Tommaso Giartosio: differenze tra le versioni

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==''Perché non possiamo non dirci''==
*Anche se in apparenza il suo aspetto carnevalesco è rivolto agli eterosessuali, in realtà il Pride ''serve prima di tutto ai gay che vi partecipano''. Lo scopo fondamentale dell'intreccio di politica e spettacolo è contarsi, vedersi, sentirsi forti. Per moltissimi attivisti gay il primo pride è stato uno stimolo insostituibile a darsi da fare. (p. 35)
*I [[diritti]] sono importanti; alla lunga essere trasgressivi non è molto divertente, se si rimane dei paria; e spesso non è neanche molto utile. Perciò va bene "riscoprire" gli anni settanta, purché questo non serva a far spallucce sulle battaglie in corso. Perché allora la nostalgia del gay trasgressivo mi manda in bestia. [...] Finché non esisti, non esisti; ma dal momento in cui esisti devi essere ben riconoscibile. (p. 40)
*[...] un'idea che mi piace: il concetto di "trasversalità". L'ha formulato il filosofo Gilles Deleuze, riprendendolo da David Hume. È l'idea che un effetto prodotto in un dato modo può sempre essere prodotto anche in altri modi. [....] credo che il riconoscersi omosessuali o eterosessuali non derivi in linea retta da un orientamento sessuale originario, ma nasca lungo un percorso a zig-zag, per un gioco di spinte tra le quali il desiderio gay o etero a volte svolge addirittura un ruolo accessorio. (p. 45)
*Ecco, si può sperare che l'omofobia diventi questo: un repertorio di innocui stereotipi che pochi imbecilli prendono sul serio, mentre tutti gli altri ci giocano. (p. 47)
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*Ci sono molte famiglie in cui lo zio gay insaccato del suo segreto di Pulcinella pesa come un macigno sui raduni natalizi o estivi. Gli etero non saranno mai realmente liberi finché non lo saranno i gay; e questo vale, ovviamente, per ogni altro schieramento sui due versanti di un muro di discriminazione. (p. 93)
*Ogni riconoscimento di diritti si trascina dietro ciarpame simile – il sospetto perbenistico verso chi di quel diritto non vuole avvalersi. dai una casa a tutti i senzatetto, e chi si ostina a rifiutarla sembrerà a molti un tipo losco, un iperbarbone. (p. 95)
*L'[[omosessualità]] è semplicemente qualcosa che sta in tutti noi da sempre. Per questo si innerva (come realtà sconosciuta sfiorata, elusa, metaforizzata, taciuta, ambita, tabuizzata, perseguitata, implicata in altri discorsi...) anche nello scrittore più eterosessuale. (p. 127)
 
==Bibliografia==