Adam Zagajewski: differenze tra le versioni

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*Non sono uno [[storico]], ma mi piacerebbe che la [[letteratura]] assumesse, consapevolmente e in tutta serietà, il ruolo di una cronaca [[storia|storica]]. Non voglio che segua l'esempio degli storici contemporanei, perlopiù pesci freddi che hanno passato la loro vita in archivi polverosi c scrivono una lingua burocratica brutta e inumana, una lingua di legno prosciugata di tutta la [[poesia]], piatta come un pidocchio e grigia come il giornale quotidiano. Vorrei che tornasse a esempi più antichi, chissà, addirittura greci, all'ideale del poeta storico, una persona che ha visto e sperimentato direttamente quel che descrive, oppure ha attinto alla vivente tradizione orale della sua famiglia o della sua tribù, che non teme né il conflitto né i sentimenti, ma ha tuttavia a cuore la ricostruzione scrupolosa della vicenda che narra. (citato in [[John Lukacs]], ''Democrazia e populismo'', traduzione di Giovanni Ferrara degli Uberti, Longanesi, 2006, p. 179)
*Uno [[scrittore]] che tiene un diario lo usa per registrare ciò che sa; nelle poesia e nei racconti mette quello che non sa. (citato in Tommaso Giartosio, ''Perché non possiamo non dirci'', Feltrinelli, 2004, p. 138)
 
*Davvero sappiamo vivere solo dopo la sconfitta, / le amicizie si fanno più profonde, / l’amore solleva attento il capo. / Perfino le cose diventano pure" (Adam Zagajewski, Dalla vita degli oggetti, Adelphi 2012)
 
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