Beowulf: differenze tra le versioni

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:*«Cosa migliore è per ogni uomo vendicare l'amico piuttosto che lamentarne a lungo la morte. Nel tempo fissato, per ognuno di noi verrà il termine della vita nel mondo; e chi può, si conquisti la fama prima della morte. Nulla di più alto può lasciare dietro di sé, quando muore, un cavaliere valoroso.» ('''Tolkien''', pp. 114-115)
 
*''sóna þæt onfunde | sé ðe flóda begong<br> || heorogífre behéold | hund misséra<br> || grim ond graédig | þæt þaér gumena sum<br> || ælwihta eard | ufan cunnode·<br> || gráp þá tógéanes· | gúðrinc geféng<br> || atolan clommum· | nó þý aér in gescód<br> || hálan líce· | hring útan ymbbearh<br> || þæt héo þone fyrdhom | ðurhfón ne mihte<br> || locene leoðosyrcan | láþan fingrum.<br> || Bær þá séo brimwylf | þá héo tó botme cóm<br> || hringa þengel | tó hofe sínum<br> || swá hé ne mihte | --nó hé þæs módig wæs--<br> || waépna gewealdan | ac hine wundra þæs fela<br> || swecte on sunde· | saédéor monig<br> || hildetúxum | heresyrcan bræc·<br> || éhton áglaécan.''
:*Scoprì subito, | chi aveva custodito<br> || per cento stagioni | il letto dei flutti,<br> || vorace come una spada, | feroce, rapace,<br> || che un uomo venuto dall’alto | perlustrava il paese<br> || delle Creature di Fuori. | Si lanciò ad afferrarlo,<br> || strinse l’uomo di guerra | negli orribili artigli.<br> || Ma non riuscì a penetrargli | nel corpo, intatto: all’esterno<br> || era cerchiato di anelli, | cosi che non poteva<br> || passargli la veste di guerra, | la cotta ammagliata sul petto,<br> || con le sue dita odiose. | Allora la Lupa del lago,<br> || calando verso il fondo, | si portò nella tana<br> || il signore degli anelli: | che, perciò, non poteva,<br> || per animoso che fosse, | maneggiare le armi;<br> || e molte meraviglie | lo straziarono, in quegli abissi,<br> || mille bestie marine | gli punsero la camicia di guerra<br> || con i corni agguerriti, | gli minacciarono morte. ('''Koch''', p. 133)
:*s’accorse subito chi la distesa dei flutti<br> || teneva famelica da cinquanta stagioni,<br> || feroce e vorace, che un uomo<br> || esplorava dall’alto la terra dei mostri;<br> || gli s’avventò contro, afferrò il guerriero<br> || in una stretta tremenda; tuttavia dentro non ferì<br> || il corpo illeso, da fuori lo protessero gli anelli<br> || così che non le riuscì di passare con dita ostili<br> || la veste di guerra, la cotta intrecciata.<br> || La lupa delle acque, quando giunse al fondo,<br> || portò il principe degli anelli alla sua casa<br> || così ch’egli non poté – per quanto coraggioso –<br> || brandire armi ma tanti strani esseri<br> || lo vessarono nell’acqua, bestie marine<br> || lacerarono a zannate la cotta di guerra,<br> || pressarono l’avversario. ('''Brunetti''')
:*D'un subito, la creatura che, con brama crudele, famelica e cupa, per cento stagioni aveva retto quell'equoreo reame, percepì che, dall'alto, un uomo era disceso per vedere la dimora degli esseri inumani. Allora lo ghermì, afferrò l'audace guerriero tra le sue grinfie tremende. Ma non poté giungere a ferirgli il corpo, che rimase intatto: la cotta di maglia lo avvolgeva e proteggeva, sì che ella, con le dita crudeli, non poté penetrare la camicia di anelli di ferro che egli indossava per la battaglia. Poi, lei, quella lupa delle onde, spingendosi verso il fondo del mare, trascinò con sé, nella propria dimora, il principe rivestito di ferro. E egli non riuscì a usare le armi - che ira ne provò! - perché infiniti, strani mostri lo tormentarono e gli diedero pena mentre nuotavano, e molti animali marini, con zanne feroci, cercarono di laceragli l'usbergo; era incalzato e circondato da distruttori malvagi. ('''Tolkien''', p. 121)
[[File:Siegfried, the hero of the North, and Beowulf, the hero of the Anglo-Saxons (1909) (14566643048).jpg|thumb|Beowulf combatte la [[madre di Grendel]]]]
*''strenge getrúwode,<br> || mundgripe mægenes· | swá sceal man doön<br> || þonne hé æt gúðe | gegán þenceð<br> || longsumne lof· | ná ymb his líf cearað.<br> || Geféng þá be eaxle | --nalas for faéhðe mearn--<br> || Gúð-Géata léod, | Grendles módor·<br> || brægd þá beadwe heard | þá hé gebolgen wæs<br> || feorhgeníðlan | þæt héo on flet gebéah·<br> || héo him eft hraþe | handlean forgeald<br> || grimman grápum | ond him tógéanes féng·<br> || oferwearp þá wérigmód | wigena strengest<br> || féþecempa | þæt hé on fylle wearð·<br> || ofsæt þá þone selegyst | ond hyre seax getéah<br> || brád ond brúnecg· | wolde hire bearn wrecan<br> || ángan eaferan· | him on eaxle læg<br> || bréostnet bróden; | þæt gebearh féore<br> || wið ord ond wið ecge | ingang forstód.<br> || Hæfde ðá forsíðod | sunu Ecgþéowes<br> || under gynne grund | Géata cempa<br> || nemne him heaðobyrne | helpe gefremede<br> || herenet hearde-- | ond hálig god<br> || gewéold wígsigor· | wítig drihten<br> || rodera raédend | hit on ryht gescéd<br> || ýðelíce | syþðan hé eft ástód.<br> || Geseah ðá on searwum | sigeéadig bil<br> || ealdsweord eotenisc | ecgum þýhtig<br> || wigena weorðmynd· | þæt wæs waépna cyst<br> || búton hit wæs máre | ðonne aénig mon óðer<br> || tó beaduláce ætberan meahte<br> || gód ond geatolíc | gíganta geweorc·<br> || hé geféng þá fetelhilt· | freca Scyldinga<br> || hréoh ond heorogrim | hringmaél gebrægd<br> || aldres orwéna· | yrringa slóh<br> || þæt hire wið halse | heard grápode·<br> || bánhringas bræc· | bil eal ðurhwód<br> || faégne flaéschoman· | héo on flet gecrong·<br> || sweord wæs swátig· | secg weorce gefeh.''
:*Lui si affidò alla sua forza, | alla potenza del pugno.<br> || Cosi bisogna fare | quando si va allo scontro<br> || sognando una fama durevole: | non si pensa alla vita.<br> || Poi afferrò per la spalla | la madre di Grendel<br> || (non rimpiangeva la faida), | il principe dei Geati di Guerra.<br> || Scaraventò (schiumava), | indurito dalle battaglie,<br> || la Nemica della sua vita, | che si abbatté sul suolo.<br> || Ma subito si alzò: | lo ripagò con un colpo<br> || delle grinfie crudeli, | lo riacchiappò. Stremato<br> || nell’animo, inciampò | il più forte dei guerrieri,<br> || e fini per cadere | combattendo appiedato.<br> || :Gli si sedette sopra, | all'intruso nella sua casa,<br> || e tirò fuori un coltello, | largo, di lama lucida:<br> || voleva vendicare | il figlio, la sua sola<br> || creatura. Sopra le spalle | di lui si stendeva la rete<br> || di maglia per il petto | e gli salvò la vita:<br> || di punta o di taglio, | non le permise di entrare.<br> || Sarebbe certo perito, | il figlio di Ecgþēow,<br> || sotto la terra immensa, | il campione dei Geati,<br> || se non l’avesse soccorso | la cotta di battaglia,<br> || la dura rete di guerra, | e se Dio santo<br> || non gli avesse concesso | vittoria in quello scontro.<br> || Il Signore sapiente, | il Rettore dei cieli,<br> || decise facilmente | per la giustizia, appena<br> || lui si rimise in piedi.<br> || Vide, su un mucchio di arnesi, | una lama dotata<br> || di vittoria, una spada | antica di giganti;<br> || un segno di prestigio | per qualunque guerriero,<br> || la perla delle armi. | Soltanto, era più grande<br> || di quante mai nessuno | avrebbe potuto portarne<br> || nei giochi della battaglia: | preziosa e bella,<br> || un lavoro titanico. | Afferrò l’elsa a cappio,<br> || il temerario Scylding: | inferocito, crudele<br> || come una spada, | sguainò Tarma ad anello,<br> || colpi con forza, | disperando della sua vita,<br> || cosi che la raggiunse | duramente alla gola.<br> || Si ruppero gli anelli | delle ossa: la lama<br> || traversò fino in fondo | la casa condannata<br> || della carne. La donna | crollò sul pavimento.<br> || La spada era cruenta, | e il guerriero contento<br> || di quanto aveva fatto. ('''Koch''', pp. 135-139)
:*fidò nella forza,<br> || nella potente presa della mano; così deve fare uomo<br> || quando intende guadagnare in guerra<br> || lode duratura; non si cura della vita.<br> || Il Geata della Guerra afferrò per la spalla<br> || – non temette la faida – la madre di Grendel;<br> || tirò, l’ardito in battaglia, poiché era adirato,<br> || la nemica mortale così ch’ella rovinò al suolo;<br> || lei subito gliene diede contraccambio<br> || con le feroci grinfie e l’afferrò di rimando;<br> || barcollò stremato il più forte dei guerrieri,<br> || il combattente a piedi così che cadde;<br> || lei si scagliò sull’ospite e sguainò il coltello,<br> || largo e di lama lucente, voleva vendicare il figlio,<br> || l’unico nato; gli era sulla spalla<br> || la rete intessuta, gli protesse la vita,<br> || a punta e lama impedì l’entrata.<br> || Sarebbe perito il figlio di Ecgtheow<br> || sotto il vasto suolo, il guerriero geata,<br> || se la cotta di maglia non gli era d’aiuto,<br> || il duro giaco – ma il santo dio<br> || aggiudicò la vittoria, il saggio signore,<br> || il rettore dei cieli decise con giustizia<br> || facilmente quando egli fu di nuovo in piedi.<br> || Vide allora fra le armi una spada vittoriosa,<br> || antica lama di giganti possente di taglio,<br> || onore di guerrieri; era la migliore delle armi<br> || se non che era più grande di quanto ogni altro uomo<br> || potesse portare in gioco di guerra,<br> || forte e splendida, opera di titani;<br> || egli afferrò l’elsa, il guerriero degli Scylding<br> || feroce e furente sguainò la spada adorna<br> || disperando della vita, adirato vibrò<br> || così che dura essa la colse al collo,<br> || ruppe gli anelli d’ossa, la lama tutta passò<br> || il corpo segnato; lei cadde al suolo;<br> || la spada era insanguinata; egli gioì dell’opera. ('''Brunetti''')
:*Confidava egli nella propria forza e nella stretta delle proprie mani possenti. Tale sarà sempre la [[fede]] d'un uomo, quand'egli pensa di conquistarsi una gloria imperitura nella guerra: per nulla lo turberà il pensiero della morte. Allora il Principe dei cavalieri geati afferrò per i capelli la madre di Grendel, senza provar rimorso per quell'atto crudele, e trascinò giù quel quel nemico mortale, poiché ora egli, feroce nella guerra, era ricolmo d'ira; e la fece ripiegare al suolo. Essa di nuovo, rapida, gli rispose e, dibattendosi, lo ghermì crudelmente. Allora, col cuore ricolmo di disperazione, barcollò il fortissimo guerriero, il campione dell'esercito, e a sua volta fu abbattuto. E lei gli fu sopra, all'invasore della sua sala, ed estrasse un pugnale la cui lama era ampia e brunita: pensava di vendicare il figlio, il suo unico figlio. Dalle spalle gli scendeva sul petto la rete di maglia intrecciata e fu questa che gli protesse la vita, impedendo l'ingresso alla punta e alla lama. In quell'ora, sotto l'ampia terra, una fine crudele avrebbe raggiunto il figlio di Ecgtheow, il campione dei Geati, se non gli fosse venuta in soccorso, nella lotta e nella contesa, la lorica, la robusta rete di maglia: fu il Santo Dio che decise la vittoria in quella battaglia. Il Signore che tutto vede, che governa l'alto dei cieli, si schierò, senza aver dubbi, dalla parte del giusto, nel momento in cui Beowulf alzò di scatto.<br>Ascoltate! Tra gli apparecchi di guerra che erano là egli notò una spada dotata degli incanti della vittoria, una lama gigantesca, antica, col taglio duro, l'orgoglio dei guerrieri: l'arma più perfetta, più grande di qualsiasi arma che uomo mai brandisse nel teatro della guerra, oggetto nobile e prezioso, opera dei giganti. Ora egli ne strinse l'elsa ad anello, il campione della causa degli Scylding, e con animo feroce e crudele rapido mosse quella lama adorna d'anelli; disperando della vita, colpì con ira grande e raggiunse lei nel collo, con violenza, tanto che le giunture delle ossa fremettero. Sino all'osso la lama penetro in quel corpo, già condannato. Ella si abbatté al suolo. Bagnata era la spada. Per quell'atto gioì nel cuore il cavaliere. ('''Tolkien''', pp. 123-125)
 
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:*Così il figlio di Ecgtheow, celebre in battaglia, mostrò la propria virilità con nobili gesta, portandosi in modo onorevole. Mai, seduto a bere, abbatté i compagni del suo focolare; il suo non era un cuore crudele e, con la potenza più grande, egli sempre amministrò i doni copiosi che Dio gli aveva concesso, a lui, guerriero audace. Per lungo tempo era stato disprezzato, poiché i figli dei Geati non lo consideravano degno d'onore, né il re del popolo che ama il vento voleva concedergli un posto d'onore tra i seggi dove gli uomini bevono l'idromele. Sospettavano fosse di temperamento fiacco, privo di spirito d'iniziativa, sebbene nobile fosse la sua nascita. Ora era giunto, per lui uomo benedetto dalla gloria, un mutamento, la fine d'ogni sua pena di cuore. ('''Tolkien''', p. 163)
[[File:Stories of Beowulf slave stealing golden cup.jpg|thumb|Lo schiavo deruba [[Drago (Beowulf)|il Drago]]]]
*{{NDR|Sul [[Drago (Beowulf)|drago]]}} ''Hé gesécean sceall<br> || hearm on hrúsan | þaér hé haéðen gold<br> || warað wintrum fród· | ne byð him wihte ðý sél.<br> || Swá se ðéodsceaða | þréo hund wintra<br> || héold on hrúsan | hordærna sum<br> || éacencræftig | oð ðæt hyne án ábealch<br> || mon on móde: | mandryhtne bær<br> || faéted waége· | frioðowaére bæd<br> || hláford sínne·''
:*Da sempre il suo uso è ghermire i tesori che trova nella terra; e là, reso saggio dai molti anni, egli sorveglia l'oro pagano - il quale non gli arreca beneficio alcuno.<br>Così, per trecento inverni, quel predatore degli uomini aveva vegliato sotterra quella casa del tesoro, facendosi forte; sinché qualcuno gli riempì d'ira il cuore, un uomo che al suo signore portò un calice laminato d'oro, ricercando dal padrone tregua e perdono. ('''Tolkien''', p. 169)
 
*''Þá se wyrm onwóc | --wróht wæs geníwad--<br> || stonc ðá æfter stáne· | stearcheort onfand<br> || féondes fótlást· | hé tó forð gestóp<br> || dyrnan cræfte | dracan héafde néah.<br> || Swá mæg unfaége | éaðe gedígan<br> || wéan ond wraécsíð | sé ðe waldendes<br> || hyldo gehealdeþ''.
:*Quando il drago si svegliò, vi fu nuova sventura.<br> || Guizzò giù per la roccia, contorcendosi dall'ira<br> || vedendo le orme del predone che aveva<br> || rubato tanto vicino alla sua testa assonnata.<br> || Così un uomo non segnato dalla sorte può<br> || facilmente sfuggire all'esilio e al dolore<br> || per grazia di Dio. ('''Heaney''', p. 147)
:*Allora si ridestò il serpente! E una nuova lotta principiò. Annusò i dintorni della roccia e, col cuore feroce, rinvenne l'orma del nemico, di lui che, furtivamente, aveva camminato vicino, sì, vicinissimo alla testa del drago. Così, se gode il favore di Dio, un uomo il cui [[destino]] non è ancora la morte può facilmente sfuggire al dolore e alla sorte avversa! ('''Tolkien''', p. 171)
 
*''weard unhíore<br> || gearo gúðfreca | goldmáðmas héold<br> || eald under eorðan· | næs þæt ýðe céap<br> || tó gegangenne | gumena aénigum.<br> || Gesæt ðá on næsse | níðheard cyning·<br> || þenden haélo ábéad | heorðgenéatum<br> || goldwine Géata· | him wæs geómor sefa<br> || waéfre ond wælfús, | wyrd ungemete néah<br> || sé ðone gomelan | grétan sceolde,<br> || sécean sáwle hord, | sundur gedaélan<br> || líf wið líce· | nó þon lange wæs<br> || feorh æþelinges | flaésce bewunden.''
:*Sottoterra il mostruoso guardiano, avido e pronto alla lotta, antico, teneva quei tesori dorati - conquistarli non era un facile acquisto, per un uomo. Sul promontorio ora sedette il re provetto in battaglia, dal quale i Geati ricevevano amore e regali d'oro, e disse addio ai compagni del suo focolare. Aveva lo spirito pesante, perché inquieto s'affrettava verso la morte: era invero vicinissimo il fato che stava per assalire quel vecchio, per attaccare l'anima ben difesa e separare la vita dal corpo - non per lungo ancora sarebbe stato intralciato dalla carne lo spirito del principe. ('''Tolkien''', p. 179)