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*Contro questo animale malefico ogni mezzo è buono; si possono adoperare anche con vantaggio le trappole, i tranelli, le reti, e anche il veleno. Tutti questi mezzi che sovente son giudicati traditori e indegni di un cacciatore quando son adoperati contro il cervo, il capriuolo o anche la lepre, sono ammessi e riconosciuti legittimi quando si tratta del Lupo. Bisogna proteggere la campagna contro le rapine di questo ladro che non bada alle proprietà, e non rispetta sempre neppure gli uomini. (p. 418)
*{{NDR|Sul [[licaone]]}} Sebbene gustino molto le carni corrotte, questi Jenoidi non ne fanno loro cibo esclusivo; mangiano anche prede viventi, come le gazzelle, le antilopi, ecc. Per raggiungerle e sgozzarle si riuniscono in stupri talora numerosi, diretti da un capo, e cacciano con accordo che non è superato neppure dai cani meglio ammaestrati. Quando la selvaggina è raggiunta, la sbranano in comune tutti d'accordo; ma se qualche carnivoro, più forte individualmente, si accosta onde partecipare al festino, si uniscono tutti contro di lui, e non temono di resistergli. Ciò succede sovente col leopardo ed anche col leone. (pp. 436-437)
*L'[[orso bruno]] vive solitario, nelle buie foreste di larici, in mezzo alle gole più profonde e sulle cime dei monti. Dimora nelle caverne, negli spacchi delle rocceroccie, sovente anche nel cavo dei vecchi alberi. Talora si costruisce una specie di capanna con rami e muschi. Generalmente riposa di giorno, e cerca il suo pasto nelle tenebre; ma questa abitudine non è punto assoluta. Si nutre delle frutta del faggio, del sorbo, dello spino berbero e di altre bacche selvatiche, sopratutto quelle che sono un tantino acide, di vari semi, di legumi e di radici. Ama molto il miele, le fragole, le pere, l'uva, e fa di buona voglia parecchie leghe per procurarsele. Anche le formiche sono per l'Orso un cibo gustosissimo pel loro sapore acido, ed è ben fortunato quando può trovare una repubblica di questi insetti. (p. 451)
*In ogni modo l'Orso bruno è un animale assai mansueto, sanguinario soltanto per necessità, di indole sincera, e inoffensivo all'uomo, quando non è provocato. (p. 452)
*Quando è aggredito e ferito, o disturbato mentre dorme, o anche allorché i suoi piccoli corrono qualche rischio, l'Orso è veramente pericoloso. Intrepido e fidente nella sua forza, accetta sempre la lotta. Affronta l'avversario, gli va sopra, ritto sulle zampe posteriori, e cerca di stringerlo colle potenti sue braccia. Se in questa lotta fatta corpo a corpo, non rimane ucciso sul colpo da una pugnalata nel cuore, il cacciatore è perduto. L'Orso gli dilania il cranio coi denti, o gli divora il volto; dopo di che lo abbandona mezzo morto, lo fiuta, lo rivolta, e se gli trova ancora un soffio di vita, con un colpo poderoso di zampa gli apre il ventre e ne estrae i visceri palpitanti. (p. 452)