Fernanda Pivano: differenze tra le versioni
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*Fernanda dice sempre che la letteratura italiana era ed è "tutta una fanfaronata" di sogni e pensieri rispetto a quella pragmatista americana che invece parla della RE-AL-TÀ QUO-TI-DIA-NA!. Oggi, mentre la portavo in auto all'aeroporto, abbiamo litigato. Lei non tiene conto che in Italia non c'è solo la prosa lirica di [[Gabriele D'Annunzio|D'annunzio]] ma anche il realismo di [[Pirandello]], [[Giovanni Verga|Verga]], [[Giuseppe Tomasi di Lampedusa|Tomasi di Lampedusa]], [[Rigoni Stern]], [[Leonardo Sciascia|Sciascia]], per non parlare di [[Giuseppe Gioachino Belli|Belli]], [[Trilussa]] e [[Salvatore Di Giacomo|Salvatore Di Giacomo]]. Nanda citava [[Scott Fitzgerald|Fitzgerald]]: l'azione è personaggio e il personaggio è azione e ha detto: "L'azione! Capisci? L'azione! Non è per questo che tu preferisci lo psicodramma alla psicoanalisi?" Lì per lì sono rimasto senza parole. Poi le ho detto: "Però adesso hai vinto con un pensiero!" Lei è scoppiata a ridere. Ha battuto le mani e mi ha dato un bacio. Ha detto che ero ''un furbacchione''. Quando sono tornato da solo a casa, ho dovuto fermare la macchina perché piangevo. Ma perché piangevo? Perché non sono mai stato così felice o perché un giorno lei morirà prima di me e mi lascerà solo?
*Da quasi trenta anni Plays porta avanti il progetto del Teatro di Psicodramma ben attrezzato: luci, suono, mini-camere, regia. Fernanda Pivano, che ha contribuito allo sviluppo dello psicodramma in Italia, mi aveva promesso di collaborare con un lascito di "cento milioni di lire... o la maggior somma" [...] Su questa base ho scritto e messo in rete un ipertesto intitolato "Quattro decenni di Plays per il Teatro del Tempo tra la Pivano e [[Marie-Louise von Franz]]".
*Fernanda qualche volta era triste ma non sopportava che lo fossi io. Quando {{NDR|nel 1987}} arrivò la notizia che A.M. aveva bloccato l'evento al Carignano mandai un telegramma: PERCHE' INSCENARE UNO SCANDALO FALSO QUANDO SE NE PUO' RAPPRESENTARE UNO VERO. E lei disse: 'Senti. Conosco queste ''brave signore'' con le perle al collo. Firmalo: OTTAVIO ROSATI E FERNANDA PIVANO. Ti servirà'.
*Fernanda Pivano, come americanista, e Alessandro Fersen consegnarono a Zerka Moreno, da parte della città di Roma, una targa celebrativa, sottolineando l'influenza che lo psicodramma, nato in Europa e sviluppatosi in America, va esercitando da anni in Italia nel vasto settore di ricerca e lavoro che spazia dalla psicoanalisi di gruppo, all'intervento nelle istituzioni, alle scuole di arte drammatica. La Pivano però rimase fedele al suo stile e ai suoi ragazzi poeti e musicisti: organizzò una festa chic ma pure beat e mise sottosopra non solo le nostre case ma tutta la kasbah, come lei chiamava il palazzo di via lungara a Trastevere.
*Fernanda Pivano non è un tipo di pensiero astratto ma è stata la prima a darmi retta: considerandolo all’interno della trilogia del Teatro nel Teatro di Pirandello, ''Questa sera si recita a soggetto'' è il dramma dedicato al difficile rapporto tra attore e regista, interprete e autore. ''Sei personaggi in cerca d’autore'' (1921) parla dell’autonomia del personaggio rispetto all’autore e alla lotta tra personaggio e attore e ''Ciascuno a suo modo'' (1924) gioca (con vertiginosa intelligenza) sulla tensione tra spettatore e personaggio, modello della vita e doppio teatrale. La Pivano è stata testimonial, attrice, complice della serata {{NDR|del 1983}} al teatro Flaiano. Il primo psicodramma fatto in un teatro italiano deve molto a lei. A un certo punto mi serviva una diva degli anni Trenta. E Nanda ha tirato fuori Elsa de Giorgi da Roma come io da piccolo tiravo fuori un papavero dal suo pallino verde.
*Ieri è stato il capodanno del 1973 e Fernanda mi ha regalato una foto bellissima del 1958 dove sorride sullo sfondo di una scala con la ringhiera identica a quella di via lungara. Mi ha chiesto:
*La sua ombra, Fernanda non ha avuto il coraggio di rivelarla. Forse temeva che sfigurasse in confronto a quella di [[Allen Ginsberg|Ginsberg]] o persino di [[Erica Jong|Erica Jong]]. In questo Fernanda è stata il contrario della [[Alda Merini|Merini]]. Era troppo attaccata all’eleganza per narrare la sua pallida ombra. Come romanziere si vergognava del peggio di sé. Cioè del meglio.
*Lei aveva un padre banchiere nel quale si era identificata: la Pivano ha creato il suo successo investendo il suo talento in personaggi di successo.
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*Molti passaggi dei suoi Diari raccontano quello che ha fatto e dove, e come e quando, nei minimi dettagli. Ma non dicono con chi. Scrive: ''Qualcuno mi portava al Parco Nazionale… Qualcuno mi faceva un film...'' Questi racconti alla [[Eugène Ionesco|Ionesco]] sono la sua fiction. Una fiction che crea ''desaparecidos'', direbbe la [[Oriana Fallaci|Fallaci]]. Eppure in questa fiction Fernanda è sincera. La sua integrità (il valore di cui andava fiera) coesisteva con la dissociazione. Come figlia di Riccardo Pivano, lei non era integrale. Ogni tanto disintegrava ma era integra.
*Nanda mi aiutava a un livello e io la aiutavo a un altro. Aiutante e aiutabile! È il massimo perché quello che tutti noi vorremmo dai nostri genitori non è solo ricevere ma anche dare qualcosa che li faccia felici. Se hai una madre ferita la cosa che più desideri al mondo è di restituirle il sorriso. Tutto questo era un sintomo o una terapia? Forse entrambe le cose
*Nei Diari pubblicati da Bompani l’anno della sua morte, a novanta anni, scrive ''La farsa Roma-
*Nei tre giorni in onore del gemellaggio [[Luigi Pirandello]]-[[Jacob Levi Moreno]] che ebbero luogo al teatro Flaiano di Roma nel marzo del 1983 [...] Fernanda Pivano, come americanista, e Alessandro Fersen consegnarono a Zerka Moreno, da parte della città di Roma, una targa celebrativa, sottolineando l'influenza che lo psicodramma, nato in Europa e sviluppatosi in America, va esercitando da anni in Italia nel vasto settore di ricerca e lavoro che spazia dalla psicoanalisi di gruppo, all'intervento nelle istituzioni, alle scuole di arte drammatica. La Pivano però rimase fedele al suo stile e ai suoi ragazzi poeti e musicisti: organizzò una festa chic ma pure beat e mise sottosopra non solo le nostre case ma tutta la kasbah, come lei chiamava il palazzo di via lungara a Trastevere.
*Ostentava una pseudo fedeltà eterna a Sottsass che l’aveva lasciata. Anche e soprattutto al Maurizio Costanzo show e simili. Si poneva come la vedova del rogo sulle rive del Gange, non come un ex moglie che, tra una lacrima e l’altra, era spesso felice. Anche molto felice. In privato era diverso. Ricordo che una volta a Cinecittà disse a [[Federico Fellini|Fellini]]: ''Federico, a Milano non si vive, si lavora. A Roma non faccio la dolce vita ma una vita dolce sì''.
*Quando parla dell'amante spagnola di [[Ettore Sottsass|Sottsass,]] Fernanda dice
*Pivano amava Sottsass immensamente. Forse perché, da architetto, designer e creatore di gioielli, Sottsass sapeva creare forme meravigliose nella materia. Forme che, a differenza di un testo, apparivano in un attimo come Apollo mentre la Pivano apparteneva a Minerva che ha tempi lunghi. Con Ettore, Fernanda era riuscita a creare qualcosa di più di un matrimonio: la fusione di due ideali creativi in uno. Era un nuovo archetipo sorprendente e dava gioia a chi lo vedeva.
*[[Ettore Sottsass|Sottsass]] e Pivano erano un tipo di coppia mai visto prima, un esempio per il nostro paese e le nuove generazioni. Lontano dal matrimonio democristiano o comunista e agli antipodi di quello fascista che doveva generare soldati per la patria: ''Donna al fornello, uomo al bordello.'' Loro due generavano bellezza e cercavano formule nuove. Non per la guerra ma per la pace. Non per la patria ma per uscire dall’Italia. Non per i figli ma per i giovani. Con [[Allen Ginsberg|Ginsberg]] misero al mondo due numeri di una rivista che era un capolavoro. Si chiamava ''Pianeta Fresco''.
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