a baciarlo in bocca. Il contagio di quell'arditezza giovanile toccava persino la matura badessa, che dapprima voleva sgridare le sue pecorelle dello scandalo; e poi finì anch'essa per baciare il Generale in bocca. ([[Giovanni Faldella]])
*Io preferisco Garibardi perché è l'eroe dei due mondi, e così ora l'Italia non ha più vergogna di andare in America. (''[[Io speriamo che me la cavo]]'')
*La coscienza nazionale nulla dimentica: arde viva, immortale la fiamma della riconoscenza sull'ara consacrata al Padre della patria, perenne è il culto dedicato alla memoria di quanti con lui furono benemeriti d'Italia. Augusti principi recano riverenti il loro tributo di rimpianto e di riconoscente ammirazione al glorioso duce dei Mille. ([[Giuseppe Biancheri]])