Adriana Mulassano: differenze tra le versioni

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*{{NDR|Su [[Roberto Capucci]]}} La vulgata contemporanea ci ha assuefatto all'appellativo di 'stilista' per definire chi disegna abiti. Ma fino agli anni Cinquanta si parlava soltanto di creatori (da Paul Poiret a Schiapparelli, da Worth a Chanel, da Balenciaga a Madame Grès). A questa genia dal piglio artistico, dal gusto della ricerca colta, dalla creatività senza fine di lucro, appartiene Roberto Capucci. I suoi abiti sono opere d'arte che coniugano lo spirito del bello rinascimentale con un talento enfatico nella scelta dei tessuti, nello studio delle forme scultoree, nella maniacale cura delle lavorazioni del plissé e delle sovrapposizioni, nella ricerca unica dei colori pieni usati in gradazione o a contrasto quasi sempre con un gusto più indiano che europeo.<ref>Citato in ''[https://cinecitta.com/IT/it-it/news/45/8969/roberto-capucci-dissi-no-ad-anna-magnani.aspx Dissi di no ad Anna Magnani: La Moda Proibita, Istituto Luce]''</ref>
*Non c'è dubbio che il giorno che le tribù del terzo mondo si infileranno le scarpe sceglieranno Ferragamo.<ref>Da ''I Mass Moda, Fatti e Personaggi dell'Italian Look'', G.Spinelli & C. Firenze, 1979, p. 178.</ref>
*{{NDR|Su [[Roberto Capucci]]}} Ricordo che alla fine degli anni 70 [[Roberto Capucci|Roberto]] venne a Milano per regalarci una sfilata a Palazzo Visconti e invitò Giorgio Armani allora stilista in ascesa. Giorgio, timido e schivo quanto Roberto mi chiese di accompagnarlo. Era emozionatissimo. Alla fine della sfilata mi disse: "Adriana sono avvilito perché ho capito vedendo la sfilata che io lavoro per vendere i vestiti e Capucci per l'eternità". E io gli risposi, cattivissima me: "Caro Giorgio la tua missione è di stampo realistico e quella di Capucci è di stampo onirico e artistico. D'altronde che male c'è a scegliere la via della bottega? Lo sai o no che con l'arte i soldi non si fanno?". Credo mi abbia detestata almeno per un attimo.<ref>Dal booklet accluso al DVD ''La moda proibita'', Istituto Luce Cinecittà, Italia, 2019. Codice EAN 8 014191 200288</ref>
*{{NDR|Su [[Valentino Garavani|Valentino]]}} Si muoveva in una dimensione assolutamente globale ma il fatto di scegliere i suoi abiti piuttosto che altri era assolutamente connaturato allo stile di quel che lui faceva. Vestiti chic, portabili e soprattutto poco "modaioli". Le icone di stile come Jackie O' e Audrey Hepburn non avrebbero mia girato il mondo come donne sandwich di una griffe e lui è stato perfetto nell'assecondare il loro stile senza voler prevalere come griffe.<ref>Dall'intervista di Tony di Norcia in ''Valentino, ritratto a più voce'', Lindau, Torino, 2013. ISBN 978-88-6708-248-3</ref>