Carmine Crocco: differenze tra le versioni

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*Ma era scritto ch'io non avessi pace mai; mia madre mi aveva profetizzato serpente, ed io da rettile velenoso dovevo avvelenare il mio paese, la mia bella regione e rendermi celebre per atti briganteschi.
*I moti reazionari soffocati in sul nascere non lasciarono tracce profonde nei vari paesi. La mano ferrea destinata a domare la reazione seppe vincere colla forza e colla clemenza: le poche vittime della controreazione sono da incolparsi alle inimicizie paesane, a basse vendette cittadine, più che al rigore d'una legge che doveva essere marziale. </br> Molti di coloro che avevano gridato, «Viva Francesco II», «Viva Crocco», all'arrivo delle truppe gridarono «Viva Vittorio», «Viva Cialdini» e passarono per liberali come furono da noi creduti dei reazionari.
*Fu qui, nell'ottobre del 1861, ch'io conobbi il [[José Borjes|Borjes]] generale spagnolo venuto per ordine di Francesco II a tentare di sollevare i popoli delle Due Sicilie. </br> Quell'uomo forestiero che veniva da noi per arruolare proseliti e reclamava in conseguenza l'ausilio della mia banda, destò sin dal primo momento nell'animo mio una forte antipatia poiché compresi subito che a petto suo dovevo spogliarmi del grado di generale comandante la mia banda, per indossare quello di sottoposto. </br> Egli, un povero illuso venuto dal suo lontano paese per assumere il comando di un'armata, aveva creduto trovar ovunque popoli insorti, e dopo un primo colossale fiasco dalla Calabria alla Basilicata, voleva convincere me ed i miei che non sarebbe stato difficile provocare una vera insurrezione, dato il numero della mia banda, l'ottimo elemento che la costruiva, le buone armi e gli eccellenti cavalli.
*Un battaglione di guardia nazionale avanzò di fronte e giunto a portata di tiro aprì il fuoco; noi rispondemmo tosto ed ai primi colpi cadde, come seppi di poi, il figlio di mio zio, Michele Crocco, esattore della fondiaria. La lotta era ingaggiata arditamente da ambo le parti, piovevano le palle ch'era un piacere a vederle smuovere il suolo asciutto, quando due compagnie strisciando al suolo giunsero non viste sulla nostra destra e ci attaccarono alla baionetta.
*Oh, perché il Borbone non seppe utilizzare tanto valore e tanto eroismo così spontaneo, nei figli di questa forte regione, cosicché il potente esercito borbonico fu messo in fuga da un pugno di giovanotti e questi furono chiamati eroi, e vili quelli? La verità di quelle facili vittorie, la causa delle fughe, il facile sbandarsi..... e chi nol sa! </br> Bisognava vedere un quartiere militare borbonico che cosa era; ed io lo vidi e lo conobbi. Ho visto quante infamie si commettevano, e la frusta, il bastone e le fucilazioni sommarie, e le punizioni tremende, di guisachè in noi soldati prevaleva il concetto: «Questo regno è tuo e de' tuoi sbirri, difendili da te e con i tuoi, non io morirò per la gloria tua e per conservare sul tuo capo la corona». </br> Ma qualcuno mi dirà, e con ragione, come mai tu che conoscevi le infamie del Borbone, dopo la caduta di questi, ti sei rimescolato nel fango ed hai messo tu ed i tuoi compagni alla mercé d'una causa, che aveva destato in te tanto orrore. </br> Non si parli di me, io allora mi ero già macchiato le mani di sangue, la mia persona era cercata, lottavo per vivere, ero il serpente ricordato dalla povera mia madre, morta pazza nel manicomio di Aversa.