Michel de Montaigne: differenze tra le versioni

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*Credo sia Montaigne a dire: «La gente parla di pensare ma, per parte mia, non inizio mai a pensare finché non mi metto a scrivere». Un sistema migliore per lui sarebbe stato quello di non mettersi mai a scrivere prima di aver smesso di pensare. ([[Edgar Allan Poe]])
*Il suo umanesimo, duttile, positivo, ha l'odore un po' agro delle sanse a dicembre quando si accumulano nei frantoi, dalle parti mie, un odore, che chi non è nato sotto gli ulivi e non è stato lubrificato col loro olio dalla levatrice all'ingresso di questo mondo, non s'immagina come sia stimolante, appetitoso sino alla capziosità e all'indiscrezione. Montaigne appunto, per uno che ci si è strusciato e se l'è fiutato a dovere. ([[Guido Morselli]])
*La sua prosa - che Montaigne a torto disprezzava, ritenendola aspra e sregolata, molle e fiacca - questa oscura, dolcissima, incerta, inafferrabile, fluttuante marea che è la vita, non fa altro che riprodurla con la giusta ansia; e la giusta imprecisione. Non a caso, una grande ammiratrice di codesto flusso era Virginia Woolf. ([[Giorgio Montefoschi]])
*L'uomo, e soltanto l'uomo, con le sue incertezze e le sue paure, le sue debolezze e le sue passioni, la sua viltà e il suo coraggio, la sua pazienza e la sua insofferenza, il piacere e il dolore, è il protagonista dei Saggi. Dio, in questo meraviglioso libro tagliente e morbido, sfuggente e netto, continuamente modificato e arricchito, è completamente assente. ([[Giorgio Montefoschi]])
*{{NDR|I suoi ''Saggi''}} mi dilettavano ed instruivano, e non poco lusingavano anche la mia ignoranza e pigrizia, perché aperti cosí a caso, qual che si fosse il volume, lettane una pagina o due, lo richiudeva, ed assai ore poi su quelle due pagine sue io andava fantasticando del mio. ([[Vittorio Alfieri]])
*Montaigne [...] è il tipo dello scetticismo sereno, non avido di lotte, sorridente, senza impeti, senza ideali da difendere, senza virtù da seguire, lo scettico che tollera tutto senza aver fede in nulla, che non ha nè entusiasmi nè aspirazioni, che si serve del dubbio per giustificare l'inerzia con la tolleranza, che dimostra una percezione della vita serena, ma sterile, indice di egoismo e di decadenza di razza, giacché il libero esame che non spinge all'azione può meglio che salvare dalla schiavitù, accettare, o rendersi complice del dispotismo. ([[Luigi Pirandello]])