Luigi Settembrini: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Bibliografia: Inserimento opera
+1 e creazione sez. "Lezioni di letteratura italiana". +cat
Riga 5:
 
==Citazioni di Luigi Settembrini==
*Ci sono due specie di [[Critica|critiche]], l'una che s'ingegna più di scorgere i difetti, l'altra di rivelar le bellezze. A me piace più la seconda che nasce da amore, e vuol destare amore che è padre dell'arte; mentre l'altra mi pare che somigli a superbia, e sotto colore di cercare la verità distrugge tutto, e lascia l'anima sterile. (da ''Lezioni di letteratura italiana'')
*{{NDR|Il ''[[Giordano Bruno#Candelaio|Candelaio]]''}} Come opera d'arte non è bella, ma è ammirabile per forza d'ingegno.<ref>Da ''Lezioni di letteratura italiana'', UTET, 1927, vol. II.</ref>
*Io non so se Roma pagana gettò più uomini alle belve, che Roma cristiana al rogo. (da ''Lezioni di letteratura italiana'')
*{{NDR|Su [[Basilio Puoti]]}} Lo trovai fra una dozzina di giovani in una stanza dove non era altro arnese che libri negli scaffali, su le tavole, su le seggiole; ed in un canto v'era il suo letto dietro un paravento. "So che amate i giovani, io gli dissi, ed io desidero farmi aiutare da voi." "Bravo, giovanotto; se vuoi studiare saremo amici. Vediamo quello che sai: spiegami un po' degli Uffici di Cicerone." Spiegai, risposi a varie domande: "Bene, batti sul latino ogni giorno: ogni giorno una traduzione dal latino, e una lettura d'un trecentista. Nulla dies sine linea." E mi accettò tra i suoi scolari. Ei non viveva che di studi, in mezzo ai giovani ai quali era compagno ed amico: con essi studiava, con essi passeggiava, con essi lavorava ai comenti dei molti classici che fece ristampare per diffondere la buona lingua; ad essi dava consigli, libri, avviamento; molti ritrasse dai pericoli, a molti diede anche del suo. Sapeva bene il latino, bene il greco antico, parlava il moderno, benissimo il francese: pieno di motti e di lepori, facile all'ira, facilmente placabile, ebbe animo sempre giovanile, e seppe mettersi a capo di dugento giovani senza dare sospetto a chi reggeva. (1961, pp. 66-67)
*Non è grande [[uomo]] chi sa molto, ma chi ha molto meditato. (da ''Scritti inediti'', a cura di Francesco Torraca, Società Commerciale Libraria, 1909)
Line 13 ⟶ 10:
*Si guardavano l'un l'altro, si carezzavano, si palpavano in tutte le parti della persona, si baciavano negli occhi, e nella faccia, e nel petto, e nel ventre, e nelle cosce, e nei piedi che parevano d'argento: poi si stringevano forte, e si avviticchiavano, e uno metteva la lingua nella bocca dell'altro, e così suggevano il nettare degli Dei, e stavano lungo tempo a suggere quel nettare: ed ogni tanto smettevano un po' e sorridevano, e si chiamavano a nome, e poi nuovamente a stringere il petto al petto e suggere quella dolcezza. E non contenti di stringersi cosi petto a petto l'uno abbracciava l'altro a le spalle, e tentava di entrare fra le belle mele, ma l'altro aveva dolore, e quei si ritraeva per non dare dolore al suo diletto. (da ''I Neoplatonici'')
*Spesso nella tua vita tu troverai che un [[libro]] è migliore amico di un uomo. (da ''Scritti inediti'')
 
==''Lezioni di letteratura italiana''==
*Ci sono due specie di [[Critica|critiche]], l'una che s'ingegna più di scorgere i difetti, l'altra di rivelar le bellezze. A me piace più la seconda che nasce da amore, e vuol destare amore che è padre dell'arte; mentre l'altra mi pare che somigli a superbia, e sotto colore di cercare la verità distrugge tutto, e lascia l'anima sterile. (da ''Lezioni di letteratura italiana''){{C|Edizione?}}
*{{NDR|Il ''[[Giordano Bruno#Candelaio|Candelaio]]''}} Come opera d'arte non è bella, ma è ammirabile per forza d'ingegno.<ref>DaLuigi Settembrini, ''Lezioni di letteratura italiana'', UTET, 1927, vol. II.</ref>
*Il [[Daniello Bartoli|Bartoli]], come tutti i Gesuiti, non ha un affetto mai, non ti fa sentire mai un affetto neppure pei Santi dei quali egli parla, onde tu non sai se egli creda davvero quello che dice: nessun pensiero mai, né ti fa mai meditare. Egli ebbe memoria forte, e fantasia gagliardissima, però il suo stile è tutto immagini, tutto frasi, tutto parole; è un giuoco, una fantasmagoria, e niente altro. Dentro è vuoto, senza pensiero, senza vita, senza verità, senza ordine: e un fascio di fattarelli tratti da tutti gli scrittori sacri e profani, o descrizioni di ogni minima inezia.<ref>Luigi Settembrini, ''Lezioni di letteratura italiana'', 2 voll., Ghio, Napoli, 1866-1868, vol. II, 1868, [https://books.google.it/books?id=-xb1mk2WDuAC&pg=PA383#v=onepage&q&f=false p. 383].</ref>
*Io non so se Roma pagana gettò più uomini alle belve, che Roma cristiana al rogo. (da ''Lezioni di letteratura italiana''){{C|Edizione?}}
 
==''Ricordanze della mia vita''==
Line 62 ⟶ 65:
[[Categoria:Patrioti italiani]]
[[Categoria:Scrittori italiani]]
[[Categoria:Traduttori italiani]]