Rainer Maria Rilke: differenze tra le versioni

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*Accetta dunque, mia cara mamma, un bacio con tutto il cuore nella solenne ora di [[Natale]], la più pacata dell'anno, la più misteriosa, in cui i desideri ancora ignari si tendono fino all'estremo e vengono per prodigio esauditi: trascorrila nel profondo, grande raccoglimento del Tuo cuore, abbandona ogni dubbio e incomprensione: in quest'ora abbiamo un posticino dentro di noi dove siamo semplicemente bambini, che attende e sta là, fiducioso e mai confuso, nel suo diritto a una grande gioia: questo è il Natale.<ref>Da ''Lettere di Natale alla madre, 1900-1925''; citato in Aa.Vv., ''Pensieri di Natale'', a cura di Luigi La Rosa, BUR, Milano, 2005, p. 46. ISBN 88-17-00896-6</ref>
*Appena un [[artista]] ha trovato il vivo centro della sua attività, nulla per lui è così importante come mantenervisi […]: il suo posto non è mai, neanche per un attimo, accanto allo spettatore e al critico.<ref>Da ''Lettera al dottor Heygrodt'', 24 dicembre 1921.</ref>
*Anzitutto questo: domandatevi nell’ora più silenziosa della vostra notte: ''devo'' io scrivere?<ref>Da una lettera del 17 febbraio 1903. Citato in [[Stefano Lanuzza]], ''Non è mai troppo presto. Antimanuale di scrittura e lettura'', Stampalternativa.</ref>
*Devi cambiare vita.
:''Du sollst dein Leben ändern''.<ref>Citato in [[George Steiner]], ''Una certa idea di Europa'', traduzione di Oliviero Ponte di Pino, Garzanti, Milano, 2006, pp. 17 sgg. ISBN 88-11-59777-3: "La caratteristica dei capolavori è che ''ci'' interrogano, ci impongono di reagire. L'antico busto di Apollo nel celebre poema di Rilke ce lo dice in termini chiari: «Du sollst dein Leben ändern». («Devi cambiare vita.»)"</ref>
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==''Nuove poesie''==
*Come potrei trattenerla in me, la mia [[anima]], che la tua non sfiori; come levarla, oltre te, ad altre cose?
:''Wie soll ich meine Seele halten, daß | sie nicht an deine rührt? Wie soll ich sie | hinheben über dich zu andern Dingen?''
*''Ma egli ruppe la scorza del dolore | in pezzi e ne distese alte le mani, | come per trattenere il dio fuggente. | Anni chiedeva, solo un anno ancora | di giovinezza, mesi, pochi giorni, | ah, non giorni, ma notti, una soltanto, | solo una notte, questa notte: questa. | Il dio negava. Gridò allora Admeto, | gridò vani richiami a lui, gridò, | come gridò sua madre al nascimento.'' (''Alcesti'', vv. 25-34; pp. 25-27)