Carlos Castaneda: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m indicedx
+''Una realtà separata''
Riga 24:
*«Ma la decisione di proseguire su quella strada o di abbandonarla deve essere presa indipendentemente dalla paura o dall'ambizione. Ti avverto: osserva la [[strada]] da vicino e senza fretta, provala tutte le volte che lo ritieni necessario e poi rivolgi a te stesso, e a nessun altro, questa domanda: Questa strada ha un cuore? Le strade sono tutte uguali: non portano da nessuna parte. Alcune attraversano la boscaglia e altre vi si addentrano. Posso dire di aver percorso strade molto lunghe nella mia vita, ma non sono mai arrivato da nessuna parte. Questa strada ha un cuore? Se ce l'ha, è la strada giusta; se non ce l'ha, è inutile. Nessuna delle due porterà da qualche parte, ma una ha un cuore, l'altra non ce l'ha. Una rende il viaggio felice, e finché la seguirai sarete una cosa sola. L'altra ti farà maledire la vita. Una ti fa sentire forte, l'altra ti indebolisce.» (Don Juan: cap. 5, pp. 119-120)
*Don Juan voleva che lavorassi il più possibile con l'erba del diavolo, malgrado l'antipatia che diceva di provare per il suo potere. Spiegò questa contraddizione dicendo che era prossimo il momento in cui avrei dovuto fumarla di nuovo, e prima di allora era necessario approfondire la conoscenza del suo potere. (cap. 9)
 
==''Una realtà separata'' (1971)==
===[[Incipit]]===
{{destra|– ''2 aprile 1968''}}
Don Juan mi guardò per un momento e non sembrò affatto sorpreso di vedermi, sebbene fossero passati più di due anni dall'ultima volta che gli avevo fatto visita. Mi mise la mano sulla spalla sorridendo dolcemente e disse che sembravo diverso, che stavo diventando grasso e flaccido.
 
===Citazioni===
*«Le cose non [[cambiamento|cambiano]]. Sei tu che cambi il tuo modo di guardare, tutto qui.» (Don Juan: 2019, p. 48)
*«L'alleato non è nel fumo» spiegò. «Il fumo ti porta là dove è l'alleato, e quando diventi una cosa sola con l'alleato non devi mai più fumare. Da quel momento in poi puoi chiamare il tuo alleato a piacere e fargli fare qualsiasi cosa tu voglia. Gli alleati non sono né buoni né cattivi, ma sono a disposizione degli stregoni per qualsiasi scopo sembri loro adatto. Mi piace il fumino<ref>Mistura di erbe e funghi allucinogeni essiccati per essere fumati in una pipa.</ref> come alleato perché non esige troppo da me. È fedele e leale.» (Don Juan: 2019, p. 51)
*«... In altre parole un uomo di sapere non ha né onore né dignità, non ha famiglia né nome né patria, ma solo vita da vivere, e per questo il suo solo legame con gli altri uomini è la sua [[follia]] controllata. Perciò un uomo di sapere si sforza, e si affatica, e sbuffa, e se lo si guarda è proprio come un qualunque uomo comune, a eccezione del fatto che la follia della sua vita è sotto controllo.» (Don Juan: 2019, p. 103)
*«Il fumo è l'unico modo per ''vedere'' il guardiano?»<br>«No. {{NDR|rispose don Juan}} Potresti anche ''vederlo'' senza. Ci sono moltissime persone in grado di farlo. Io preferisco il fumo perché è più efficace e meno pericoloso. Se cercassi di ''vedere'' il guardiano senza l'aiuto del fumo, è probabile che tu possa indugiare a uscire dalla sua strada.» (2019, p. 158)
*«Ciò che uno sciamano chiama [[volontà]] è un [[potere]] dentro di noi. La volontà non è un pensiero, né un oggetto o un desiderio. Smettere di fare domande non è volontà perché richiede pensiero e desiderio. La volontà è ciò che permette a un uomo di riuscire quando la sua mente gli dice che è sconfitto. La volontà è ciò che ti rende invulnerabile. Ed è grazie a essa che lo sciamano attraversa un muro, o lo spazio, fino alla luna se vuole.» (Don Juan: 2019, p. 176)
*«Quando un guerriero ha acquisito la [[pazienza]] è sulla via che porta alla volontà. Sa come aspettare. La sua morte siede con lui sulla stuoia, sono amici. Secondo vie misteriose la sua morte gli consiglia come scegliere, come vivere strategicamente. E il guerriero aspetta!» (Don Juan: 2019, p. 181)
*«''Vedere'' senza essere prima un guerriero ti renderebbe debole, ti darebbe una falsa mansuetudine, un desiderio di ritirarti; il tuo corpo deperirebbe perché diventeresti indifferente. La mia missione personale è fare di te un guerriero, così non crollerai.» (Don Juan: 2019, p. 254)
*«Il [[mondo]] è incomprensibile. Non lo capiremo mai e non penetreremo mai i suoi segreti. Dobbiamo di conseguenza prenderlo per quello che è: un mistero insondabile! Ma l'uomo comune non fa questo: il mondo non è mai un mistero per lui, e quando arriva alla [[vecchiaia]] è convinto che non ci sia più nulla per cui valga la pena vivere. Un vecchio non ha esaurito il mondo, ha esaurito solo ciò che la gente fa, ma nella sua stupida confusione crede che il mondo non abbia più misteri per lui. Che prezzo infelice dobbiamo pagare per i nostri scudi! Un guerriero è consapevole di questa confusione e impara a trattare le cose in modo appropriato. In nessuna circostanza ciò che gli esseri umani fanno può essere più importante del mondo. Un guerriero, quindi, considera il mondo un mistero infinito e le azioni degli uomini un'infinita follia.» (Don Juan: 2019, p. 259)
*Cominciai a esercitarmi ad ascoltare i «suoni del mondo» e proseguii per due mesi, come aveva specificato don Juan. All'inizio ascoltare e non guardare era un tormento, ma lo era ancor di più non parlare a me stesso. Alla fine dei due mesi ero in grado di interrompere il mio dialogo interiore per brevi momenti, ed ero anche capace di prestare attenzione ai suoni. (2019, p. 261)
*I rumori durarono a lungo e mi opposi loro con tutte le mie forze. Quando si placarono, ci fu di nuovo un «silenzio» interrotto simile a come sono abituato a intendere il silenzio: riuscivo cioè a discernere soltanto i rumori naturali degli insetti e del vento. Il silenzio era per me più deleterio del rumore: cominciai a valutare la mia posizione e la mia riflessione mi gettò nel panico. Sapevo di essere perduto: non avevo la conoscenza né la forza per difendermi da tutto ciò che si stava avvicinando a me. Ero così indifeso, rannicchiato nel vomito. Credetti che fosse giunta la mia fine e iniziai a piangere. Volevo pensare alla mia vita ma non sapevo da dove cominciare. Nulla di quello che avevo fatto nella mia esistenza era davvero degno di quell'enfasi finale, così non avevo niente a cui pensare. Fu una presa di coscienza mirabile: ero cambiato dall'ultima volta in cui avevo sperimentato una paura simile, questa volta ero più vuoto, avevo meno sensazioni personali da portare con me. (2019, p. 288)
 
===[[Explicit]]===
Don Juan mi guardò e nei suoi occhi c'era una tale tristezza che cominciai a piangere. Le lacrime scorrevano liberamente. Per la prima volta nella mia vita sentivo il peso opprimente della mia ragione. Un'angoscia indescrivibile mi pervase, gemetti senza volerlo e lo abbracciai. Lui mi diede con le nocche un colpo secco in cima alla testa: lo sentii come una vibrazione lungo la colonna vertebrale, ed ebbe un effetto calmante.<br>«Tu ti lasci andare troppo» disse con dolcezza.
 
==''Viaggio a Ixtlan'' (1972)==
Line 136 ⟶ 156:
*Carlos Castaneda, ''L'arte di sognare'' (''The art of dreaming'', 1993), traduzione di Francesca Bandel Dragone, Rizzoli, 1995. ISBN 88-17-11649-1
*Carlos Castaneda, ''L'isola del tonal'' (''Tales power'', 1974), introduzione e traduzione di Furio Jesi, Rizzoli, 2017. ISBN 978-88-17-12751-6
*Carlos Castaneda, ''Una realtà separata'' (''A separate reality'', 1971), traduzione di Marina Panatero e Tea Tecuni Bassani, Rizzoli, 2019. ISBN 978-88-17-06473-6
*Carlos Castaneda, ''Viaggio a Ixtlan'' (''Journey to Ixtlan'', 1972), traduzione di Giusi Signori, Rizzoli, 2016. ISBN 978-88-17-05465-2