Gesualdo Bufalino: differenze tra le versioni

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*Forse in questo momento in un'aula d'asilo si stanno rifiutando di imparare le aste i futuri incendiari di biblioteche. (''Leggere, vizio punito'', p. 26)
*[[Refuso|«Refuso»]] recita il Tommaseo «dicesi della stampa andata a male, onde tutte le lettere sono in confuso». In parole spicce il refuso sarebbe un puro incidente tipografico al quale chi scrive è meglio che si rassegni in anticipo, senza conferirgli nessuno stemma di persecuzione o di sgarro metafisico. Qui sta il mio debole, invece. Nel sospettare in ogni insurrezione dell'alfabeto un complotto contro di me, diretto da un innominato in camice da lavoro, un tizio dalle mezze maniche, comunque si chiami, proto o linotipista: in realtà un nebbioso tiranno che ha preso a malvolermi sin dal principio. (''L'inchiostro del diavolo'', pp. 33-34)
*Non erano popolari, i tedeschi, a [[Comiso]], nel '42. Non che facessero o dicessero nulla di troppo sbagliato, da meritare un Vespro (salvo che chiamare Komìso, il paese). Ma il modo come guardavano diritto davanti a sé, la calcolata arroganza del passo quando fendevano i crocchi di scuri, piccoli contadini raccolti attorno alle dodici cannelle della fontana, tutto certificava che non ci amavano e che sentivano di non essere amati. (''Notizie da Cruisetown'', p. 71)
*Un [[libro]] non è soltanto, o non è sempre, un tempio delle idee o un'officina di musica e luce, è anche un luogo oscuro di sfoghi e di rimozioni, dove si combatte un duello senza pietà, con la sola scelta di guarire o morire. (''Ostaggio dello spavento'', p. 95)