George Gordon Byron: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*''Dal sol brunita è la sua guancia; la fronte sua pallida e alta | Ricopron scompigliate nere ciocche; | E spesso, involontario, rivela un moto del suo labbro | Il superbo pensier ch'egli raffrena | E tuttavia non sa celare. | Pur se pacata è la sua voce e placido l'aspetto, | Par sempre ch'egli provi un turbamento | Che non desideri mostrare. | I profondi solchi che segnano quel volto e il mutar del colore | Attirano lo sguardo e insieme lo confondono | Come se in quegli oscuri recessi della mente | Forma prendesser passioni tempestose, quantunque indefinite.'' (Canto primo, 9, pp. 17-18)
*''Ogni tratto del volto, del cuor mostra il tumulto, | Libere le passioni si fanno più violente, né possono placarsi | Allor ch'erompon nel confuso contrasto che la gota | Fa gelar o avvampar, o rende madida la fronte. | Allor soltanto, o stranier, se pur ne hai l'ardire | Vieni a mirar l'anima sua e la tranquillità che gli è donata in sorte! | Vieni a veder quel fosco e solitario cuore | Quanto arda al pensier del maledetto suo passato! | Vieni a veder; ma chi ha mai visto o mai potrà vedere | D'un uomo tal lo sfogo delle segrete cure?'' (Canto primo, 10, p. 19)
*''[...] E di lottare tuttavia si sforza invano | Contro una passione che anche per uno come lui | D'Amore ha nome! | Sì, è vero Amor, immutabile, immutato, | Per una donna da cui giammai si vuol diviso. | Benché le più leggiadre prigioniere vogliano attrarlo | Con lo sguardo, | Egli le sfugge e non le cerca, ma freddo passa | Innanzi a lor.'' (Canto primo, 12, p. 21)
*'''I'''
:''«Profondo nel mio cuor riposa un tenero segreto, | Gelosamente custodito e a tutti sconosciuto, | E sol si svela quando il mio cuor col tuo batte in accordo, | E quindi a palpitar ritorna nel silenzio.''
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:''Ricordati di me! Oh, non passar sulla mia tomba | Indifferente alle reliquie ch'essa cela: | La sola pena che il mio cuor non regge | È quella di trovar oblio dentro al tuo cuore!''
:'''IV'''
:''Ascolta le mie parole appassionate, flebili ed estreme: | Non biasima Virtù il pianto per l'estinto; | Una lacrima sol è quanto io ti chiedo, | La ricompensa prima, ultima e sola di questo mio immenso amore!»'' (Canto primo, 14, pp. 23-24)
*''[...] Conrad ritornerà, ma adesso con l'ala sua veloce | Il tempo ci reca il momento dell'addio: | Perché egli vada e dove, or non importa dire, | Dacché tutto finisce nella fatal parola: addio!'' (Canto primo, 14, pp. 27-28)
*''Ascolta! Ecco rimbomba il segnale di fuoco | Che il calar del sole annuncia; egli quel sole maledice. | Più volte quella bella persona egli abbracciò, | Che muta a sé lo strinse implorando i suoi baci! | Con passo vacillante la condusse al letto, | La contemplò per un momento, come se più non la potesse contemplare.'' (Canto primo, 14, p. 28)
*''Coloro tuttavia che hanno alto sentire | Non fanno mostra del tumulto che al loro cuor dà pena. | Quando mille pensieri son tutti in un sol pensiero | Che in tutti cerca un rifugio che non trova, | Non ha parole il labbro per dir dell'animo l'affanno | E Verità non vuole che Dolore parli.''
*''[...] Il batter del suo cuor è tanto fioco, pieno com'è dell'immagine di lui, | Che per troppo sentir quasi non sente! | Ascolta! Ecco rimbomba il segnale di fuoco | Che il calar del sole annuncia; egli quel sole maledice. | Più volte quella bella persona egli abbracciò, | Che muta a sé lo strinse implorando i suoi baci! | Con passo vacillante la condusse al letto, | La contemplò per un momento, come se più non la potesse contemplare. | Capì che al mondo altra donna non c'era se non lei; | Sulla fredda fronte un bacio le depose, si volse; e Conrad più non c'era.'' (Canto primo, 14. pp. 28-29)
*''Condannami se vuoi, ma non adesso, | Oh, adesso abbi pietà di me! | Io non son quel che sembro: questa tremenda notte | La mente m'ha sconvolto, non far però ch'io impazzisca del tutto! | S'io non avessi mai amato e più lieve fosse la mia colpa, | Tu non vivresti per odiarmi, se pure odiar mi puoi.''
*''Mai tuttavia quel labbro pronunciò «Addio!», | Perché in quella parola, in quella fatal parola, | Ancorché si prometta speranza o fedeltà, | Della disperazion v'alita il soffio. | Su ogni tratto del pallido, immobile suo volto | Impresso ha già il dolor quello che il tempo non | Potrà mai cancellare.'' (Canto primo, 15, p. 29)
*''Conrad ritornerà, ma adesso con l'ala sua veloce | Il tempo ci reca il momento dell'addio: | Perché egli vada e dove, or non importa dire, | Dacché tutto finisce nella fatal parola: addio!''
*[...] E chi per la conquista combatteva, ora si batte per la vita. (Canto secondo, 6, p. 43)
*''Dal sol brunita è la sua guancia; la fronte sua pallida e alta | Ricopron scompigliate nere ciocche; | E spesso, involontario, rivela un moto del suo labbro | Il superbo pensier ch'egli raffrena | E tuttavia non sa celare. | Pur se pacata è la sua voce e placido l'aspetto, | Par sempre ch'egli provi un turbamento | Che non desideri mostrare. | I profondi solchi che segnano quel volto e il mutar del colore | Attirano lo sguardo e insieme lo confondono | Come se in quegli oscuri recessi della mente | Forma prendesser passioni tempestose, quantunque indefinite.''
*''[...] Il solo suo rimpianto è il viver che gli resta; | Il solo suo rimpianto | Le sue ferite troppo lievi | Cercate tuttavia con tanto ardore | Da baciar la mano portatrice di morte. | Oh, perché mai fra tanti | Non c'è uno solo che l'anima sua invii al cielo, | O all'inferno, per lui non ha importanza? | Proprio soltanto lui ha da viver ancora, | Che più d'ogni altro s'è battuto per cercar la morte? | Egli sente quello che sente il cuore dei mortali, | Quando schiacciato dall'infedele ruota di fortuna, | Il peso avverte dei delitti commessi | E insieme del vincitore la minaccia [...]'' (Canto secondo, 8, pp. 45-46)
*E chi per la conquista combatteva, ora si batte per la vita.
*''[...] Fatti, pensieri, parole, nella memoria sempre vivi, | Mai come in quell'ora son ricordati con affanno. | Quel che a suo tempo parve un'inezia o una piacevolezza, | Al ripensarlo ora con animo severo, altro non è che colpa. | Il pensiero straziante di un delitto occulto, | Che pur se a tutti è ignoto non dà minore angoscia, | In breve, tutto quello che l'occhio non può vedere senza un brivido, | Un sepolcro scoperchiato, un cuore messo a nudo | Con tutte le miserie sue sepolto, finché Orgoglio si desta | Per strappar all'anima il suo specchio e mandarlo in frantumi!'' (Canto secondo, 10, pp. 48-49)
*''[...] E di lottare tuttavia si sforza invano | Contro una passione che anche per uno come lui | D'Amore ha nome! | Sì, è vero Amor, immutabile, immutato, | Per una donna da cui giammai si vuol diviso. | Benché le più leggiadre prigioniere vogliano attrarlo | Con lo sguardo, | Egli le sfugge e non le cerca, ma freddo passa | Innanzi a lor.''
*''«[...] E tuttavia, tu ami, e io ho invidia | Per chi può posare il proprio cuore | Su un cuor che gli è fedele, | Né mai conosce il vuoto quell'errante pensier | Che, come il mio, coi fantasmi si strugge».'' (Canto secondo, 14, p. 55)
*''Finché c'era Speranza eran quei sentimenti | Languidi vacillanti e teneri, | Allorché tutto fu perduto, la tenerezza non morì ma rimase assopita | E sul suo sonno si levò quella Forza per parlare così: | «Quando non c'è da amar più nulla, non c'è più nulla da temere».'' (Canto terzo, 3, p. 63)
*''Egli non fa domande: ogni risposta egli ebbe | Quando posò lo sguardo su quel volto di marmo. | Basta così; Medora non è più, che cosa può importar com'ella è morta? | L'amor degli anni giovanili, la speranza di anni più sereni, | La fonte d'ogni più dolce desiderio, del trepidar più caro, | L'unica creatura al mondo ch'egli non abbia odiato, | Tutto, in un tratto medesimo gli è tolto. | Merita il Corsaro la sua sorte e tuttavia ne soffre. | Il giusto cerca la sua pace nei regni d'innocenza; | Il superbo, il perverso, che al piacer mirano soltanto, | Altro quaggiù non trovan che miserie, | E tutto perdon, tutto, anche una vil moneta. | Ma chi può sopportar di separarsi da quel che gli è più caro? | Uno sguardo stoico e un aspetto severo | Spesso son maschera d'un cuore | A cui il dolore quasi tutto ha insegnato, | E molti pensieri inariditi sono nascosti eppur non cancellati | Da un sorriso che non s'addice affatto a chi l'ostenta.''
*''[...] Ma incatenato, solitario, in una cella, | Sei in balia d'ogni alterno volere, | A languir costretto, a scrutar nell'intimo del cuore. | A meditar su colpe irrevocabili e sul fato imminente | Senza che resti tempo per stornarlo, | Senza che resti tempo per cancellar le colpe.'' (Canto terzo, 6, p. 68)
*''Ella fraintende i pensieri del Corsaro | Che più a se stesso che a lei muove rimprovero | Per averla, sia pure senza intento, resa tanto infelice: | Ma ogni suo pensiero resta muto, | Cupo e profondo dentro al cuore, | Sanguinante nella tacita cella del suo petto.''
*''Condannami se vuoi, ma non adesso, | Oh, adesso abbi pietà di me! | Io non son quel che sembro: questa tremenda notte | La mente m'ha sconvolto, non far però ch'io impazzisca del tutto! | S'io non avessi mai amato e più lieve fosse la mia colpa, | Tu non vivresti per odiarmi, se pure odiar mi puoi.'' (Canto terzo, 14, p. 79)
*''Fatti, pensieri, parole, nella memoria sempre vivi, | Mai come in quell'ora son ricordati con affanno. | Quel che a suo tempo parve un'inezia o una piacevolezza, | Al ripensarlo ora con animo severo, altro non è che colpa. | Il pensiero straziante di un delitto occulto, | Che pur se a tutti è ignoto non dà minore angoscia, | In breve, tutto quello che l'occhio non può vedere senza un brivido, | Un sepolcro scoperchiato, un cuore messo a nudo | Con tutte le miserie sue sepolto, finché Orgoglio si desta | Per strappar all'anima il suo specchio e mandarlo in frantumi!''
*''Ella fraintende i pensieri del Corsaro | Che più a se stesso che a lei muove rimprovero | Per averla, sia pure senza intento, resa tanto infelice: | Ma ogni suo pensiero resta muto, | Cupo e profondo dentro al cuore, | Sanguinante nella tacita cella del suo petto.'' (Canto terzo, 15, pp. 79-80)
*''Finché c'era Speranza eran quei sentimenti | Languidi vacillanti e teneri, | Allorché tutto fu perduto, la tenerezza non morì ma rimase assopita | E sul suo sonno si levò quella Forza per parlare così: | «Quando non c'è da amar più nulla, non c'è più nulla da temere».''
*''Egli non fa domande: ogni risposta egli ebbe | Quando posò lo sguardo su quel volto di marmo. | Basta così; Medora non è più, che cosa può importar com'ella è morta? | L'amor degli anni giovanili, la speranza di anni più sereni, | La fonte d'ogni più dolce desiderio, del trepidar più caro, | L'unica creatura al mondo ch'egli non abbia odiato, | Tutto, in un tratto medesimo gli è tolto. | Merita il Corsaro la sua sorte e tuttavia ne soffre. | Il giusto cerca la sua pace nei regni d'innocenza; | Il superbo, il perverso, che al piacer mirano soltanto, | Altro quaggiù non trovan che miserie, | E tutto perdon, tutto, anche una vil moneta. | Ma chi può sopportar di separarsi da quel che gli è più caro? | Uno sguardo stoico e un aspetto severo | Spesso son maschera d'un cuore | A cui il dolore quasi tutto ha insegnato, | E molti pensieri inariditi sono nascosti eppur non cancellati | Da un sorriso che non s'addice affatto a chi l'ostenta.'' (Canto terzo, 21, p. 86)
*''Il batter del suo cuor è tanto fioco, pieno com'è dell'immagine di lui, | Che per troppo sentir quasi non sente! | Ascolta! Ecco rimbomba il segnale di fuoco | Che il calar del sole annuncia; egli quel sole maledice. | Più volte quella bella persona egli abbracciò, | Che muta a sé lo strinse implorando i suoi baci! | Con passo vacillante la condusse al letto, | La contemplò per un momento, come se più non la potesse contemplare. | Capì che al mondo altra donna non c'era se non lei; | Sulla fredda fronte un bacio le depose, si volse; e Conrad più non c'era.''
*''Coloro tuttavia che hanno alto sentire | Non fanno mostra del tumulto che al loro cuor dà pena. | Quando mille pensieri son tutti in un sol pensiero | Che in tutti cerca un rifugio che non trova, | Non ha parole il labbro per dir dell'animo l'affanno | E Verità non vuole che Dolore parli.'' (Canto terzo, 22, pp. 86-87)
*''Il solo suo rimpianto è il viver che gli resta; | Il solo suo rimpianto | Le sue ferite troppo lievi | Cercate tuttavia con tanto ardore | Da baciar la mano portatrice di morte. | Oh, perché mai fra tanti | Non c'è uno solo che l'anima sua invii al cielo, | O all'inferno, per lui non ha importanza? | Proprio soltanto lui ha da viver ancora, | Che più d'ogni altro s'è battuto per cercar la morte? | Egli sente quello che sente il cuore dei mortali, | Quando schiacciato dall'infedele ruota di fortuna, | Il peso avverte dei delitti commessi | E insieme del vincitore la minaccia.''
*''Ma incatenato, solitario, in una cella, | Sei in balia d'ogni alterno volere, | A languir costretto, a scrutar nell'intimo del cuore. | A meditar su colpe irrevocabili e sul fato imminente | Senza che resti tempo per stornarlo, | Senza che resti tempo per cancellar le colpe.''
*''Mai tuttavia quel labbro pronunciò «Addio!», | Perché in quella parola, in quella fatal parola, | Ancorché si prometta speranza o fedeltà, | Della disperazion v'alita il soffio. | Su ogni tratto del pallido, immobile suo volto | Impresso ha già il dolor quello che il tempo non | Potrà mai cancellare.''
*''Ogni tratto del volto, del cuor mostra il tumulto, | Libere le passioni si fanno più violente, né possono placarsi | Allor ch'erompon nel confuso contrasto che la gota | Fa gelar o avvampar, o rende madida la fronte. | Allor soltanto, o stranier, se pur ne hai l'ardire | Vieni a mirar l'anima sua e la tranquillità che gli è donata in sorte! | Vieni a veder quel fosco e solitario cuore | Quanto arda al pensier del maledetto suo passato! | Vieni a veder; ma chi ha mai visto o mai potrà vedere | D'un uomo tal lo sfogo delle segrete cure?''
 
==''Il pellegrinaggio del giovane Aroldo''==