Michail Jur'evič Lermontov: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Michail Jur'evič Lermontov==
*''Io sempre amai nella mia vita | la solitudine scontrosa, | ove in me stesso mi chiudevo, | temendo, a rivelar tristezza, | la pietà umana di destare; || non capirebbero i felici, | pensavo, il che a me stesso oscuro, | e i pensier neri non varrebbe | gioia amicale o appassionato | fuoco di baci a trarsi via. || Ai miei confusi sogni volli | dare espressione con i versi, | sì che, leggendo tali fogli, | mi conciliassi tu col mondo, | colle passioni tempestose. || Ma l'occhio tuo sereno e puro | allora mi fissò stupito, | scotesti il capo tu e dicesti | ch'era malata la mia mente, | da brama futile accecata. || credendo alle parole tue, | mi profondai dentro il mio cuore, | ma pure in esso non trovai | che fosse futile la mente | tendendo a un che di misterioso || a ciò di cui son dati in pegno | volta notturna e cori d'astri, | a ciò che ci ha promesso Iddio | e che comprendere potrei | cogli anni e le meditazioni. || Ma me un'ardente, una severa | [[indole]] rode dalla culla... | E, avendo solo provato il male, | morrò non conoscendo in cuore | pensiero né scopo meschino.''<ref>Da ''A N.F.I... va'', 1830.</ref>
*La nostra patria si trova là dove siamo amati.<ref>Da ''Addio''.</ref><ref name=diz>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref>
*''[[Maria|Madre di Dio]], io con la preghiera sto dinanzi alla tua immagine come davanti a una intensa luce. Non prego per la mia anima deserta ma per quella di un viandante che vaga nel mondo, senza patria. No! Voglio consegnarne l'anima innocente a colei che amorosamente ci difende da questo gelido mondo. Santa Vergine, circonda di felicità colui che ne è degno, dagli compagni benigni per il cammino; la splendida giovinezza, la vecchiaia tranquilla e al suo cuore, privo di malizia, la pace. La pace della speranza, O Madre di Dio, ti supplico, ascoltami''.<ref>Da ''Preghiera'', ''Molitva''; citato in ''L'Unità Arte'', n. 12, 1997. Il testo è stato musicato da [[Modest Petrovič Musorgskij]] nel 1865.</ref>
*''Orrendo, trarre solitari | di questa vita le catene. | A spartire la gioia ognuno è pronto, | ma nessuno a spartire la tristezza. | Solo qui sono come un re celeste, | costretti in cuore i miei dolori, | e vedo, docili al destino, | come visioni gli anni dileguare; | e tornano essi, con dorato, | ma collo stesso antico sogno; | e vedo una solinga tomba | che aspetta: a che indugiare sulla terra? | di ciò nessuno sarà afflito: | s'allegrerà (ne sono certo) | la gente più della mia morte | che non, già, del mio nascimento...''<ref>Da ''Solitudine'', 1830.</ref>
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*Scorro nella memoria tutto il mio passato e involontariamente mi chiedo: a che fine ho vissuto? Per che scopo sono nato?... Probabilmente uno scopo c'era e devo avere avuto un'alta destinazione, perché mi sento forze sconfinate nell'anima; ma non sono riuscito a scoprire questa destinazione, mi sono distratto con le lusinghe di passioni vuote e ingrate; dal loro crogiolo io sono uscito duro e freddo come l'acciaio, ma ho perso per sempre il fuoco delle nobili aspirazioni, il fiore migliore della vita. E da allora quante volte ho già recitato il ruolo dell'ascia nelle mani del destino Come lo strumento del boia, io sono caduto sulla testa delle vittime predestinate, spesso senza cattiveria, sempre senza rimpianto... Il mio amore non ha mai reso felice nessuno, perché non ho mai sacrificato nulla per coloro che ho amato; io amavo per me, per il mio bisogno del cuore, inghiottivo avidamente i loro sentimenti, la loro tenerezza, le loro gioie e sofferenze: e non ne ero mai sazio. (1996, p. 157)
*Nella mia prima giovinezza ero stato un sognatore; mi piaceva accarezzare a turno le immagini ora cupe, ora iridescenti che mi disegnava un'immaginazione avida e inquieta. Ma cosa mi è rimasto di tutto questo? Solo stanchezza, come dopo una lotta notturna con un incubo, e un confuso ricordo colmo di rimpianto. In questa vana lotta io ho esaurito sia l'ardore della mia anima che quella perseveranza della volontà che è indispensabile alla vita attiva; sono entrato in questa vita dopo averla già mentalmente vissuta, e ho provato noia e disgusto, come chi legge la cattiva imitazione di un libro a lui noto da tempo. (pp. 185-186)
 
==[[Incipit]] di ''Pensiero''==
Con tristezza guardo alla nostra generazione!<ref name=diz/>
 
==Note==