Antonio Gramsci: differenze tra le versioni

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*Sono [[ottimismo e pessimismo|pessimista]] con l'intelligenza, ma [[ottimismo e pessimismo|ottimista]] per la volontà. (a Carlo, 19 dicembre 1929)
*La mia [[praticità]] consiste in questo: nel sapere che a battere la testa contro il muro è la testa a rompersi e non il muro. (a Tatiana, 19 maggio 1930)
*Il [[padre Brown]] è un cattolico che prende in giro il modo di pensare meccanico dei protestanti e il libro è fondamentalmente un'apologia della Chiesa Romana contro la Chiesa Anglicana. [[Sherlock Holmes]] è il poliziotto "protestante" che trova il bandolo di una matassa criminale partendo dall'esterno, basandosi sulla scienza, sul metodo sperimentale, sull'induzione. Padre Brown è il prete cattolico, che attraverso le raffinate esperienze psicologiche date dalla confessione e dal lavorio di casistica morale dei padri, pur senza trascurare la scienza e l'esperienza, ma basandosi specialmente sulla deduzione e sull'introspezione, batte Sherlock Holmes in pieno, lo fa apparire un ragazzetto pretenzioso, ne mostra l'angustia e la meschinità. D'altra parte [[Gilbert Keith Chesterton|Chesterton]] è un grande artista, mentre [[Arthur Conan Doyle|Conan Doyle]] era un mediocre scrittore, anche se fatto baronetto per meriti letterari; perciò in Chesterton c'è un distacco stilistico tra il contenuto, l'intrigo poliziesco e la forma, quindi una sottile ironia verso la materia trattata che rende più gustosi i racconti.<ref>Antonio Gramsci, ''[https://www.liberliber.it/mediateca/libri/g/gramsci/lettere_dal_carcere/pdf/gramsci_lettere_dal_carcere.pdf Lettere dal carcere]'', a cura di Sergio Caprioglio e Elsa Fubini, Einaudi, Torino, 1965.</ref> (a Tania, 6 ottobre 1930)
cura di Sergio Caprioglio e Elsa Fubini, Einaudi, Torino, 1965.</ref> (a Tania, 6 ottobre 1930)
*Una zia sosteneva che ero resuscitato quando lei mi unse i piedini con l'olio di una lampada dedicata a una [[Maria|Madonna]] e perciò quando mi rifiutavo di compiere gli atti religiosi mi rimproverava aspramente ricordando che alla Madonna dovevo la vita, cosa che mi impressionava poco, a dir la verità. (a Tatiana, 7 settembre 1931)
*Posso ammirare esteticamente ''[[Guerra e pace|Guerra e Pace]]'' di [[Lev Tolstoj|Tolstoi]] e non condividere la sostanza ideologica del libro; se i due fatti coincidessero Tolstoi sarebbe il mio vademecum, «le livre de chevet». Così si può dire per [[Shakespeare]], per [[Goethe]] e anche per [[Dante Alighieri|Dante]]. Non sarebbe esatto dire lo stesso per il [[Giacomo Leopardi|Leopardi]], nonostante il suo pessimismo. Nel Leopardi si trova, in forma estremamente drammatica, la crisi di transizione verso l'uomo moderno; l'abbandono critico delle vecchie concezioni trascendentali senza che ancora si sia trovato un ubi consistam morale e intellettuale nuovo, che dia la stessa certezza di ciò che si è abbandonato. (lettera a Iulca, 5 settembre 1932<!--edizione l'Unità, 1988, vol. 2, pp. 139-140-->)