Luigi Veronelli: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
m ordine alfab., minuzie
Riga 4:
==Citazioni di Luigi Veronelli==
*[[Aliminusa]] (Palermo). Pregevole produzione di carciofi e piselli; questi ultimi, di squisita dolcezza, meriterebbero denominazione. Nel periodo invernale, la macelleria prepara una saporosa rustica salsiccia.<ref>Da ''Guide Veronelli all'Italia piacevole. Sicilia'', p. 19, Garzanti, 1970.</ref>
*Amo [[Lodi]]; trovo in questa cittadina adagiata nella campagna, sulla riva dell' Adda, le virtù che erano un tempo della mia città, prima fra tutte il rispetto del [[lavoro]]. Il lavoro merita rispetto - mai fanatica adorazione - quando è eseguito bene, con riflessione ponderata; è disprezzabile, amico mio, se è solo mezzo per far danaro; in [[Milano]] è - quasi sempre - disprezzabile. Lodi ha vinto, o perlomeno sta vincendo, la secolare battaglia con la metropoli.<ref>Da ''La cucina lodigiana'', di Vittorio Bottini, Edizioni Lodigraf, Lodi, 1990, p. 6. ISBN 88-7121-054-9</ref>
*Disprezzo e odio le industrie che – determinate per costituzione al solo profitto – si sono appropriate di quell'impossibile, per loro, denominazione. (da ''EV'', n.° 60, 2001)
*Ho visto anche [[Pelé]], all'eleganza di [[Giuseppe Meazza|Meazza]] non è arrivato. Una volta, all'Arena, gli vidi fare uno stop in rovesciata a due metri da terra: atterrò col pallone incollato, saltò l'avversario ipnotizzato e andò a infilare il portiere con quei suoi passaggi in porta millimetrici e beffardi.<ref>Citato in Gigi Garanzini, ''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,detail/id,0332_01_2001_0222_0048_2907493/ «Brindo all'Inter di Meazza»]'', ''la Stampa'', 13 agosto 2001.</ref>
Line 16 ⟶ 17:
*Un occhio al mare, uno alla terra, la [[cucina ligure|cucina di Liguria]] ha in sé la storia del suo popolo (va detto chiaro, a sfatare una lunga credenza: non solo "marinara"; già te lo rivela la parola "ligure": che alle origini{{sic|.}}, pre-latine, significa uomo dei monti) che ama il mare almeno quanto lo teme e lo rispetta, che dalla terra si distacca – è necessario navigare – ed alla "sua" terra ritorna con disperato desiderio,<br>Ti meravigli allora se la cucina si contende – ma trova sempre, puntuale ed amorosa, il suo equilibrio – tra le cotture semplici e dirette dei pesci (ciupin, frisceu, buridda) e quelle, altrettanto semplici e dirette ma più pazienti, delle carni (cima ripiena, bianco e neiro, vitello all'uccelletto) e delle verdure (torta pasqualina, lattughe ripiene)?<br>Né avrai motivo di sorprenderti, tutt'altro, se per le carni si sottolinea l'aspetto terragno, del fuoco, quieto e meditato dell'entroterra quando permane insopprimibile, per i pesci, l'esperienza della barca nella piena avventura dell'onda. (Da ''Liguria'', in ''Le buone cose'', ''Indirizzi di gola'', p. 15.)
*Una pioggia di coloratissime [[farfalla|farfalle]]. Non eran cibo, erano angeli che tornavano suso in cielo. (da ''EV'', n.° 57, 2001)
*Amo [[Lodi]]; trovo in questa cittadina adagiata nella campagna, sulla riva dell' Adda, le virtù che erano un tempo della mia città, prima fra tutte il rispetto del [[lavoro]]. Il lavoro merita rispetto - mai fanatica adorazione - quando è eseguito bene, con riflessione ponderata; è disprezzabile, amico mio, se è solo mezzo per far danaro; in [[Milano]] è - quasi sempre - disprezzabile. Lodi ha vinto, o perlomeno sta vincendo, la secolare battaglia con la metropoli.<ref>Da ''La cucina lodigiana'', di Vittorio Bottini, Edizioni Lodigraf, Lodi, 1990, p.6. ISBN 88-7121-054-9</ref>
 
==''Campania''==