Arthur C. Clarke: differenze tra le versioni

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Mirissa aveva capito che Brant era arrabbiato quando la barca non era ancora uscita dalla risacca. Già la tensione del corpo mentre stava al timone – e anche il fatto stesso che non avesse ceduto la barra per quell'ultimo tratto all'abile Kumar – stavano a dimostrare che era successo qualcosa.<br>
Mirissa uscì da sotto l'ombra delle palme e s'avviò lenta lungo la spiaggia, i piedi che sprofondavano nella sabbia umida. Kumar stava già ammainando la vela. Il "fratellino" di Mirissa, alto ormai quasi quanto lei e parecchio muscoloso, la salutò agitando un braccio. Quante volte lei aveva desiderato che Brant avesse il buon carattere di Kumar, che nulla era capace di scuotere...
 
==Attribuite==
*È inappropriato chiamare questo pianeta [[Terra (pianeta)|Terra]] quando è chiaramente ''Oceano''!<ref>Citato in Graham Lawton e Jennifer Daniel, ''L'origine di (quasi) tutto'', traduzione di Elisabetta Maurutto e Marzia Gherbaz, Edizioni Dedalo, 2017, p. 50. ISBN 9788822057020. La prima attribuzione della citazione a Clarke avviene nel 1979 ad opera di [[James Lovelock]] nel suo libro ''Gaia. A New Look at Life on Earth''. Un concetto simile era già stato espresso da [[G. Carleton Ray]] nel 1963. {{Cfr}} ''[https://quoteinvestigator.com/2017/01/25/water-planet/ Planet "Earth": We Should Have Called It "Sea"]'', ''Quote Investigator.com'', 25 gennaio 2017</ref>
 
==Note==