Tigre: differenze tra le versioni

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*Ha tutte le costumanze, tutti i modi del gatto, ma proporzionati alla sua statura. Le sue movenze sono graziose come quelle del gattino, e straordinariamente rapide, agili, ed anche durevoli. Striscia senza rumore, sa fare salti poderosi, si arrampica snella sopra gli alberi malgrado la sua mole, nuota maestrevolmente sopra larghi torrenti, e dimostra sempre una sicurezza ammirabile nell'eseguire ogni movimento.
*L'utile che ricava dalla sua caccia un abile cacciatore di tigri non è per nulla insignificante. Astrazione fatta del premio dato al felice colpo, egli può godere quasi tutte le parti dell'animale. La carne non vien mangiata, come si potrebbe supporre, tenendo conto delle abitudini di molti popoli che ritengono buona preda tutti i felini uccisi: ma si utilizzano la pelle, gli artigli, i denti, il grasso. Le pelli conciate con qualche sostanze che le preservi dal tarlo, passano per la maggior parte nelle mani di Europei, o vengono spedite in Cina. Sono meno stimate di quelle di pantera, e si adoperano a farne coperte di cavalli, di selle, di slitte, ed in Cina se ne fanno i cuscini. In Europa è passata di moda da poco tempo; per contro i Kirgis l'apprezzano di molto: la adoperano per ornare i loro turcassi, e generalmente ne pagano una pelle intera come un cavallo. I denti e gli artigli servono ai Scikari non solo come speciali e preziosi trofei, ma anche come amuleto contro gli assalti della tigre, in perfetta conformità coll'assioma omeopatico. «Guarire il simile col simile». La lingua ed il fegato hanno pure un gran valore. Sono preparati dai cultori della medicina nell'India con molte cerimonie, come richiede sopratutto la scienza salutare, e dopo venduti come farmaci infallibili a caro prezzo al credulo compratore. Il grasso ha fama di potente curativo contro la podgara, ed è perciò accuratamente conservato. Ma il calore dei paesi abitati dalla tigre farebbe si che in breve fattosi rancido si guasterebbe se gli indigeni trascurassero di chiarificarlo a modo loro e renderlo così atto a serbarsi parecchi anni. Appena dunque una tigre è scorticata, i cacciatori levano con somma cura il grasso dalla carne e lo depongono in fiaschi a ciò destinati, che si portano seco. Questi, turati per bene, sono esposti per tutto il giorno al calore solare, e quando il contenuto si è liquefatto il grasso si chiarifica facilmente e si serba per lungo tempo. Gli Europei pure lo adoperano, ben inteso, ad altro fine: lo adoperano principalmente ad ungere le loro armi.
*La tigre è un vero felino senza criniera, con fedine alquanto folte, e con strisciestrisce trasversali sullo screziato pelame. Ma è il più terribile dei felini, un animale in faccia a cui l'uomo sta quasi impotente. Nessuna creatura può congiungere tanta perfidia a tanta bellezza, nessuna meglio confermare la vecchia favola dell'inesperto topolino che ammira nel gatto un sì bello ed amabile animale.
*Molti fra i penitenti che temporaneamente vivono presso fiumi sacri vengono uccisi dalla tigre. Nessun animale è veramente sicuro da essa; aggredisce persino il giovano elefante e il rinoceronte, benché non osi aggredire i vecchi, e debba soccombere nella lotta con un elefante adulto. Tutti i mammiferi, eccetto forse gli altri predatori e felini, diventano sua preda; si precipita sui più forti come sui più deboli. Inoltre non si fa scrupolo di ghermire talvolta un uccello, od un rettile.