Anna Maria Mozzoni: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Citazioni: inserimento citazione
Riga 16:
* [...] io vi verrò dimostrando come a queste riforme una sola sia la via seria ed efficace, accordare, cioè nel voto politico una legale rappresentanza agli interessi femminili davanti al potere legislativo, e combatterò tutte le obiezioni che si sollevano contro questa innovazione. E le combatterò senza dissimularmene una, senza sorvolare a nessuna difficoltà, senza svoltare, senza sofisticare, con quella lealtà di controversia dalla quale non ho mai avuto bisogno di deviare perchè convinta della bontà della mia causa. (p.4) <ref>Anna Maria Mozzoni, ''Del voto politico delle donne'', Estratto dal giornale '''La Donna''', anno IX 30 Marzo 1877, N.290, Bologna. (p.4)</ref>
* Nel procedere dei tempi, la progressiva sicurezza delle persone, l’affermazione del dritto di proprietà, l’abuso della forza, il raffinarsi dell’intelligenza che avvertì nella umanità pregi di un ordine più elevato ed una fonte di piaceri più squisiti, sollevò il morale degli uomini, e la forza non essendo più l’unico ideale, l’uomo sentì che fra lui e la donna la sproporzione non era tale quale gli era apparsa dapprima, le si ravvicinò per lo spirito, sentì l’influenza dei pregi di lei e la di lei servitù si cangiò in tutela. (p.5)
* Voi, signori, fate le leggi, e noi non siamo consultate, ci confezionate in ogni maniera di salse, e non ci domandate, neppur per forma, se non ce ne stiamo a disagio. Molti di voi tranquillamente desiderosi del bene e disposti a farlo, senza soverchio calore però, dicono che le donne nel Codice attuale stanno come sante nella nicchia, che hanno ottenuto molto, che di più veramente non si poteva e non si saprebbe fare per loro, e molte altre frasi da gente contenta e che vorrebbe che altri s’accontentasse. – Mi duole davvero di gettar delle nubi su quei rosei cuori, ma non siamo contente affatto e per non importunarvi con troppe cose in una volta, ne cerchiamo una sola, il voto politico. Ottenuto questo verrete voi stessi ad informarvi dei nostri bisogni e non crederete di perdere il vostro tempo. (p.13)
* Se un turco mi dicesse: le donne sono fatte per l’harem e per questo le teniamo rinchiuse, capirei che quello ch’io cerco è incompatibile col loro stato sociale [...] Ma in Occidente, Signori miei, le donne affollano le vie, ingombrano gli alberghi, si stipano nei convogli ferroviariarî, s’incontrano viaggiatrici a tutti i gradi accessibili di latitudine, pubblicano libri e giornali, esercitano industrie e commerci, adornano con le nude bellezze e le trasparenti eleganze tutti i convegni, fino ad esservi abuso di pubblicità, primeggiano nei teatri, dov’è nascosto di loro poco più del pensiero, e quindi mi è lecito concludere che se cotali usi e costumi, che nessuno stima sconvenir loro, non le distrae dalle cure della famiglia per cui esse ancora allevano i figli e dirigono la casa, l’esercizio del voto elettorale le distrarrà infinitamente meno, e me ne appello ai più affacendati affaristi se la loro qualità di elettori fu mai un sovraccarico intollerabile di occupazione ed un dispendio oneroso di tempo per cui il minimo dei loro affari ne abbia sofferto. (p.15)
* Per me, l’opportunità è un concorso di circostanze omogenee o compatibili con l’affermazione dell’oggetto che si considera. – E che cosa vedete voi quì dentro che sia inconciliabile col voto politico della donna? Le circostanze omogenee in questo caso sono, il trovarsi in esse i requisiti che si esigono dagli elettori, la possibilità di seguire nella scarsa misura convenevole gli avvenimenti politici, interessi e bisogni da guarentire, la possibilità materiale di compiere l’atto del voto. – Ora quale di queste condizioni manca alla donna? (p.22)
 
==''La donna e i suoi rapporti sociali''==