David Silvagni: differenze tra le versioni

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→‎La corte e la società romana nei secoli XVIII e XIX: il segreto della fabbricazione della porcellana
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==''La corte e la società romana nei secoli XVIII e XIX''==
*È strano pure come i sovrani siano caduti più facilmente degli altri nelle reti che loro tendevano gli alchimisti, dacché nel 1700 un di costoro, [[Johann Friedrich Böttger|Giovanni Federico Böttger]], vendeva una polvere che doveva trasformate in oro le più vili sostanze, ed il re Federico Guglielmo I, saputolo, lo fece imprigionare per strappargli il segreto e giovarsene egli solo. Ma il Böttger fuggì dal carcere l'anno dipoi e si ricoverò in Sassonia. Il re di Prussia domandò invano la estradizione del fuggiasco, che l'elettore di Sassonia e re di Polonia, Augusto I, aveva fatto prendere e imprigionare egli pure per ricavarne il famoso segreto. Però il Böttger non poteva dare altrui ciò che non aveva egli stesso, ed il re Augusto cercò di utilizzarne il sapere nello studio dei prodotti minerali della Sassonia. (vol. I, pp. 323-324)
 
*Un bel giorno il servitore di Böttger nell'incipriare la parrucca del padrone si accorse che il pacco della cipria pesava più dell'ordinario e lo disse all'alchimista, il quale seppe che «un fabbro ferraio passando a cavallo sopra una strada fangosa, cadde e s'inzaccherò tutto. Risalito in sella e visto che il fango disseccandosi lasciava sul vestito una polvere bianca e finissima, tosto gli venne l'idea di sostituirla alla farina di frumento per imbiancare le parrucche, e mise quella polvere in commercio sotto il nome di cipria». Böttger, esaminata quella polvere, ne dedusse che era formata da caolino purissimo, e l'anno 1707 egli scopriva il segreto della fabbricazione delle porcellane dure. L'Elettore lo colmò di ricchezze, lo creò barone e il giorno 6 giugno 1710 inaugurava nel castello di Albrechtsburg a Meissen la prima fabbrica europea di porcellane. (vol. I, p. 324)
 
*Giovanni Maria {{NDR|Mastai Ferretti}} divenuto pontefice e regnando tanti anni, non arricchì i {{sic|nepoti}} e ciò fu bene; ma forse li lasciò troppo poveri, sicché alla sua morte essi mossero causa prima agli esecutori testamentari, e poi al Governo, per ottenere una quota dell'appannaggio dovuto dal Tesoro pubblico al Papa. I Mastai furono soccombenti; e [[Papa Pio IX|Pio IX]], che aveva arricchito tanti cortigiani così sfacciatamente, lasciò che il suo nome non fosse benedetto neppure dai suoi discendenti. (vol. III, p. 539)