Giuseppe Gallavresi: differenze tra le versioni

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*È risaputo che [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]] era un idealista, convinto che le forze morali muovono il mondo purché siavi chi sappia sfruttarle con senso pratico e con energia. Di queste doti l'uomo che seppe fare il 2 dicembre<ref>2 dicembre 1851: colpo di Stato di Napoleone III.</ref>, la guerra di Crimea e la guerra d'Italia<ref>Seconda guerra d'indipendenza.</ref> non era certo privo, almeno finché fu in buona salute. Ora a questo autoritario democratico, salito al trono, il principio di nazionalità appariva come la formula magica, l'idea capace di rimaneggiare tutta l'Europa. Voleva attuarla in Italia sin dove gli fosse possibile, non toccando cioè Roma per la quale aveva dovuto assumere impegni opposti. Non era solo il punto d'onore che rendeva Napoleone III smanioso di procurare all'Italia il Veneto. Egli era intimamente convinto che il nuovo regno, raggiunte le sue legittime frontiere, avrebbe preso il suo posto fra le potenze occidentali e sarebbe stato un prezioso elemento nelle mani della Francia per assicurare quell'equilibrio europeo, il cui asse passava per Parigi.<ref>Da ''[https://archive.org/details/italiaeaustria00gall/page/n10/mode/1up Italia e Austria (1859-1914)]'', Fratelli Treves editori, Milano, 1922, pp. 38-39.</ref>
 
*All'indomani della strepitosa vittoria del 1871 {{NDR|nella guerra franco-prussiana}}, il [[Otto von Bismarck|Bismarck]] era dominato dalla preoccupazione che una coalizione europea potesse formarsi ai danni del nuovo impero {{NDR|tedesco}} come già quelle organizzatesi contro Napoleone I avevano finito per averne ragione. Gli avvenimenti verificatisi alquanti anni dopo la morte del cancelliere<ref>La sconfitta tedesca nella prima guerra mondiale.</ref> hanno luminosamente provato la fondatezza del suo timore.<ref>Da ''Italia e Austria (1859-1914)'', Fratelli Treves editori, Milano, 1922, pp. 121-122.</ref>
 
==Note==