Adam Zagajewski: differenze tra le versioni

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'''Adam Zagajewski''' (1945 – vivente), poeta, scrittore e saggista polacco.
 
*Non sono uno [[storico]], ma mi piacerebbe che la [[letteratura]] assumesse, consapevolmente e in tutta serietà, il ruolo di una cronaca [[storia|storica]]. Non voglio che segua l'esempio degli storici contemporanei, perlopiù pesci freddi che hanno passato la loro vita in archivi polverosi ce scrivono una lingua burocratica brutta e inumana, una lingua di legno prosciugata di tutta la [[poesia]], piatta come un pidocchio e grigia come il giornale quotidiano. Vorrei che tornasse a esempi più antichi, chissà, addirittura greci, all'ideale del poeta storico, una persona che ha visto e sperimentato direttamente quel che descrive, oppure ha attinto alla vivente tradizione orale della sua famiglia o della sua tribù, che non teme né il conflitto né i sentimenti, ma ha tuttavia a cuore la ricostruzione scrupolosa della vicenda che narra. (citato in [[John Lukacs]], ''Democrazia e populismo'', traduzione di Giovanni Ferrara degli Uberti, Longanesi, Milano, 2006, p. 179. ISBN 88-304-2360-2)
*Uno [[scrittore]] che tiene un diario lo usa per registrare ciò che sa; nelle poesia e nei racconti mette quello che non sa. (citato in Tommaso Giartosio, ''Perché non possiamo non dirci'', Feltrinelli, Milano, 2004, p. 138. ISBN 8807103680)
*''Davvero sappiamo vivere solo dopo la [[sconfitta]], | le amicizie si fanno più profonde, | l’amore solleva attento il capo. | Perfino le cose diventano pure.'' (Da ''La sconfitta'', in ''La vita degli oggetti'', a cura di Krystyna Jaworska, Adelphi, Milano, 2012. ISBN 9788845926822)