Pierre de Coubertin: differenze tra le versioni

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'''Pierre de Frédy, barone di Coubertin''' (1863 – 1937), pedagogista e storico francese.
 
==Citazioni di Pierre de Coubertin==
*Il successo racchiude in sé i semi del proprio declino. (citato in AA.VV., ''Il libro del business'', traduzione di Martina Dominici e Sonia Sferzi, Gribaudo, 2018, p. 103. ISBN 9788858016589)
*Noi stimiamo che i Giochi Olimpici debbano essere riservati agli uomini. [...] Non ci sono soltanto delle giocatrici di tennis e delle nuotatrici. Ci sono anche schermitrici, amazzoni e, in America, ci sono delle donne che fanno canottaggio. Forse che domani ci saranno delle corritrici o delle giocatrici di football? Questi sports praticati dalle donne costituirebbero forse uno spettacolo raccomandabile davanti alle folle che un’Olimpiadeun'Olimpiade riesce a riunire? Noi non pensiamo che si possa pretenderlo. [...] Citius, altius, fortius. Più veloce, più in alto, più forte, è il motto del Comitato internazionale e la ragione d’essered'essere di tutto l’Olimpismol'Olimpismo. Qualunque siano le ambizioni atletiche femminili, non possono pretendere di vincere gli uomini nella corsa, nella scherma, nell’equitazionenell'equitazione... Permettere che intervenga a questo punto il principio dell’uguaglianzadell'uguaglianza teorica dei sessi, sarebbe dunque come abbandonarsi a una manifestazione platonica, priva di senso e di portata. [...] Non pratica, non interessante, non estetica e non abbiamo timore di aggiungere: scorretta, tale sarà secondo noi questa mezza Olimpiade femminile. Non è questa la nostra concezione dei giochi Olimpici nei quali stimiamo che si cerchi e si continui a cercare la realizzazione di questa formula: l’esaltazionel'esaltazione solenne e periodica dell’atleticadell'atletica leggera maschile con l’internazionalismol'internazionalismo come base, l’onestàl'onestà come mezzo, l’artel'arte come ambito e l’applausol'applauso femminile come ricompensa.
* I giochi olimpici devono essere riservati agli uomini [...] e vietati alle donne, il loro ruolo deve essere come quello nell’antica Grecia, cioè incoronare il vincitore.<ref>Citato in Francesco Muollo, ''[https://www.storiasport.com/file/quaderni-siss-1/QDS1-50_65-Lo-sport-e-il-problema-dell-identificazione-sessuale.pdf Lo sport e il problema dell'identificazione sessuale]'', in ''Sport e identità, Atti del II Convegno della Siss'', ''Quaderni della Società Italiana di Storia dello Sport'', anno I, n. 1, novembre 2012, a cura di Angela Teja, Sergio Giuntini e Maria Mercedes Palandri.</ref>
::''Nous estimons queles Jeux Olympiques doivent être réservés aux hommes.'' [...] ''Il n’yn'y a pas que des joueuses de tenniset de nageuses. Il y a aussi des escrimeuses, il y a des cavalières et, en Amérique, il y a eu desrameuses. Demain il y aura peut- être des coureuses ou même des footballeuses? De tels sportspratiqués par des femmes consituéraient-ils donc un spectacle récommandable devant les foulesqu’assemblefoulesqu'assemble une Olympiade? Nous ne pensons pas qu’onqu'on puisse le prétendre.'' [...] ''Citius, altius,fortius. Plus vite, plus haut, plus fort, c’estc'est la devise du Comité International et la raison d’êtred'être detout l’Olympismel'Olympisme. Quelles que soient les ambitions athlétiques féminines, elles ne peuvent sehausser à la prétention de l’emporterl'emporter sur les hommes en courses à pied, en escrime, en équitation...Faire intervenir ici le principe de l’égalitél'égalité théorique des sexes, se serait donc se livrer à une manifestation platonique dépourvue de sens et de portée.'' [...] ''Impratique, inintéressante, inesthétique, et nous ne craignons pas d’ajouterd'ajouter: incorrecte, telle serait à notre avis cette demi-Olympiade féminine. Ce n’estn'est pas là notre conception des jeux Olympiques dans lesquels nous estimons qu’onqu'on a cherché et qu’onqu'on doit continuer de chercher la réalisation de al formule que voici: l’exaltationl'exaltation solennelle et périodique de l’athlétismel'athlétisme mâle avec l’internationalismel'internationalisme pour base, la loyauté pour moyen, l’artl'art pour cadre et l’applaudissementl'applaudissement féminin pour récompense.<ref>Da Pierre de Coubertin, ''Les femmes aux Jeux Olympiques'', in ''Revue Olympique'', luglio 1912, pp. 109-111; tradotto in A. Teja, in ''Sport al femminile. Dalla callistenia allo sport per le donne'', in A. Lombardo (a cura di), ''Storia degli sport in Italia 1861-1960'', Il Vascello, Roma, 2004, pp. 295-335. Richiamato in ''[https://www.storiasport.com/file/quaderni-siss-2/QDS2-74_83-Per-un-Centro-Archivi-dedicato-allo-sport-femminile.pdf Per un centro archivi dedicato allo sport femminile.]'', in ''Ipotesi per un'impresa culturale. L’organizzazioneL'organizzazione di un centro Archivi del Coni'', ''Quaderni della Società Italiana di Storia dello Sport'', anno II, n. 2, giugno 2013, di Angela Teja con interventi di Franco Cervellati, Domenico F. A. Elia, R. Felice Fabrizio e Roberto Trefiletti.</ref>
*Noi stimiamo che i Giochi Olimpici debbano essere riservati agli uomini. [...] Non ci sono soltanto delle giocatrici di tennis e delle nuotatrici. Ci sono anche schermitrici, amazzoni e, in America, ci sono delle donne che fanno canottaggio. Forse che domani ci saranno delle corritrici o delle giocatrici di football? Questi sports praticati dalle donne costituirebbero forse uno spettacolo raccomandabile davanti alle folle che un’Olimpiade riesce a riunire? Noi non pensiamo che si possa pretenderlo. [...] Citius, altius, fortius. Più veloce, più in alto, più forte, è il motto del Comitato internazionale e la ragione d’essere di tutto l’Olimpismo. Qualunque siano le ambizioni atletiche femminili, non possono pretendere di vincere gli uomini nella corsa, nella scherma, nell’equitazione... Permettere che intervenga a questo punto il principio dell’uguaglianza teorica dei sessi, sarebbe dunque come abbandonarsi a una manifestazione platonica, priva di senso e di portata. [...] Non pratica, non interessante, non estetica e non abbiamo timore di aggiungere: scorretta, tale sarà secondo noi questa mezza Olimpiade femminile. Non è questa la nostra concezione dei giochi Olimpici nei quali stimiamo che si cerchi e si continui a cercare la realizzazione di questa formula: l’esaltazione solenne e periodica dell’atletica leggera maschile con l’internazionalismo come base, l’onestà come mezzo, l’arte come ambito e l’applauso femminile come ricompensa.
::''Nous estimons queles Jeux Olympiques doivent être réservés aux hommes. [...] Il n’y a pas que des joueuses de tenniset de nageuses. Il y a aussi des escrimeuses, il y a des cavalières et, en Amérique, il y a eu desrameuses. Demain il y aura peut- être des coureuses ou même des footballeuses? De tels sportspratiqués par des femmes consituéraient-ils donc un spectacle récommandable devant les foulesqu’assemble une Olympiade? Nous ne pensons pas qu’on puisse le prétendre. [...]Citius, altius,fortius. Plus vite, plus haut, plus fort, c’est la devise du Comité International et la raison d’être detout l’Olympisme. Quelles que soient les ambitions athlétiques féminines, elles ne peuvent sehausser à la prétention de l’emporter sur les hommes en courses à pied, en escrime, en équitation...Faire intervenir ici le principe de l’égalité théorique des sexes, se serait donc se livrer à une manifestation platonique dépourvue de sens et de portée. [...] Impratique, inintéressante, inesthétique, et nous ne craignons pas d’ajouter: incorrecte, telle serait à notre avis cette demi-Olympiade féminine. Ce n’est pas là notre conception des jeux Olympiques dans lesquels nous estimons qu’on a cherché et qu’on doit continuer de chercher la réalisation de al formule que voici: l’exaltation solennelle et périodique de l’athlétisme mâle avec l’internationalisme pour base, la loyauté pour moyen, l’art pour cadre et l’applaudissement féminin pour récompense.<ref>Da Pierre de Coubertin, ''Les femmes aux Jeux Olympiques'', in ''Revue Olympique'', luglio 1912, pp. 109-111; tradotto in A. Teja, in ''Sport al femminile. Dalla callistenia allo sport per le donne'', in A. Lombardo (a cura di), ''Storia degli sport in Italia 1861-1960'', Il Vascello, Roma, 2004, pp. 295-335. Richiamato in ''[https://www.storiasport.com/file/quaderni-siss-2/QDS2-74_83-Per-un-Centro-Archivi-dedicato-allo-sport-femminile.pdf Per un centro archivi dedicato allo sport femminile.]'', in ''Ipotesi per un'impresa culturale. L’organizzazione di un centro Archivi del Coni'', ''Quaderni della Società Italiana di Storia dello Sport'', anno II, n. 2, giugno 2013, di Angela Teja con interventi di Franco Cervellati, Domenico F. A. Elia, R. Felice Fabrizio e Roberto Trefiletti.</ref>
 
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