Antonio Saverio De Luca: differenze tra le versioni

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*In qual modo sarebbe possibile la corrispondenza dei Vescovi con Roma, cotanto necessaria pel buon governo della Chiesa, se il Papa fosse ''suddito''? Quali insulti non avrebbe dovuto subire la Chiesa nella persona dei suoi Pastori, se, per esempio, per recarsi a Roma alla definizione del domma dell'Immacolata Concezione di Maria Santissima, i Vescovi fossero stati costretti di chiedere il permesso ai volontari di Garibaldi posti alla guardia delle frontiere o delle porte di Roma? Con quale libertà i Vescovi potrebbero adempire al loro sacro dovere d'informare personalmente il Papa al Vaticano sullo stato delle loro diocesi, e di sottoporre all'esame di lui gli atti dei Concili provinciali, se un Mazzini, un Cipriani<ref>[[Amilcare Cipriani]].</ref>, un Bon-Compagni<ref>[[Carlo Bon Compagni di Mombello]].</ref>, od altro simile sedesse in trono in Campidoglio? V'ha di più. In qual modo la Chiesa potrebbe essere fedele alla missione affidatale da Gesù Cristo: ''Ite ad ammaestrare tutti i popoli'' ecc., se le gare politiche e la ragione di Stato s'unissero coll'odio, di cui il cristianesimo è l'oggetto, per impedire la propagazione dell fede cattolica? Quale accoglienza troverebbero i Missionari cattolici nelle varie parti del mondo, se Roma, che li manda, fosse dipendente, e se essi medesimi venissero considerati come emissari di una propaganda politica, anziché apostoli del Vangelo celeste? (p. 9)
 
*Uno sguardo gettato nella sedicente Chiesa ortodossa orientale e sul suo [[Patriarca (cristianesimo)|Patriarca]] a Costantinopoli basta per riconoscere con un esempio evidente ciò che può divenire un'autorità spirituale obbligata ad obbedire ad un altra potenza oltre la divina. [...]. Poiché i Patriarchi di Costantinopoli divennero sudditi del Sultano degli Ottomani, il loro potere non è più che un'ombra senza realtà. (pp. 10-11)
 
*Il nemico d'ogni ordine sociale e religioso, la Rivoluzione, vorrebbe fare del Papa, del legittimo Successore di S. Pietro, un'ombra di autorità simile a quella di Costantinopoli; e perciò essa crede di dovergli togliere prima di tutto la sua sovranità, perché spera che la distruzione di questa verrà immediatamente seguita dalla rovina del Principato spirituale. (p. 11)