Contadino: differenze tra le versioni

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*Il contadino sopporta tutto il peso della giornata, si espone alla pioggia, al sole, al vento, per preparare col suo lavoro il raccolto che nel tardo autunno riempie i nostri granai. Se c'è un popolo che per questo lo disprezza e non gli accorda la giustizia e la libertà, erigete un alto muro attorno a questo popolo perché il suo respiro maleodorante non appesti l'aria in Europa. ([[Félicité Robert de Lamennais]])
*Il giorno in cui i contadini saranno educati nel vero, i [[tiranno|tiranni]] e gli [[schiavitù|schiavi]] saranno impossibili sulla terra. ([[Giuseppe Garibaldi]])
*Ma che idea avete dei contadini? Credete che siano tutti santi, eh? No, non è vero niente: sono gli animali più duri e furbi della terra! Volete avere una prova? È facilissimo. Chiedetegli altro riso: vi diranno che non c'è. E chiedetegli l'orzo: vi diranno che non c'è neanche quello, che non hanno niente; e invece hanno tutto. Cercate e troverete: sale, fagioli, sakè! Andate a guardare nelle grotte: tutti depositi! Si atteggiano a poveri deboli e innocenti... Non è vero niente! Se c'è una battaglia, assalgono i vinti... Credetemi: i contadini sono avari, traditori, piagnoni, meschini, stupidi e cattivi! Assassini!... Voi mi fate pena... Però, chi li ha fatti diventare così? Siete stati voi! Voi samurai! Maledetti!... Quando fate una battaglia, bruciate i villaggi! Distruggete i campi! Li private del cibo! Li fate schiavi! Violentate le donne... le uccidete, se resistono! Che altro possono fare loro, eh?, eh?... Mi sentite? Mi sentite...? (''[[I sette samurai]]'')
*Quando i signori si fanno la guerra, i contadini sono costretti a mangiare radici. ([[Robert Louis Stevenson]])
*Questa fraternità passiva, questo patire insieme, questa rassegnata, solidale, secolare pazienza è il profondo sentimento comune dei contadini, legame non religioso, ma naturale. Essi non hanno, né possono avere, quella che si usa chiamare coscienza politica, perché sono, in tutti i sensi del termine, pagani, non cittadini: gli dèi dello Stato e della città non possono aver culto fra queste argille, dove regna il lupo e l'antico, nero cinghiale, né alcun muro separa il mondo degli uomini da quello degli animali e degli spiriti, né le fronde degli alberi visibili dalle oscure radici sotterranee. Non possono avere neppure una vera coscienza individuale, dove tutto è legato da influenze reciproche, dove ogni cosa è un potere che agisce insensibilmente, dove non esistono limiti che non siano rotti da un influsso magico. ([[Carlo Levi]])