Ferdinand Gregorovius: differenze tra le versioni

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*La famosa «[[donazione di Costantino]]» non soltanto avrebbe concesso al Vescovo di Roma onorificenze e insegne imperatorie, ed attribuito privilegio di senato al clero romano, ma avrebbe dato Roma e Italia in proprietà al Pontefice. Infatti {{NDR|l'imperatore}} Costantino, dicevasi, come fu guarito della lebbra per virtù del battesimo amministratogli da {{NDR|papa}} Silvestro, compreso di reverenza verso il principe degli Apostoli, abbandonava Roma, e umilmente si riduceva in un angolo del Bosforo<ref>Nella città di Bisanzio, poi Costantinopoli.</ref>, e al successore di Pietro lasciava in dono la città capitale dell'universo e l'Italia. Questa fola, che per la prima volta era tratta in campo da un Papa {{NDR|Adriano I}} nell'anno 777, fu invenzione di un prete romano, e fu coniata in un tempo nel quale crollava in Italia il reggimento greco<ref>il potere dell'Impero bizantino.</ref>, in cui il reame dei Longobardi ruinava per dissensioni interne e per l'urto potente dei Franchi, in un tempo in cui il Papa poteva concepire l'ardito disegno di dominare da vero padrone una gran parte d'Italia. (da ''[https://archive.org/details/bub_gb_UjqlqkAFCnUC/page/n6/mode/1up/ Storia della città di Roma nel Medio Evo]'', prima traduzione italiana sulla seconda edizione tedesca di Renato Manzato, vol. II, Giuseppe Antonelli, Venezia 1872, cap. IV, p. 406)
*Quel florido paese aveva per capitale [[Benevento]], la più bella e possente città dell'Italia meridionale. (da Ferdinand Gregorovius, ''Storia di Roma nel Medioevo'', 1872; citato in ''Benevento nel giudizio della storia'', a cura di Orazio Gnerre, Il Sannio quotidiano, 7 ottobre 2012, p. 10)
*Se la invenzione della donazione di Costantino rivela la ingorda brama di dominazione che agitava il clericato romano oltre ogni fine, essa è d'altra parte documento storico dei concetti che, al tempo della prossima rinnovazione dell'Impero occidentale, si erano venuti formando riguardo alle relazioni della Chiesa e dello Stato. La Chiesa è tenuta precisamente in conto di un impero religioso con un Cesare pontefice alla testa; a lui sono soggetti tutti i Metropoliti e tutti i Vescovi d'Oriente e di Occidente. (da ''Storia della città di Roma nel Medio Evo'', prima traduzione italiana sulla seconda edizione tedesca di Renato Manzato, vol. II, Giuseppe Antonelli, Venezia 1872, cap. IV, pp. 406-407)
 
==''Lucrezia Borgia''==