Marco Vannini: differenze tra le versioni

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* {{NDR|Professor Vannini, come nasce ilSuo interesse per la mistica?}} Nasce spontaneamente, dall’educa-zione religiosa ricevuta nell’infanzia(siamo prima del Concilio!) e, insie-me, dall’incontro e dalla passioneper la filosofia, maturata nell’adolescenza. Fu proprio seguendo autono-mi, disordinati ma appassionati sen-tieri di ricerca, che scoprii, nella Biblioteca Marucelliana di Firenze, il librettino curato dal professor Giuseppe Faggin, ''La nascita eterna'', ossia la sola antologia di Eckhart allora disponibile in italiano. Per quanto fossi solo uno studente ginnasiale, ebbi la certezza di essermi imbattuto in qualcosa di straordinario, infinitamente più profondo (o più alto) di tutto ciò che mi era fino ad allora noto – o veniva insegnato – una certezza che oggi, a distanza di mezzo secolo, è per me, se possibile, ancora più forte. Ovviamente non comprendevo tutto, e proprio per capire mi misi a studiare [[filosofia]] e poi [[teologia]], dedicandomi in particolare agli autori e alle correnti che più si riferivano a questo àmbito. Così, piano piano, mi diventò familiare quelm ondo che, un po’impropriamente e soprattutto in modo purtroppo molto equivoco, si chiama “mistica”.<ref>Dall'intervista di Francesca Nodari, [http://web.archive.org/web/20200528204408/https://www.ccdc.it/wp-content/uploads/2019/03/CeD102_Nodari.pdf ''L'attualità della mistica''], in ''Argomenti'', p. 102.</ref>
 
{{NDRInt|1=[http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/misticacristiana/vannini2.htm ''Intervista a Marco Vannini'']|2=di Agnese Gallotti, maggio 2012.}}
* Non credo che vi sia una "chiamata" all'esperienza mistica. Penso che quello che si chiama, abbastanza equivocamente, [[misticismo]], non sia altro che l'esperienza dello [[spirito]], ovvero l'esperienza della realtà più vera e profonda dell'uomo: qualcosa che ciascuno di noi è "chiamato" a compiere, se vuole diventare quello che realmente è. Certo questo esige una precisa volontà di non accontentarsi del relativo, di muoversi verso l'[[Assoluto]] _ dunque una forte esigenza religiosa e filosofica _ , ma questa mi pare anch'essa qualcosa di assolutamente "normale", anche se, forse, non lo è da un punto di vista diciamo così [[statistica|statistico]].
* Penso che sia possibile parlare di "una filosofia cristiana" purchè la si intenda nel senso in cui la potevano intendere i Padri della Chiesa greca, [[Origene]] o il [[Gregorio Nisseno|Nisseno]]. Certamente il [[cristianesimo]], in senso forte, è esso stesso filosofofia, ma non perchè ci sia una filosofia cristiana ideologicamente collocata accanto ad altre, ma perchè la vita del cristiano in quanto tale è profondamente "filosofia". L'espressione "filosofia cristiana", dunque presa in un certo senso, non mi disturba affatto, proprio perchè credo che il cristianesimo sia la vera filosofia, fermo restando il valore universale e assoluto dato a entrambi i termini, cristianesimo e filosofia.