Walter Benjamin: differenze tra le versioni

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*Impotenza virile - figura chiave della solitudine, nel suo segno si attua l'arresto delle forze produttive - un abisso separa l'uomo dai suoi simili. (da "Parco centrale", "Angelus Novus", Einaudi, 1995, p. 139)
*L'[[allegoria]] barocca vede il cadavere solo dall'esterno. [[Charles Baudelaire|Baudelaire]] lo vede anche dall'interno.<ref name=cort>Citato in [[Andrea Cortellessa]], ''[[Giovanni Raboni]]. L'osso senza carne della parola'', ''Poesia'', anno XII, n. 126, Crocetti Editore.</ref>
*[...] l'antitesi tra l’assolutezza del potere sovrano e la sua effettiva capacità di governare crea nel dramma una caratteristica peculiare, che solo in apparenza è di maniera, e che è possibile mettere in chiaro solo a partire dalla teoria della sovranità. Si tratta dell'incapacità decisionale del tiranno. Il principe, che ha la facoltà di decidere sullo stato di eccezione, mostra alla prima occasione che decidere gli è quasi impossibile.<ref>Da ''Ursprung des deutschen Trauerspiels'', Rowohlt, Berlino, 1928; ''Il dramma barocco tedesco'', Einaudi, Torino, 1999. Citato in Lisa Rose, ''Per la critica della concettualità politica moderna. Walter Benjamin e il monopolio della ''Gewalt'' '', [http://eprints-phd.biblio.unitn.it/2540/3/tesi_con_frontespizio.pdf p. 49].</ref>
*L'orientamento pratico è un tratto caratteristico di molti narratori nati. In modo più marcato che in Leskov, esso si ritrova per esempio in Gotthelf, che dava ai suoi contadini consigli pratici di agricoltura; o in Nodier, che si occupava dei pericoli dell'illuminazione a gas; e un Hebel, che metteva nel suo Tesoretto brevi istruzioni scientifiche per i suoi lettori, rientra di diritto in questa serie. Tutto ciò rinvia alla natura della vera narrazione. Apernente o meno, essa implica un utile, un vantaggio. Tale utile può consistere una volta in una morale, un'altra in un'istruzione di carattere pratico, una terza in un proverbio o in una norma di vita: in ogni caso il narratore è persona di «consiglio» per chi lo ascolta. Se oggi questa espressione ci sembra antiquata, ciò dipende dal fatto che diminuisce la comunicabilità dell'esperienza. Per cui non abbiamo consiglio né per noi né per gli altri. Il «consiglio», infatti, non è tanto la risposta a una domanda quanto la proposta relativa alla continuazione di una storia (in svolgimento). Per riceverlo, bisognerebbe essere in grado di raccontarla. (''Il narratore'', p. 15)
*La mia situazione senza speranza non mi lascia altra scelta che uccidermi. È in un piccolo villaggio dei Pirenei, dove nessuno mi conosce, a Port-Bou, che la mia vita finisce.<ref>Citato in [[Pietro Citati]], ''L'amico geniale'', ''la Repubblica'', 16 febbraio 2020, pp. 36-37.</ref>